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Redazione

Bici abbandonate, ecco l’app per ritrovarle

Il fenomeno delle biciclette abbandonate resta un tema importante, sopratutto nelle metropoli. A Milano, però, qualcosa sta cominciando a cambiare…

Le biciclette sono le nostre compagne di viaggio. E, come tali, vanno rispettate. Spesso parliamo di cosa le istituzioni non fanno per noi ciclisti urbani, ma in qualche caso bisogna anche mettersi la mano sulla coscienza. Di cosa stiamo parlando? Del fenomeno delle bici abbandonate, che spesso ci capita di vedere in giro per la città, quasi sempre attaccate ad un palo. Prive di sella, di una ruota o anche più sventrate. Una situazione che, ovviamente, può nascere dal “dispetto” che qualcuno decide di fare alla nostra bici legata, sottraendoci qualche elemento.
 
Oggi, per arginare questo fenomeno di malcostume, qualcosa si sta muovendo. A Milano, ad esempio, è stato attivato il meccanismo cosiddetto di allerta e rimozione per tentare di contrastare il degrado sulle strade. Su opportuna segnalazione di qualche semplice cittadino o dei vigili, sulla bici in questione prima viene applicato un adesivo (con la scritta “La presente bicicletta, visto il cattivo stato, è considerata elemento di degrado urbano e soggetta a procedura di rimozione ai fini dello smaltimento o recupero”), poi, nel caso il proprietario non si faccia sentire o vedere, la carcassa viene segnalata all’Amsa, l’operatore ecologico trancia la catena e conduce quello scheletro di bici in discarica.
 
Finora questo sistema è entrato in funzione 270 volte in due mesi, con 156 pratiche che sono già state smaltite. Un buon numero e un buon segnale, anche perchè, rispetto al 2012, nel 2013 il numero di bici abbandonate ritirate è cresciuto del 60 per cento. Solo in 35 casi i proprietari hanno letto l’etichetta e rivendicato il rottame.
Fra l’altro, prima di poter attivare questo meccanismo sono stati necessari quattro anni di burocrazia amministrativa per risolvere le questioni giuridiche (secondo quali criteri si può stabilire lo «stato di abbandono» di un mezzo?) e scrivere il nuovo regolamento. Oggi però abbiamo dei parametri individuati chiari e concreti: telaio distorto, mancanza di ruote, manubrio e catena. In assenza di queste componenti una bicicletta può essere definita «inutilizzabile».
 
Per incentivare anche i semplici cittadini a migliorare la situazione, su internet è possibile scaricare gratuitamente l’app “Puliamo” rilasciata dall’Amsa. In fondo alla schermata iniziale è apparsa la voce «BiciclaMi» (accompagnata dal logo di una bici stilizzata). Da questa sezione si apre una schermata dedicata al recupero dei rottami: «Scatta una foto e segnala la presenza di biciclette abbandonate sul territorio cittadino». Dopo la segnalazione del cittadino, i vigili raggiungono la bici e posizionano l’adesivo giallo di avvertimento. Venti giorni per reclamarla o il ferrovecchio sparisce.
 
Luca Gregorio