Immagine
Rubini

Redazione

Da Gualtiero Marchesi al ciclismo pro

Pubblichiamo alcuni estratti della rubrica Bikitchen, dedicata alla storia di Alessandra Rubini, sul numero 23 di BIKE, che è possibile scaricare gratuitamente iscrivendosi alla newsletter (per i già iscritti l'invio è automatico).

La scuola le ha insegnato la passione per la bici, che poi lei ha saputo coniugare all’altro grande amore della sua vita, vale a dire la cucina. Alessandra Rubini, in arte ‘cheffa’, 29 anni, private chef abruzzese, si è imposta con una serie di ricette dinamiche, innovative e pur sempre ordinate, che le hanno valso la nomina ad ambassador della prestigiosa scuola culinaria Alma fondata da Gualtiero Marchesi. E non solo, come si diceva qualche riga sopra: nel suo lavoro è entrato di diritto il ciclismo. Proprio quest’anno è stata, infatti, reclutata dal team ciclistico professionista Canyon Sram Zondacrypto, dove ha assunto il ruolo di Performance Chef & Nutrition Strategist della squadra. Un’attività poliedrica che, alla base, si occupa della parte di progettazione dei menu personalizzati a seconda delle esigenze fisico-sportive delle cicliste del team. Ma riavvolgiamo il nastro e torniamo alle primissime 
pedalate.

Cheffa, domanda di rito: com’è scoccata la scintilla per la bicicletta? 
"Tutto ha avuto inizio a scuola. Frequentavo il Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci a Pescara e, durante il terzo anno, il professore di storia e filosofia organizzò il progetto ‘Il Mondo in Bici’, che prevedeva un viaggio in bici da Innsbruck a Salisburgo, seguendo la riva del fiume Inn. Pedalammo per circa sei giorni, con un autobus che ci seguiva portando le tende e sacco a pelo che ci servivano per accamparci nei camping austriaci. È stato un viaggio epico, un ricordo indelebile e, da quel momento, mi sono appassionata al cicloturismo".

[...] Oggi a che gare partecipa? 
"Prevalentemente agli eventi di cicloturismo come le Nova Eroica, Erratico, il Gravel del Mais o Strade Brute. Mi piace soprattutto per l’ambiente conviviale e non competitivo che si respira in questi appuntamenti. La bici è amicizia in primis".

[...] Qual è il percorso in assoluto che ama di più
"Le strade bianche toscane adatte al gravel. Amo un gravel ‘facile’, fatto di ghiaia e polvere, paesaggi aperti e non boschivi. A pensarci bene, però, non c’è un unico percorso in particolare perché mi piace affrontare nuovi sentieri di volta in volta, con la curiosità di scoprire qualcosa che non conoscevo".

Tra le donne, chi sono le cicliste professioniste che ammira di più? 
"Ho avuto il piacere di incontrare Marta Bastianelli. Persone come lei devono essere elogiate e seguite come mentori in questo mondo. Mi piace  Katarzyna Niewiadoma, è una persona estremamente professionale, consapevole delle sue capacità e delle sue responsabilità. Mi chiedo come riesca a gestire l’enorme pressione mediatica. C’è poi Marianne Vos, campionessa in tutto, educata, silenziosa e seria. Alla lista non può mancare Chiara Consonni, da cui si impara a trovare la forza di rialzarsi sempre, con caparbietà e felicità. A tutte queste atlete prima o poi dedicherò un piatto culinario".

E passiamo al cibo: la sua prima colazione a prova di ciclista cosa prevede? 
"Sicuramente una buona dose di carboidrati. La sera prima è fondamentale partire con il ‘carbo loading’, per non appesantirsi troppo durante la colazione del giorno dopo. Nel breakfast mattutino che preparo alle atlete ci sono dei must: pane e marmellata, una bella torta da credenza fresca (o pancake), yogurt (meglio greco o ad alto contenuto proteico), frutta con frutti rossi per combattere i radicali liberi, smoothie. Immancabili anche le uova sode, strapazzate o al tegamino. L’importante è che vengano fatte al momento". [...]