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redazione

Parte il Giro, l’Italia si ferma

Parte il Giro d’Italia: via da Belfast e arrivo a Trieste il primo giugno. Il colombiano Quintana il grande favorito.
 
Non ci saranno Nibali, Froome, Wiggins e Contador, i più forti corridori delle corse a tappe, ma il 97esimo Giro d’Italia promette comunque scintille e incertezza. L’assenza di questi tre big, che si giocheranno invece il Tour de France, sembra spalancare le porte al 24enne colombiano della Movistar Nairo Quintana, l’anno scorso secondo alla Grand Boucle, ottimo scalatore e quest’anno pronto al balzo verso la consacrazione mondiale. I suoi rivali? Guardando al curriculum bisognerebbe citare Cadel Evans, che però ha 37 anni, Michele Scarponi, qui uomo di punta prima di aiutare Nibali al Tour, e soprattutto Purito Rodriguez, non al top della condizione fisica ma in montagna il più forte insieme a Quintana. Ci sarebbero poi Basso, Uran e gli outsider Pozzovivo, Nicolas Roche, figlio di Stephen, Rolland, il colombiano Arredondo e Pellizotti. Senza trascurare però Damiano Cunego, dato in buona forma, e Fabio Aru, che a 23 anni e dopo un grande lavoro di gregariato l’anno scorso per aiutare Nibali a trionfare, potrebbe anche essere pronto a sorprendere tutti.
 
Il Giro parte dall’Irlanda, e più precisamente dal Nord Irlanda e dalla sua capitale Belfast, con una classica cronosquadre. Lo sbarco in Italia avverrà a Bari, prima di risalire lo Stivale e incontrare le grandi montagne. Il 14 febbraio 2014 si è ricordato il decennale della morte di Marco Pantani e la corsa rosa omaggerà il pirata coi passaggi da Oropa e Plan di Montecampione. Ci saranno 38mila metri di dislivello in tutto, con le tappe spettacolari di Val Martello (con Gavia e Stelvio) e quella dello Zoncolan, piazzata al penultimo giorno prima della passerella a Trieste.
 
Il direttore del Giro, Mauro Vegni, spera che sia anche il Giro della ribalta per tanti giovani del panorama mondiale del ciclismo come Diego Rosa ed Enrico Battaglin, Sonny Colbrelli e l’olandese Wilco Keldermann, Moreno Moser e Davide Villella, Mattia Cattaneo e Bjorn Thurau, Salvatore Puccio e Fabio Felline, Giacomo Nizzolo e Boy Van Poppel. Tutti nati dal 1989 al 1991. Il Giro, da questo punto di vista, sente il bisogno di tutelare i corridori e i team italiani, è una missione che diventa investimento per il futuro.
 
Fra i velocisti, vista l’assenza di Cavendish, la battaglia presumibilmente sarà fra il favorito numero uno Marcel Kittel, il nostro Elia Viviani e il francese Nacer Bouhanni, ex pugile. Al via anche il 40enne, e inossidabile, Alessandro Petacchi.
 
Aldilà degli aspetti agonistici, il Giro promette come sempre di essere un carrozzone di colore, passione, storie e racconti per portare in tv (e non solo) la bellezza di un’Italia che, seppur in crisi per tanti motivi, sa ricompattarsi attorno al più grande evento popolare. Che ci dà ancora un senso di speranza, di appartenenza e di orgoglio…W il Giro!
 
Luca Gregorio