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Redazione

A Gran Canaria con Davide Cassani

 
13 febbraio 2015; dopo circa 4 ore di volo, il 737/800 tocca il cemento della pista  di Las Palmas, nell'isola di Gran Canaria, al largo delle coste del Marocco; terre di Spagna in pieno oceano Atlantico.

Inizia così lo stage della Bike Academy, al quale ho aderito d'impulso, senza pensarci troppo su. Per me, cicloturista bassaiolo con  60 primavere sulle spalle, poco allenamento e qualche etto di troppo, i dubbi e le perplessità rimangono. Cosa mi aspetta, avrò fatto bene, riuscirò a pedalare tutti i giorni, a non fare figuracce? Dubbi fugati, dissolti in un nanosecondo, appena messo piede in hotel. Siamo accolti dal sorriso cordiale del C.T. della nazionale di ciclismo, Davide Cassani e...... scusate se è poco. E' come se una squadra amatoriale di calcetto venisse allenata da Conte; fantascienza allo stato puro. Ed è  così che iniziano nove giornate stupende passate a pedalare lungo strade lisce come tappetini  di velluto, sopra un'isola vulcanica battuta dal vento, baciata dal sole, con panorami da urlo e temperature sempre gradevoli, tra i 18 e 25 gradi. Roba da non credere, il nostro inverno è  già un ricordo lontano, sfumato. Salite e discese continue, senza soluzione di continuità; la pianura è infatti la sola cosa che manca in questo paradiso per cicloturisti.  I percorsi  sono disegnati dalla potenza della Natura, uno spettacolo continuo, e studiati su misura per ogni tipologia di ciclista.  L'assistenza è al livello massimo, da vero professionista;  auto al seguito di ogni gruppo, Osvaldo meccanico di lungo corso che cura le bici con le sue manone dal tocco di farfalla, ( una vera manna per me, incapace di cambiare solo una camera d'aria ), ristori nei punti strategici e riprese televisive lungo tutti i percorsi, con Graziano che, dietro la telecamera, racconta enormi balle  (per il tuo morale) sui chilometri che restano di salita. La sera ,infine, riunione tecnica seria, tra risate, battute e storielle dove Lelli scrive "una pagina di storia ". I 50 pedalatori sono divisi in gruppi omogenei per capacità ed allenamento; Max Lelli, alla testa dei forzati del dislivello e del chilometraggio, sempre a tutta, senza respiro.
 
Marco Velo e Cassani per il  medio come chilometraggio e difficoltà altimetrica, con andamento  meno esasperato. Infine la parte migliore, il gruppo meraviglia, capitanato dal mitico Giovanni Lucchi e del quale facevo parte, chilometri e dislivello sempre al ritmo di cicloturismo rilassato e sosta di rigore al bar. 
 
Il segno distintivo della vacanza è stata però l'atmosfera, quella  speciale empatia  che aleggiava tra  tutti i partecipanti, personaggi e  membri dello staff ad alimentare un piccolo microcosmo dove tutti, dal  C.T. all'ultimo pedalatore, si sentivano parte integrante del gruppo, nessuno escluso. E'proprio vero che la bici rende tutti un po' migliori; forse la pratica del ciclismo dovrebbe essere obbligatoria. E fuori, sulle strade la gente che ti guarda benevola, le auto che ti rispettano e non cercano mai di "stirarti" alle rotonde, anzi. 
 
Una cosa è certa; al netto delle cose della vita, il prossimo febbraio io sarò ancora là, dove i ciclisti sudano in mezzo alle raffiche di vento, che fanno sventolare le palme come bandiere,  su strade costiere che mostrano la potenza dell'Atlantico, arrancando su bellissime rampe maligne tra canyon scavati nella roccia rossa, tra cespugli bassi, pendii ripidi e certi falsopiani che quando torni, col vento in ....poppa, pensi subito che il tuo computer di bordo sia rotto. Soria, Mogan, Fataga, Cercado de Espino, e magari il pico de las Nieves, aspettatemi. 22 febbraio ore 11.30; le ruote del carrello del 737/800 si staccano dal cemento della pista di Las Palmas;  penso che un anno in fondo passa  veloce, come una discesa sospinti dal vento....... e magari Velo la prossima volta spingerà un po' anche me e non solo quelli magri. D'altronde da quando il C.T. della Nazionale, dopo avermi visto all'opera, mi ha detto, testuale, che sono un "grosso corridore", la mia vita è ovviamente cambiata...
 
Graziano Majavacchi