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Redazione

Focus on...La VAM


 
Velocità Ascensionale Media oppure Velocità Ascensionale Mentale? La prestazione atletica è dentro di noi. I numeri servono, ma non sono tutto. Nessun numero potrà mai descrivere le capacità dell'uomo, grande e complessa macchina motoria "pensante".



La VAM (Velocità Ascensionale Media) è la cilindrata del ciclista nelle scalate e rappresenta il
dislivello in metri che si riesce a superare in salita in un'ora.
Se una salita ha un dislivello di 1.400 metri, ad esempio, e il ciclista ha una VAM di 800 metri/ora, gli occorreranno 1 ora e 45 minuti per arrivare in cima, poiché 1.400 x 60 / 800 = 105 minuti.
La VAM è proporzionalmente collegata alla potenza media che un ciclista riesce ad erogare;
logicamente questo è un parametro "risultante" di tanti fattori, tra cui la gestione della gara, il
tempo trascorso tra una salita e l'altra, cioè i km fatti e come sono stati fatti.
 
Spesso sentiamo parlare della VAM nelle tappe dei grandi giri e nelle classiche: sembra
incredibile come i professionisti riescano a fare certe performance dopo tante ore di sella. Ma veniamo a noi "umani".
La gara è una gestione di tanti fattori, a volte si è in un gruppo "coeso" e si fanno delle salite a VAM fattibili, a volte ci si trova in mezzo a "cavalli pazzi" che menano a "scatti" e fanno di una VAM media la somma di tante VAM troppo alte per la nostra potenza. Controllare la VAM è fondamentale. Un "giro d'occhio" dà sicurezza su quanto si sta raccogliendo; insieme al cardiofrequenzimetro (per i più fortunati il misuratore di potenza) ci segna le sensazioni di consapevolezza e sicurezza di non "sforare", per durare e arrivare senza temere quel maledetto cartello dei meno 10 chilometri all’arrivo con su scritto spesso: “da qui iniziano i crampi”.
 
E la mente che parte fa in questa storia di tecnologia, dove l'uomo è diventato un lettore di dati, dove tutto è metodica e spesso ossessione? L'uomo "sapiens" sta lì, con lo sguardo fisso su un cardio appannato, non dal sudore, ma dalla nebbia che avvolge gli occhi, dove la ricerca dei propri limiti è spesso la paura di sentirsi male, di fare brutta figura, di rimpiangere il famoso chilogrammo in più, preso qualche giorno prima per aver dovuto appagare lo stress con un po’ di "dopamina dolciaria". L'uomo "sapiens" sta al centro e mai si deve spostare: mentre i numeri scorrono sul computerino, lui deve non perdere l'autocontrollo, l'autostima e ripetere sempre dentro se stesso: “fai quello che sai fare, guarda tutti, non con lo sguardo diretto, ma con lo sguardo esteriore di chi assiste la gara come al bordo di una salita e giudica ogni mossa dell'avversario”. Tutto serve, tutto è utile se usato per il valore che ha veramente. Vale sempre la regola: alla base di ogni metodica, non c'è mai l'improvvisazione di chi pretende di allenarsi qualche settimana e trarre subito beneficio stabile di quanto ricercato. Nulla si crea in un giorno, solo sensazioni e basta. Anni di lavoro pero' si distruggono in un attimo: così per tutto e tutti. La ripetizione delle metodiche, in pace con noi stessi, cioè quando siamo soli e possiamo concentrare tutta la nostra attenzione su quella meravigliosa macchina che è l'uomo e che un semplice computerino non potrà mai descrivere in un numero, che, se dovesse esprimere la realtà, darebbe "infinito".
 
La Velocità Ascensionale Media è la nostra Velocità Ascensionale Mentale, cioè siamo noi,
dentro e poi fuori.



Alessandro Schiasselloni

    SPORT MENTALIST (Mental Coach )   

Preparatore Atletico - Istruttore Sportivo - Educatore Posturale

            Posturologo (sportivo)  - Istruttore Apnea

               Email aschiasselloni@gmail.com   

    Web :  www.posturale.info   - www.sportmentalist.it                     

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