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Redazione

Pagelle: Aru e Nibali alfieri, Quintana bocciato

Alla fine della stagione manca ancora qualche gara minore, ma ai principali big del circuito ciclistico proviamo a dare i nostri voti.




[3;100]
Fabio Aru: 9
L'anno della consacrazione. Secondo al Giro e trionfatore alla Vuelta. Il sardo è il futuro, ma anche il presente, del ciclismo italiano. In salita emoziona più di Nibali, corre col cuore e con la voglia di stupire, riportando un pizzico di fantasia in questo ciclismo a volte troppo prevedibile. Al Giro ci ha provato, ma aveva davanti un fuoriclasse come Contador. Alla Vuelta ha sfoderato tutta la sua qualità, battendo tutti i più forti della classifica. FIORITO


[5;100]
Vincenzo Nibali: 7
Prima parte di stagione a dir poco terribile, senza risultati e senza condizione. Il bis nel campionato italiano gli ha dato una piccola spinta emotiva, ma al Tour, il suo grande obiettivo, ha fallito, pur regalando qualche spunto nella terza settimana. Contro i migliori ha faticato, ma ha avuto il merito di rimettersi in discussione andando alla Vuelta. Quella sciocchezza da dilettante che gli è costata la squalifica è una macchia che gli abbassa pesantemente il voto. La delusione spagnola però ci ha consegnato uno Squalo in forma eccellente per l'ultimo mese di corse significative, in cui il siciliano si è ritrovato vincendo il Trittico Lombardo e soprattutto il Giro di Lombardia, prima grande classica del suo palmares. Insomma, il 2015 ci lascia in eredità un Nibali più convincente nelle gare di un giorno che non nei giri a tappe. Ma è un caso e il Giro 2016 sembra designato apposta per lui. CAPARBIO

[2;100]
Chris Froome: 8,5
A molti non piace (incluso chi scrive) per la sua somiglianza a un robot programmato. Però cosa si può dire di uno che scommette tutto sul Tour e lo vince per la seconda volta in carriera? Il capitano della Sky ha corsa una Grand Boucle perfetta, attaccando al momento giusto e poi gestendo il resto, anche sfruttando le tattiche, a volte misteriose, della Movistar. Alla Vuelta stava correndo da protagonista, prima di lasciare per una frattura al piede. Il suo 2015 è stato impreziosito anche dal Giro del Delfinato. MACCHINA

[1;100]
Alberto Contador: 8
Re Alberto ha centrato l'obiettivo dichiarato, ovvero il Giro. Una vittoria abbastanza annunciata, che solo Aru e l'Astana hanno provato a minare, pur senza ribaltare il pronostico. E' vero che il Pistolero ha vinto la corsa senza prendersi nemmeno una tappa, ma è anche vero che è arrivato a Milano correndo praticamente da solo, per colpa di una Tinkoff decisamente non all'altezza. Elemento che gli vale mezzo voto in più in pagella, perchè per il resto lo spagnolo non ha ottenuto altri risultati signficativi. Era partito per tentare l'accoppiata Giro-Tour, ma in Francia, pur finendo con un onorevole quinto posto, non ha mai dato la sensazione di poter stare al passo coi migliori. CECCHINO

Peter Sagan: 9
Il predestinato ce l'ha fatta. Considerato universalmente un fenomeno e ancora senza classiche in bacheca, il ceco è andato a conquistare la maglia più ambita, ovvero quella iridata. Al Mondiale di Richmond ha fatto tutto nella maniera perfetta, dimostrando su quel tipo di arrivi di non avere nessuno in grado di reggere la sua esplosività. Al Tour ha vinto per la quarta volta di fila la maglia verde a punti, segno della sua grande regolarità. Il 2016 sarà il palcoscenico giusto per prendersi, da iridato, qualche classica. TALENTO

[4;100]
Nairo Quintana: 5
Secondo al Tour e quarto alla Vuelta. Fermandosi a questi due numeri l'insufficienza non avrebbe una spiegazione logica. Ma Nairo Quintana non ha vinto nemmeno una corsa (intesa anche come tappa) in questo 2015. A un certo punto nessuno sapeva dove e come si stava allenando in vista del Tour, dove sembrava poter battagliare con Froome, prima che la strada dicesse il contrario. Anche per colpa della Movistar, che ha preferito portare sul podio di Parigi lui e Valverde piuttosto che provare a incnediare la corsa negli ultimi giorni. Alla Vuelta ha fallito l'ingresso sul podio, senza lasciare tracce significative. E' vero che è giovane, ma fallire tutti i propositi lo porta per forza di cose a finire dietro la lavagna. ACERBO

Luca Gregorio