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La Sfida: Un week-end memorabile, seconda parte
L’albergo è di quelli che chiamerei “spartano”, ma la vista che offre dalla cima del Ghisallo è meravigliosa e in questo mitico luogo si respira un’aria di “Storia del Ciclismo”. Abbiamo cenato insieme venerdì sera, una cinquantina di persone compresi i concorrenti, operatori TV, registi, ragazzi della produzione, motociclisti, DS, presentatori ecc. Devo dire che in un clima di festa la tentazione era di bere un bicchiere di troppo...
...dimenticando che la sveglia era puntata per le 5.00; non un problema per il simpatico militare che era in camera con noi, ma un orario sconosciuto per me!
Eravamo in quattro nella camera e a quarant’anni di distanza ho rivissuto la gioia di dormire in un letto a castello. Non che io abbia dormito molto perché qualcuno ha russato tutta la notte! Dopo una colazione al volo ci siamo radunati davanti al Museo del Ciclismo nel buio quasi totale e Paolo Savoldelli ci ha svelato il programma del giorno: 30 km tra discesa e saliscendi per permettere agli esperti di valutare la nostra capacità di stare in bici.
Paolo ha sottolineato che questo esercizio era di fondamentale importanza e contava di più della cronoscalata finale che avrebbe completato la prova. Conoscevo bene queste strade ma non le avevo mai percorse con una scorta di operatori TV in moto (di una bravura impressionante) sotto l’occhio attento di grandi esperti ed ex-ciclisti. Dopo questa prima prova era già chiaro che c’erano delle differenze notevoli tra i vari ciclisti. Da una parte c’era chi era molto esperto con molta “gamba” e dall’altra parte un ragazzo chi mi ha confidato di non avere mai pedalato in discesa: era letteralmente terrorizzato, ma ha dimostrato grande coraggio.
Dopo avere mangiato dei panini forniti dall’albergo ci siamo messi in piccoli gruppi per condividere le nostre esperienze e continuare a fare amicizia. Dopo una lunghissima consultazione tra i giudici nel Museo del Ciclismoc era arrivato il momento delle scelte davanti a un folto pubblico e con le telecamere accese. Un momento insieme emozionante e triste perché l’avventura stava per finire per molti di noi. Savoldelli doveva leggere il nome di ciascun concorrente seguito da un semplice “sei dentro” o “sei fuori”, il tutto all’ombra del famoso monumento ai ciclisti.
Tanti pensieri mi sono passati per la testa quando ho capito d’essere stato scelto, innanzitutto vera gioia ed emozione ma anche la realizzazione che stavo per affrontare una sfida che forse era più grande di me. In ogni caso era arrivato il momento di conoscere i nostri compagni di squadra e poi festeggiare con un paio di birre (dicono che la birra sia un ottimo ricostituente e io sono d’accordo!). Avendo scoperto che Riccardo Magrini sarebbe stato il nostro DS (competenza e divertimento assicurati) e che le nostre bici sarebbero fornite della Tropix per mano degli ex campioni Wladimir Belli e Luca Bramati (campioni anche di simpatia e umiltà) mi sono reso conto che quasi tutte le persone con le quali avevo fatto amicizia erano nell’altra squadra.
Comunque mi piaceva la mia squadra che comprendeva un architetto non-praticante, un'allenatrice di spinning, un pizzaiolo e un traduttore (il sottoscritto). Davanti alle nostre bici e sotto gli occhi attenti di Riccardo e Wladimir sembravamo una bella squadra: forza Tropix-Nalini!
Ma prima di soffrire c’erano ancora dei momenti memorabili da condividere: il ‘bike fit’ con Luca e Wladimir (e l’imbarazzo di sentirmi dire da due campioni che ero messo veramente male in bici!) e poi i super-regali dagli sponsor, tutti gli indumenti immaginabili per le due squadra, più caschi, occhiali e quanto altro. Eravamo pronti ma non riuscivo a togliermi dalla testa una domanda che mi aveva fatto uno dei registri, Gianluca: “Secondo te qual è il punto debole della squadra?”. Avevo detto che non avevamo punti deboli ma sapevo che la risposta giusta era “è davanti ai tuoi occhi”!
A questo punto eravamo pronti per la partenza della Sfida, prevista per il giorno dopo davanti al Duomo di Milano. Non ci restava che goderci un’altra gustosissima cena in un noto ristorante di Milano frequentato da molti ciclisti e poi passare la notte in un bell’albergo in centro. La Sfida stava per incominciare. Ero pronto?…..be, era meglio non pensarci e semplicemente godermi quest’esperienza unica e già indimenticabile.
Martyn Anderson
Il reality di Bike Channel Milano-Roma: La Sfida, raccontato da uno dei protagonisti che hanno vissuto questa straordinaria esperienza!
LEGGI IL RESTO DELLA STORIA
Primo episodio: Tutto comincia così...
Secondo episodio: un week end da Campione!
Terzo episodio: comincia l'avventura, da Milano a Verona
Quarto episodio: arrivano le salite!
Quinto episodio: una cronoscalata da Campione!
...dimenticando che la sveglia era puntata per le 5.00; non un problema per il simpatico militare che era in camera con noi, ma un orario sconosciuto per me!
Eravamo in quattro nella camera e a quarant’anni di distanza ho rivissuto la gioia di dormire in un letto a castello. Non che io abbia dormito molto perché qualcuno ha russato tutta la notte! Dopo una colazione al volo ci siamo radunati davanti al Museo del Ciclismo nel buio quasi totale e Paolo Savoldelli ci ha svelato il programma del giorno: 30 km tra discesa e saliscendi per permettere agli esperti di valutare la nostra capacità di stare in bici.
Paolo ha sottolineato che questo esercizio era di fondamentale importanza e contava di più della cronoscalata finale che avrebbe completato la prova. Conoscevo bene queste strade ma non le avevo mai percorse con una scorta di operatori TV in moto (di una bravura impressionante) sotto l’occhio attento di grandi esperti ed ex-ciclisti. Dopo questa prima prova era già chiaro che c’erano delle differenze notevoli tra i vari ciclisti. Da una parte c’era chi era molto esperto con molta “gamba” e dall’altra parte un ragazzo chi mi ha confidato di non avere mai pedalato in discesa: era letteralmente terrorizzato, ma ha dimostrato grande coraggio.
Dopo avere mangiato dei panini forniti dall’albergo ci siamo messi in piccoli gruppi per condividere le nostre esperienze e continuare a fare amicizia. Dopo una lunghissima consultazione tra i giudici nel Museo del Ciclismoc era arrivato il momento delle scelte davanti a un folto pubblico e con le telecamere accese. Un momento insieme emozionante e triste perché l’avventura stava per finire per molti di noi. Savoldelli doveva leggere il nome di ciascun concorrente seguito da un semplice “sei dentro” o “sei fuori”, il tutto all’ombra del famoso monumento ai ciclisti.
Tanti pensieri mi sono passati per la testa quando ho capito d’essere stato scelto, innanzitutto vera gioia ed emozione ma anche la realizzazione che stavo per affrontare una sfida che forse era più grande di me. In ogni caso era arrivato il momento di conoscere i nostri compagni di squadra e poi festeggiare con un paio di birre (dicono che la birra sia un ottimo ricostituente e io sono d’accordo!). Avendo scoperto che Riccardo Magrini sarebbe stato il nostro DS (competenza e divertimento assicurati) e che le nostre bici sarebbero fornite della Tropix per mano degli ex campioni Wladimir Belli e Luca Bramati (campioni anche di simpatia e umiltà) mi sono reso conto che quasi tutte le persone con le quali avevo fatto amicizia erano nell’altra squadra.
Comunque mi piaceva la mia squadra che comprendeva un architetto non-praticante, un'allenatrice di spinning, un pizzaiolo e un traduttore (il sottoscritto). Davanti alle nostre bici e sotto gli occhi attenti di Riccardo e Wladimir sembravamo una bella squadra: forza Tropix-Nalini!
Ma prima di soffrire c’erano ancora dei momenti memorabili da condividere: il ‘bike fit’ con Luca e Wladimir (e l’imbarazzo di sentirmi dire da due campioni che ero messo veramente male in bici!) e poi i super-regali dagli sponsor, tutti gli indumenti immaginabili per le due squadra, più caschi, occhiali e quanto altro. Eravamo pronti ma non riuscivo a togliermi dalla testa una domanda che mi aveva fatto uno dei registri, Gianluca: “Secondo te qual è il punto debole della squadra?”. Avevo detto che non avevamo punti deboli ma sapevo che la risposta giusta era “è davanti ai tuoi occhi”!
A questo punto eravamo pronti per la partenza della Sfida, prevista per il giorno dopo davanti al Duomo di Milano. Non ci restava che goderci un’altra gustosissima cena in un noto ristorante di Milano frequentato da molti ciclisti e poi passare la notte in un bell’albergo in centro. La Sfida stava per incominciare. Ero pronto?…..be, era meglio non pensarci e semplicemente godermi quest’esperienza unica e già indimenticabile.
Martyn Anderson
Il reality di Bike Channel Milano-Roma: La Sfida, raccontato da uno dei protagonisti che hanno vissuto questa straordinaria esperienza!
LEGGI IL RESTO DELLA STORIA
Primo episodio: Tutto comincia così...
Secondo episodio: un week end da Campione!
Terzo episodio: comincia l'avventura, da Milano a Verona
Quarto episodio: arrivano le salite!
Quinto episodio: una cronoscalata da Campione!