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Redazione

Dal Salento con amore… Day 2

Salento. Patria degli ulivi, della pizzica, della pietra leccese e, ovviamente, del sole e del mare. Oggi il viaggio è stato un condensato di piccole emozioni e piccoli momenti che solo un’esperienza come il cicloturismo può regalare. Un angolo di Italia mischiato però a un clima internazionale. I miei compagni di bici vengono dalla Svezia, dalla Germania, dalla Francia e dalla Spagna. Si parla e si condivide in inglese. Si fa amicizia come viene. Chi attraverso un inglese più fluido, chi meno. Ma non importa. La bici è libertà e amicizia.
 
Si parte da Otranto, si percorre la valle dell’Idro per un pezzo e poi ci si perde nella campagna salentina. All’apparenza tutta uguale e identica. Ma ad ogni curva, o meglio dietro ad ogni ulivo, capace di regalarti qualche sorpresa. E così ti puoi imbattere in una cripta bizantina che sbuca all’improvviso in tutta la sua bellezza. O arrivare, dopo quasi 5km di sterrato, alla fondazione “Le Costantine”, dove cinque signore ancora producono vestiti e manufatti tessili a mano, utilizzando telai a quattro licci in puro legno di ulivo. Un tuffo nel passato. E una memoria che vuole essere tramandata, grazie all’organizzazione di corsi in cui insegnare le tecniche locali del fiocco, dello sfilato e del pintu.

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Rimani stupito, incameri qualche sorriso che non fa mai male e via di nuovo in sella, con il conutryside che ti regala qualche dolmen piazzato qua e là. E intanto parli, ti fai abbracciare dal sole e conosci i tuoi compagni di viaggio. Ieri perfetti sconosciuti, oggi già quasi parte viscerale di te. In quel senso di condivisione, immediatezza e semplicità genuina che un bike-tour ti può regalare.
 
E poi, è proprio il caso di dirlo, il piatto forte (perchè arriva proprio all’ora di pranzo). La nostra banda di scanzonati giornalisti si ferma a Specchia Gallone per la pausa di metà giornata. Alla trattoria Caroppo puoi capire in poco più di un’ora che cosa sia il Salento: Donato, con il suo orgoglio di produttore locale, è un perfetto padrone di casa. Le prelibatezze locali sono quasi scontate, ma è il contorno che racconta questa meravigliosa terra. Pasquale (in arte P40) , menestrello locale, piomba all’improvviso con la sua chitarra e via con la festa. Canzoni in dialetto e un po’ di pizzica, la famosa danza salentina che mette allegria e coinvolge. Tutti ballano. Tutti battono le mani.
E’ l’essenza del cicloturismo. Conoscere, esplorare, farsi coinvolgere. Dalla natura, dai luoghi, dall’arte, dal cibo, ma soprattutto dalle persone. Che qui ancora ti salutano mentre passi in bicicletta. Perchè la vera ospitalità non ha tempo.

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Il cielo è terso, lo spirito rinfrancato, le bici pronte a riprendere la loro marcia. Un’altra decina di km abbondanti e Otranto ci riaccoglie fra le sue braccia. Questo piccolo gioiello che affaccia sul mare ci regala le luci del tramonto e la dolce atmosfera di un mare che sembra volersi riposare.
Il cuore ringrazia, ma le gambe sono già pronte a ripartire. Prossima tappa: Otranto-Leuca…here we go!

Luca Gregorio