L'Epica, una gara amarcord
Domenica 11 Ottobre. San Niccolò, alle porte di Piacenza. E' una mattinata splendida di inizio autunno, baciata dal sole e affollata da una marea multicolore di cicloturisti. Sta per partire l'ottava edizione dell' "Epica, sulle tracce di Annibale", manifestazione organizzata dal Team Orsibike.
Le strade e la piazza sono sommerse dal popolo dei pedali, da bici d'epoca di ogni tipo, ciclisti con abbigliamento del secolo scorso e... anche mountain bike e bici da corsa moderne. Famiglie con bambini, personaggi in abbigliamento d'epoca e bici degli anni 30, del dopoguerra e perfino una Peugeot del 1916. E' una gran bella festa che comincia appena arrivi nella piazza dedicata ad "Annibale Barca", ancora prima di partire. C'è anche la gara agonistica, ma in fondo è soltanto un piccolo contorno; la gente ha soltanto una gran voglia di passare qualche ora in compagnia pedalando al proprio ritmo, godendo appieno le bellezze di questi luoghi incantati della Valtrebbia.
Il lungo serpentone ( saranno 600/700) comincia a sciogliersi nelle campagne attorno a Gossolengo, tra strade basse e ciclabili; dopo i primi viottoli sterrati, si diluisce man mano attraversando le terre di Agazzano. Il primo ristoro al Pilastrello, appena prima del guado sulla Luretta, consente un primo gustoso assaggio delle prelibatezze piacentine. La "cavalcata" sui valloni e la conseguente discesa verso Monte Bolzone regala poi intriganti vedute della pianura e, dopo il passaggio su uno strepitoso viale alberato, alla villa di Tavernago, arriviamo a Sarturano: il punto da me preferito, dove il ristoro predisposto vale tutto il giro dei 60 chilometri. Davanti al piazzale della piccola chiesa è il festival della "burtleina", fatta al momento, dei salumi dop e stavolta compare pure la polenta con cipolle dolci; un piccolo trionfo gastronomico, una gustosa poesia dove la bici diventa il prezioso legame che unisce le persone al territorio. Vedo molti sorrisi , sento salaci battute in dialetto, c'è nell'aria tanta voglia di parlarsi e guardarsi in faccia; sarà pure una piccola cosa, ma scalda il cuore, veramente. Castelli, case in sasso, torrenti e ponti dentro una pianura che si increspa e lascia nascosti, tutti da scoprire e da gustare,piccoli posti che rivelano un grande fascino . Siamo emozionati e felici, come sempre succede, quando pedaliamo nel Piacentino; da tutto quello che vediamo, che sentiamo e gustiamo. Terra unica e ricca di storia e leggende; sono passati più di 2200 anni, ma sembra soltanto ieri, quando Annibale, il grande condottiero cartaginese, bastonò, sulle rive della Trebbia, il neonato Impero Romano. Adesso, in groppa a Surus, il suo elefante, è ancora lì che troneggia nella pianura e scruta l'orizzonte......
Le strade e la piazza sono sommerse dal popolo dei pedali, da bici d'epoca di ogni tipo, ciclisti con abbigliamento del secolo scorso e... anche mountain bike e bici da corsa moderne. Famiglie con bambini, personaggi in abbigliamento d'epoca e bici degli anni 30, del dopoguerra e perfino una Peugeot del 1916. E' una gran bella festa che comincia appena arrivi nella piazza dedicata ad "Annibale Barca", ancora prima di partire. C'è anche la gara agonistica, ma in fondo è soltanto un piccolo contorno; la gente ha soltanto una gran voglia di passare qualche ora in compagnia pedalando al proprio ritmo, godendo appieno le bellezze di questi luoghi incantati della Valtrebbia.
Il lungo serpentone ( saranno 600/700) comincia a sciogliersi nelle campagne attorno a Gossolengo, tra strade basse e ciclabili; dopo i primi viottoli sterrati, si diluisce man mano attraversando le terre di Agazzano. Il primo ristoro al Pilastrello, appena prima del guado sulla Luretta, consente un primo gustoso assaggio delle prelibatezze piacentine. La "cavalcata" sui valloni e la conseguente discesa verso Monte Bolzone regala poi intriganti vedute della pianura e, dopo il passaggio su uno strepitoso viale alberato, alla villa di Tavernago, arriviamo a Sarturano: il punto da me preferito, dove il ristoro predisposto vale tutto il giro dei 60 chilometri. Davanti al piazzale della piccola chiesa è il festival della "burtleina", fatta al momento, dei salumi dop e stavolta compare pure la polenta con cipolle dolci; un piccolo trionfo gastronomico, una gustosa poesia dove la bici diventa il prezioso legame che unisce le persone al territorio. Vedo molti sorrisi , sento salaci battute in dialetto, c'è nell'aria tanta voglia di parlarsi e guardarsi in faccia; sarà pure una piccola cosa, ma scalda il cuore, veramente. Castelli, case in sasso, torrenti e ponti dentro una pianura che si increspa e lascia nascosti, tutti da scoprire e da gustare,piccoli posti che rivelano un grande fascino . Siamo emozionati e felici, come sempre succede, quando pedaliamo nel Piacentino; da tutto quello che vediamo, che sentiamo e gustiamo. Terra unica e ricca di storia e leggende; sono passati più di 2200 anni, ma sembra soltanto ieri, quando Annibale, il grande condottiero cartaginese, bastonò, sulle rive della Trebbia, il neonato Impero Romano. Adesso, in groppa a Surus, il suo elefante, è ancora lì che troneggia nella pianura e scruta l'orizzonte......
Graziano Majavacchi