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Redazione

Il Basso Lodigiano, un itinerario quasi sconosciuto

Un giro di pianura in una terra quasi sconosciuta, poco appariscente e di passaggio, solcata da autostrade, ferrovie, auto e tir. Ma basta soltanto uno sguardo un po' più attento per scorgere dietro a questo grigio fondale, un piccolo e prezioso mondo fatto di  stradine che incrociano abbazie e ville  solitarie, lambiscono piccoli borghi, cascine, sfiorando fiumi e canali che bagnano una campagna tra le più fertili del mondo. E' il Lodigiano; un posto dove si scoprono lentamente le cose che si nascondono dietro le curve, i filari dei pioppi, lungo le rive di una roggia.

Da Villa Biancardi, in quel di Zorlesco, pedaliamo in direzione di Brembio sulla sp 141;  arriviamo al centro paese giriamo a destra in direzione Secugnago e, dopo il cavalcavia, ancora  a destra sulla vecchia via emilia fino ad incrociare la nuova ss9, che attraversiamo facendo molta attenzione al traffico veloce. La stradina si insinua zigzagando  nella campagna fino ad incrociare la sp 222; prendiamo a sinistra e dopo Melegnanello, arriviamo a Turano Lodigiano. Sfioriamo la stupenda villa Calderari e proseguiamo in direzione di Cavenago d'Adda; tra campi di mais ed erba medica si pedala in una campagna verde e rigogliosa  grazie  al  duro lavoro dell'uomo nel corso dei secoli. Siamo  nel parco Adda sud; superato il ponte sul fiume, imbocchiamo a sinistra una stradina che passa da Persia, Ca' de Vagni e, dopo Rubbiano, imbocchiamo una bella ciclabile che ci porta fino a Casaletto Ceredano.

Il nastro d'asfalto si srotola nella campagna aperta con curve e controcurve, tra cascine sparse, piccole cappelle votive alla Madonna, dove sembra quasi un mare l'erba. Ad Abbadia Cerreto l'abbazia dei Benedettini fondata nel 1084 e primi bonificatori di quella che era una palude malsana, sorveglia severa la strada che la sfiora. Siamo a pochi chilometri da Lodi ma respiriamo un'aria antica, i resti di un piccolo mondo che sembra immobile, immutabile . Corte Palasio, Prada, Cadilana; arrivati all'incrocio con la ss 235 svoltiamo a sinistra verso Lodi. E' il tratto meno ciclabile del giro; è possibile trovare, un po' di traffico , ma sono solo 3 chilometri e, dopo l'attraversamento di Lodi in direzione Piacenza ( zona ospedale), imbocchiamo la " vecchia Cremonese", la madre di tutte le ciclabili lodigiane. Lambendo l'Adda e poi il canale Muzza, i 10/12 chilometri di un tratto veramente spettacolare, ci riporteranno fino alla Colombina di Bertonico, passando per Basiasco e Turano.

Le piante che crescono e cadono nel corso d'acqua, la luce che filtra nel fogliame e crea giochi d'ombra, ogni volta che passiamo da qui, siamo stupiti e meravigliati, come se fosse la prima. A Castiglione d'Adda proseguiamo ancora sulla ciclabile arrivando a Camairago e poi a destra fino alla Mulazzana, altra cascina storica.

Dopo Terranova de' Passerini ed Il passaggio da Casalpusterlengo e Borasca, eccoci in pochi minuti ancora a Zorlesco, il nostro capolinea. 80 chilometri senza difficoltà altimetriche, percorribili anche con la bici senza moltiplica, da pedalare con calma in tutte le stagioni ( evitando i mesi più caldi), per gustare appieno tutte le sfumature e le bellezze nascoste di un territorio che, sono sicuro, vi sorprenderà piacevolmente.  
E questo è solo un piccolo assaggio di quello che vi aspetta se rotolerete in bici da queste parti.....

Graziano Majavacchi