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La storica Parigi-Tours per chiudere in bellezza la stagione
La Parigi - Tours è una delle corse più antiche, una delle più belle, è nata nel 1896, è coetanea della Parigi - Roubaix, e si appresta ad inaugurare la sua edizione numero 109.
Per giunta, non si è fermata quasi mai nemmeno durante le guerre mondiali, eccezion fatta per il 1915, 1916 e 1940. Ha vincitori del calibro di Francesco Moser (1974), Sean Kelly (1984), Johan Museew (1993), Andrea Tafi (2000), Richard Virenque (2001), Erik Zabel (2003, 2005) e Philippe Gilbert (2008, 2009), che quest’anno però mancherà all’appello dopo aver corso il Lombardia. Quest’anno, si percorrono 231 km da Chartres a Tours, e alla partenza ci sarà parterre di nomi di tutto rispetto. La città da cui prenderà il via, Chartres, ha ispirato la storia del ciclismo francese e mondiale. Geo Levefre era proprio di Chartres, di mestiere faceva il giornalista e nel 1903, da redattore del giornale L’Auto, pensò il Tour de France. L’idea fu ripresa dal suo direttore Desgrange, che organizzò la prima Grand Boucle. Ma questa è un’altra storia.
Domenica è tempo di Parigi - Tours, una corsa ultracentenaria, che chiude le finestre di una stagione entusiasmante e, una volta finita, permetterà ai corridori di riposare fino agli albori del 2016. Analogamente al Lombardia, anche la Parigi - Tours è stata di recente soprannominata la ‘classica delle foglie morte’. Dal 2009 è stata relegata al grado di corsa UCI Europe Tour, ma dal 2005 al 2007 è stata parte integrante del Pro Tour. La startlist è comunque importante, ma soffre inevitabilmente la concorrenza di corse esotiche come l’Abu Dhabi Tour, che calamita l’attenzione e la presenza dell’élite mondiale. In pole position, ci saranno i velocisti di casa Nacer Bouhanni e Artaud Demare, ansiosi di riscattare nell’ultima occasione possibile una stagione avara di successi. Non solo Demare e Bouhanni però, perché l’Italia sarà rappresentata dal velocista della Trek Giacomo Nizzolo, migliore azzurro ai mondiali di Richmond, e da Matteo Pelucchi. Nizzolo sarà assistito dal fedele compagno Eugenio Alafaci.
Da osservare con un occhio di riguardo in volata anche Gerald Ciolek, che in carriera ha vinto nientemeno che una Milano - Sanremo nel 2013, Danny Van Poppel, Matti Breschel ed il campione nazionale francese Steve Tronet. Il percorso di 231 chilometri, sostanzialmente piatto con qualche strappo non impossibile, induce a pensare che si arrivi allo sprint, ma non è scontato. Nel 2014, l’esempio più recente, Jelle Wallays vinse anticipando il gruppo. Il traguardo è situato sull’Avenue de Grammont, è così dal 1988, e qui non sempre si è giunti in volata. Ci sono tutte le possibilità affinché qualche finisseur di lusso tra quelli presenti possa cambiare totalmente le carte in tavola. Ed i nomi, anche in questo caso, sono di grosso calibro: Greg Van Avermaet (BMC), Niki Terpstra (Etixx-QuickStep), Tony Gallopin (Lotto Soudal), Bjorn Leukemans (Wanty-Groupe Gobert), Sep Vanmarcke (LottoNL-Jumbo) e Ramon Sinkeldam (Giant-Alpecin).
Come dire, sul traguardo a due passi dalla Loira può succedere tutto ed il contrario di tutto.
Alberto Coriele
Per giunta, non si è fermata quasi mai nemmeno durante le guerre mondiali, eccezion fatta per il 1915, 1916 e 1940. Ha vincitori del calibro di Francesco Moser (1974), Sean Kelly (1984), Johan Museew (1993), Andrea Tafi (2000), Richard Virenque (2001), Erik Zabel (2003, 2005) e Philippe Gilbert (2008, 2009), che quest’anno però mancherà all’appello dopo aver corso il Lombardia. Quest’anno, si percorrono 231 km da Chartres a Tours, e alla partenza ci sarà parterre di nomi di tutto rispetto. La città da cui prenderà il via, Chartres, ha ispirato la storia del ciclismo francese e mondiale. Geo Levefre era proprio di Chartres, di mestiere faceva il giornalista e nel 1903, da redattore del giornale L’Auto, pensò il Tour de France. L’idea fu ripresa dal suo direttore Desgrange, che organizzò la prima Grand Boucle. Ma questa è un’altra storia.
Domenica è tempo di Parigi - Tours, una corsa ultracentenaria, che chiude le finestre di una stagione entusiasmante e, una volta finita, permetterà ai corridori di riposare fino agli albori del 2016. Analogamente al Lombardia, anche la Parigi - Tours è stata di recente soprannominata la ‘classica delle foglie morte’. Dal 2009 è stata relegata al grado di corsa UCI Europe Tour, ma dal 2005 al 2007 è stata parte integrante del Pro Tour. La startlist è comunque importante, ma soffre inevitabilmente la concorrenza di corse esotiche come l’Abu Dhabi Tour, che calamita l’attenzione e la presenza dell’élite mondiale. In pole position, ci saranno i velocisti di casa Nacer Bouhanni e Artaud Demare, ansiosi di riscattare nell’ultima occasione possibile una stagione avara di successi. Non solo Demare e Bouhanni però, perché l’Italia sarà rappresentata dal velocista della Trek Giacomo Nizzolo, migliore azzurro ai mondiali di Richmond, e da Matteo Pelucchi. Nizzolo sarà assistito dal fedele compagno Eugenio Alafaci.
Da osservare con un occhio di riguardo in volata anche Gerald Ciolek, che in carriera ha vinto nientemeno che una Milano - Sanremo nel 2013, Danny Van Poppel, Matti Breschel ed il campione nazionale francese Steve Tronet. Il percorso di 231 chilometri, sostanzialmente piatto con qualche strappo non impossibile, induce a pensare che si arrivi allo sprint, ma non è scontato. Nel 2014, l’esempio più recente, Jelle Wallays vinse anticipando il gruppo. Il traguardo è situato sull’Avenue de Grammont, è così dal 1988, e qui non sempre si è giunti in volata. Ci sono tutte le possibilità affinché qualche finisseur di lusso tra quelli presenti possa cambiare totalmente le carte in tavola. Ed i nomi, anche in questo caso, sono di grosso calibro: Greg Van Avermaet (BMC), Niki Terpstra (Etixx-QuickStep), Tony Gallopin (Lotto Soudal), Bjorn Leukemans (Wanty-Groupe Gobert), Sep Vanmarcke (LottoNL-Jumbo) e Ramon Sinkeldam (Giant-Alpecin).
Come dire, sul traguardo a due passi dalla Loira può succedere tutto ed il contrario di tutto.
Alberto Coriele