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Redazione

Mondiale, Sagan fenomeno. Italia bocciata

Lo sanno tutti. Peter Sagan è un predestinato. Un corridore potente e di classe. Teoricamente in grado di vincere ogni corsa. A volte forse troppo sicuro di sè, a volte sfortunato. Ma pur sempre un campione. A Richmond era atteso al varco. Favorito numero uno insieme a Degenkolb e Matthews. Quegli strappi duri ma non lunghi si sposavano al meglio con le sue caratteristiche. Detto, fatto. Il capolavoro costruito dalla slovacco negli ultimi 2km è qualcosa che andrà fatto rivedere ai giovani per decenni e decenni. Uno strappo al gruppo senza dare possibilità di replica. Un numero di classe e superiorità manifesta che ha lasciato tutti a bocca aperta.

Sagan ha vinto il suo primo Mondiale a 25 anni. Al traguardo quasi non ha esultato. Forse conscio della sua forza rispetto agli altri. Rispetto che, a proposito, King Peter ha nel gruppo, grazie anche alla sua simpatia. Vittoria in solitaria, di quelle che ti consentono di gustarti gli ultimi metri sgombrando la testa da qualsiasi pensiero. E sapendo che da quel momento sarai per sempre nella storia del ciclismo. Bravo Peter, sei stato uno spettacolo.

E l'Italia? Non vogliamo essere troppo duri, ma il nostro è stato un Mondiale piuttosto piatto e senza squilli. Non eravamo i favoriti, ma non siamo nemmeno riusciti a ritagliarci qualche spazio, magari movimentando la corsa. Trentin e Viviani, gli uomini più attesi, non sono riusciti (o forse non sono stati messi nelle condizioni ideali) a inventarsi qualcosa. Elia ha cercato di entrare in una fuga interessante, ma troppo lontano dall'arrivo.

Forse non avevamo gli uomini adatti, perchè la sensazione è quella di essere andati in America con tante prime punte ma un'idea meno definita di squadra. Peccato. Dal 2008, ovvero dall'ultimo trionfo di Ballan, l'Italia ha faticato a ritrovare i nomi giusti su cui puntare per la gara più importante dell'anno. Abbiamo nomi pesanti e vincenti per i grandi giri a tappe (Aru e Nibali su tutti ovviamente), ma dopo Paolo Bettini nessuno ha saputo mostrare qualità all'altezza nelle corse di un giorno come aveva il Grillo. Il nostro movimento, in questo momento, ha propria bisogno di questo.

Luca Gregorio