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Redazione

TRENITALIA VENETO DICE NO ALLE BICICLETTE

Trenitalia Veneto pare essere contro il cicloturismo. Gli Amici della bicicletta-Fiab di Belluno, denunciano la triste scoperta.

Il 1° agosto è stata riaperta la tratta ferroviaria Ponte nelle Alpi-Calalzo di Cadore, ma non è più possibile il caricare la bicicletta sul treno per coprire questa tratta. Trenitalia Veneto ha deciso di destinare a tale linea solamente treni per passeggeri, sprovvisti dello scomparto per le bici. Il segmento Ponte-Calalzo costituisce un tratto importantissimo per i tour cicloturistici che collegano la Pusteria e l'Austria, alle Dolomiti, alla pianura e alla laguna veneta. 

 

Per questo motivo, la decisione di non permettere il trasporto delle bici sui vagoni, risulta così insensata, oltre ai già noti problemi di sicurezza, segnaletica e all'organizzazione che non è delle migliori. Nonostante tutto, sempre più ciclisti ogni anno percorrono questa via, inoltre Calalzo è il punto di partenza della famosa pista ciclopedonale Lunga Via delle Dolomiti. Da alcuni anni la Provincia ha attivato sul percorso il servizio estivo Bike'n'Bus, che consiste in una serie di pullman dotati di carrelli porta-bici, che partono da Calalzo per raggiungere Cortina e Dobbiaco. Non dimentichiamo le due piste ciclabili realizzate lungo la valle del Piave.

 

In un contesto così attento al traffico ciclistico, la decisione presa da Trenitalia Veneto, stona, e inceppa un meccanismo che per svilupparsi richiede un'integrazione efficiente con i trasporti pubblici. Il provvedimento rischia di danneggiare pesantemente un'attività economica importante, in crescita, rispettosa dell'ambiente, che potrebbe continuare ad attirare un flusso turistico sempre maggiore.

 

Gli Amici della bicicletta, oltre a chiedere a Trenitalia Veneto di modificare la sua decisione e di dotare tutti i treni regionali di spazi sufficienti per il trasporto bici, invita tutti coloro che hanno a cuore mobilità ciclistica e pedonale, cicloturismo e una prospettiva diversa di sviluppo del territorio, ad unirsi alla protesta.

 

Un futuro diverso è possibile.