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Da oggi una tutela in più per il ciclista urbano infortunato
In vigore la norma che riconosce sempre la copertura assicurativa INAIL a chi si reca al lavoro in bicicletta. La Campagna di FIAB "In itinere", iniziata nel 2007, si chiude pertanto con una vittoria a tutto campo.
Dal 2 febbraio entra in vigore la legge n. 221 del 28/12/15, pubblicata in Gazzetta il 18/1/16, "disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali." (* nota 1) che all'art 5, comma 4 e 5 introduce negli articoli 2 e 210 del Testo Unico Infortuni la frase . "L’uso del velocipede, come definito ai sensi dell’art. 50 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, deve, per i positivi riflessi ambientali, intendersi sempre necessitato."
Questo significa che, d'ora in poi, i lavoratori assicurati con l'INAIL che usano la bici nel tragitto tra la propria abitazione ed il lavoro, in caso di infortunio sono sempre tutelati. Precedentemente bisognava che l'uso fosse necessitato, in mancanza di mezzi pubblici o per incongruenza degli orari. Ora invece si considera l'uso della bicicletta alla stregua del mezzo pubblico o dell'andare a piedi.
E va precisato, a scando di equivoci, che la legge supera anche la recente interpretazione estensiva dell'INAIL, che estendeva la tutela ai ciclisti nel caso che percorressero piste ciclabili o zone interdette al traffico. Adesso la tutela è sempre operante, anche se l'incidente avviene su strada aperta al traffico.
La Campagna della FIAB per l'approvazione della legge, inziata nel 2007, ha visto varie tappe e l'adesione crescente di Comuni, Province, Regioni. La storia nel sito FIAB sezione in itinere e nel sito bici-initinere.info dedicato alla campagna che, dal 2013 è stata riproposta con ECF e #Salvaiciclisti e che, fino al 2014, ha raccolto numerose adesioni istituzionali.
Infine alcuni parlamentari, di diverse estrazioni politiche e appartenenti all'Intergruppo Parlamentare per la Mobilità Nuova e Ciclistica, hanno sottoscritto una proposta di legge, poi confluita nel collegato ambientale, di cui si è fatto portavoce l'On. Diego Zardini (che oggi giustamente se ne compiace e al quale va il nostro ringraziamento, insieme ovviamente agli altri parlamentari che l'hanno sottoscritta).
L'odierna entrata in vigore di questa norma può essere considerata come una duplice vittoria del popolo dei ciclisti.
Una vittoria "pratica", in quanto i lavoratori che usano la bici, si vedranno finalmente riconoscere sempre l'infortunio, in passato in tanti casi negato. Così anche il "bike to work" viene incentivato.
Inoltre questa norma porta maggiore attenzione alla sicurezza stradale. Visto che è ormai affermato il principio che gli infortuni è meglio prevenirli che curarli e l'INAIL, pur occupandosi dell'indennizzo, da tempo non si limita alla gestione assicurativa ma promuove politiche di prevenzione.
FIAB darà il suo contributo, in quanto da sempre orientata alla sicurezza stradale (si veda ad es. il Quaderno Gallimbeni, Sicurezza stradale e mobilità dell’utenza non motorizzata, che per il suo interesse, recentemente la European Cyclists' Federation ha chiesto a FIAB di tradurre in Inglese).
Dall'altra c'è da registrare una vittoria politica e culturale, perchè una legge dichiara che l'uso del velocipede è necessitato "per i positivi riflessi ambientali".
Una legge dello Stato, cioè, sancisce finalmente il concetto che l'uso della bicicletta è "tutela dell'ambiente", idea che invece FIAB in passato si è vista diverse volte contestare, sia in fase di riconoscimento da parte del Ministero dell'Ambiente quale "Associazione di Tutela Ambientale", sia in altri ambiti burocratici ed istituzionali, con enorme dispendio di energie per argomentare quella che dovrebbe essere invece da sempre un'evidenza lapalissiana.
Speriamo quindi che il legislatore abbia chiarito una volta per tutte a tutti i vari burocrati ed azzeccagarbugli del nostro Paese che la bicicletta fa bene all'ambiente, senza annessi e connessi, semplicemente se la gente pedala invece di andare in auto!
Abbiamo sentito alcuni legali, che si erano occupati di questa questione, invitandoli a esprimere un proprio pensiero.
Dal 2 febbraio entra in vigore la legge n. 221 del 28/12/15, pubblicata in Gazzetta il 18/1/16, "disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali." (* nota 1) che all'art 5, comma 4 e 5 introduce negli articoli 2 e 210 del Testo Unico Infortuni la frase . "L’uso del velocipede, come definito ai sensi dell’art. 50 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, deve, per i positivi riflessi ambientali, intendersi sempre necessitato."
Questo significa che, d'ora in poi, i lavoratori assicurati con l'INAIL che usano la bici nel tragitto tra la propria abitazione ed il lavoro, in caso di infortunio sono sempre tutelati. Precedentemente bisognava che l'uso fosse necessitato, in mancanza di mezzi pubblici o per incongruenza degli orari. Ora invece si considera l'uso della bicicletta alla stregua del mezzo pubblico o dell'andare a piedi.
E va precisato, a scando di equivoci, che la legge supera anche la recente interpretazione estensiva dell'INAIL, che estendeva la tutela ai ciclisti nel caso che percorressero piste ciclabili o zone interdette al traffico. Adesso la tutela è sempre operante, anche se l'incidente avviene su strada aperta al traffico.
La Campagna della FIAB per l'approvazione della legge, inziata nel 2007, ha visto varie tappe e l'adesione crescente di Comuni, Province, Regioni. La storia nel sito FIAB sezione in itinere e nel sito bici-initinere.info dedicato alla campagna che, dal 2013 è stata riproposta con ECF e #Salvaiciclisti e che, fino al 2014, ha raccolto numerose adesioni istituzionali.
Infine alcuni parlamentari, di diverse estrazioni politiche e appartenenti all'Intergruppo Parlamentare per la Mobilità Nuova e Ciclistica, hanno sottoscritto una proposta di legge, poi confluita nel collegato ambientale, di cui si è fatto portavoce l'On. Diego Zardini (che oggi giustamente se ne compiace e al quale va il nostro ringraziamento, insieme ovviamente agli altri parlamentari che l'hanno sottoscritta).
L'odierna entrata in vigore di questa norma può essere considerata come una duplice vittoria del popolo dei ciclisti.
Una vittoria "pratica", in quanto i lavoratori che usano la bici, si vedranno finalmente riconoscere sempre l'infortunio, in passato in tanti casi negato. Così anche il "bike to work" viene incentivato.
Inoltre questa norma porta maggiore attenzione alla sicurezza stradale. Visto che è ormai affermato il principio che gli infortuni è meglio prevenirli che curarli e l'INAIL, pur occupandosi dell'indennizzo, da tempo non si limita alla gestione assicurativa ma promuove politiche di prevenzione.
FIAB darà il suo contributo, in quanto da sempre orientata alla sicurezza stradale (si veda ad es. il Quaderno Gallimbeni, Sicurezza stradale e mobilità dell’utenza non motorizzata, che per il suo interesse, recentemente la European Cyclists' Federation ha chiesto a FIAB di tradurre in Inglese).
Dall'altra c'è da registrare una vittoria politica e culturale, perchè una legge dichiara che l'uso del velocipede è necessitato "per i positivi riflessi ambientali".
Una legge dello Stato, cioè, sancisce finalmente il concetto che l'uso della bicicletta è "tutela dell'ambiente", idea che invece FIAB in passato si è vista diverse volte contestare, sia in fase di riconoscimento da parte del Ministero dell'Ambiente quale "Associazione di Tutela Ambientale", sia in altri ambiti burocratici ed istituzionali, con enorme dispendio di energie per argomentare quella che dovrebbe essere invece da sempre un'evidenza lapalissiana.
Speriamo quindi che il legislatore abbia chiarito una volta per tutte a tutti i vari burocrati ed azzeccagarbugli del nostro Paese che la bicicletta fa bene all'ambiente, senza annessi e connessi, semplicemente se la gente pedala invece di andare in auto!
Abbiamo sentito alcuni legali, che si erano occupati di questa questione, invitandoli a esprimere un proprio pensiero.