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Transcanada, un viaggio-esperienza
Alberto e Fausto, viaggiatori entrambi. Il primo in sella alla sua bici affronta sfide in solitaria; il secondo, pallina rimbalzina che cammina il mondo perché inebriato dal suo profumo e dalla sua diversità.
Ragazzi, uomini, bambini di 38 e 34 anni che vivono poco lontano l’uno dall’altro e che come idea di vita condividono la stessa tenda da sempre...
Così nessun stupore quando quel mercoledì 26 dicembre 2012 sotto il tendone di una sagra paesana i due si avvicinano e in quattro parole, scarne ma solenni, iniziano a programmare il loro nuovo sogno: Russia. Questo paese in sé non ha nulla di più di un qualsiasi altro posto, per entrambi è nuovo, dunque scoperta, stimolo.
Gli occhi sono puntati su Vorkuta, cittadina situata nell’estremo est dell’Europa continentale, a nord dei monti Urali. L’obiettivo è proprio quello perchè ad est il progetto di Alberto “Nord-Sud-Ovest-Est”, ovvero raggiungere i 4 punti cardinali dell’Europa continentale, troverebbe il suo compimento ultimo.
Le difficoltà, però, iniziano ancor prima di salire in sella; durante i mesi trascorsi a pianificare il viaggio trovano nella burocrazia un ostacolo invalicabile, tra impegni promessi e poi dissolti, non c’è stato verso di ottenere il visto e dopo innumerevoli tentativi e snervanti attese il progetto Russia si arena a pochi giorni dall’ipotetica data di partenza.
Così invece di demoralizzarsi si rimboccano le maniche e rivolgono lo sguardo oltre Oceano. Il nuovo sogno si chiama TRANS CANADA. Un viaggio enorme da organizzare in poco più di 10 giorni. 9200 km, da est a ovest, dall’isola di Newfoundland nell’Oceano Atlantico al cuore dell’Alaska.
Quando la volontà supera le paure, gli ostacoli diventano piccoli cancelli da scavalcare di slancio!
Così eccoli, il 25 luglio 2013 a Venezia.
Atterriamo all’aeroporto di Saint Johns, in Newfoundland, che è notte fonda dopo oltre 10 ore di volo, siamo stanchi ma eccitati. Siamo nella zona di smistamento bagagli e guardiamo impotenti il nastro trasportatore consegnare le valigie ai nostri compagni di volo; piano piano la sala si svuota e rimaniamo solo noi, li, ad osservare senza ricevere nulla. Bagagli e biciclette sono stati smarriti.
Rimaniamo in aeroporto per due giorni e siamo costretti a campeggiare muniti del solo kit di emergenza fornitoci dall’ufficio lost & found.
La mattina del 27 Luglio, belli come il sole, vestiti casualmente di giallo siamo al via di una strada che ci vedrà attraversare per intero, da Est a Ovest il secondo paese più grande del Mondo, il Canada, su su fino alla leggendaria ed affascinante Alaska, aspra terra ricca di quel selvaggio tanto da renderla tra le mete più attraenti al Mondo.
Come per magia tutte le tensioni accumulate si dissolvono al primo colpo di pedale. Partiamo subito letteralmente in salita.
Ad aspettarci ci saranno variabili impegnative ma soprattutto un vento contrario che ci ostacolerà per ben 38 giorni su 83 effettivi di marcia. L’attraversata del Canada è piuttosto famosa, molti cicloturisti ogni anno percorrono i 7700 km che dividono Vancouver, in British Columbia da Saint Johns in Newfoundland. Praticamente tutti compiono il percorso da sinistra a destra del paese perché si trovano ad avere un forte vento a favore che li spinge alle spalle.
Vento che a noi, avventurieri controcorrente, ci ha preso a schiaffi per giornate intere.
Attraversando 10 delle 12 Province (Newfoundland-Nova Scotia - New Brunswich – Quebec – Ontario – Manitoba – Saskatchewan – Alberta - British Columbia - Yukon) siamo riusciti a cogliere in ognuna di esse meraviglie e piccole sfaccettature che rendono ogni provincia diversa dall’altra.
La provincia più dura e difficile dell’intero viaggio, banco di prova per entrambi, è stata il Newfoundland. I suoi 993 km ce li siamo sudati tutti, dal primo all’ultimo metro ed alla fine di ogni tappa avevamo gambe durissime attanagliate dall’ acido lattico. Impietoso vento contrario, tantissime salite, infinite colline più o meno alte da valicare e un sole cocente a volte oltre i 35° che mai avremmo pensato di trovare qui.
Le emozioni più intense le abbiamo sicuramente vissute in British Columbia e nello Yukon. Territori montuosi, ricchi di quella fauna selvaggia che ti fa star sempre all’erta, pronto a qualsiasi imprevedibile incontro. Brividi continuano a scorrere lungo tutta la nostra schiena solo ricordando quella notte in tenda circondati dai lupi.
Il saluto del Canada non poteva essere migliore perché proprio l’ultima notte prima di entrare in Alaska una splendida Aurora Boreale ha riscaldato i nostri cuori e riempiendo il nostro animo di quell’ infinita gioia che solo uno spettacolo di tale imponenza riesce a suscitare.
Quando il 14 ottobre raggiungiamo il cartello Alaska siamo due amici inseparabili, non c’è più un segreto tra di noi, dall’asilo ad oggi ci siamo spifferati ogni cosa.
Gli ultimi 500 km in territorio americano sono solo pacche sulle spalle e polvere di tristezza leggera…”peccato sia già finita!”.
Gioco di prestigio: per il nostro abbigliamento, casualmente giallo, ci siamo soprannominati puntini gialli. Fairbanks è la città d’arrivo e la sua scritta, posta su un colle, è tinta di giallo. Ai suoi piedi con un gioco di sassi è disegnato un gigantesco cuore…giallo.
Su questo colore si conclude il nostro viaggio, durato 85 giorni e lungo 9163 km, come se avessimo pedalato per sette “italie” messe in fila.
Sappiamo che non abbiamo fatto nulla di incredibile e pur essendo un viaggio importante.
Certe cose accadono, altre, come questo viaggio, basta volerle.
Alberto e Fausto