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Il valore terapeutico della bici!
Il team ciclistico amatoriale legnanese "Mazzafame Ing" è stato protagonista di due imprese ciclistiche “d’altri tempi”: la prima sulle strade dei mitici passi dolomitici percorrendo la famosa maratona delle Dolomiti, la seconda sulle strade svizzere del Trittico del San Gottardo.
Quest’ultima ha visto protagonisti due membri del team amici di vecchia data, Franco e Adriano, che hanno scalato nell’ordine il Noufenenpass, il Furkapass e il Gotthardpass, 100chilometri di strade alpine con il tempo di circa 7 ore. Per gli appassionati di ciclismo pedalare su questi passi rappresenta la meta di una vita o l’impresa della stagione, l’impegno è notevole.
L’ “impresa” assume un significato anche medico scientifico: uno dei due amici e’ affetto da diabete tipo 1, una forma di diabete insulinodipendente che lo vede costretto da 25 anni ad infusioni continue di insulina; grazie all’utilizzo di un moderno lettore in continuo di glucosio (un sensore sottocute rieleva il glucosio in modo continuo e trasmette il risultato ad un apparecchio ricevente) può tenere sotto controllo le variazioni glicemiche presenti durante lo sforzo in salita.
Questa impresa sportiva vuole essere un esempio per tutte le persone affette da diabete, in particolare i giovani insulino-dipendenti. Il diabete giovanile non impedisce ai bambini e ai ragazzi di praticare uno sport.
L’attività fisica, al contrario, ha un valore terapeutico perché tra i tanti benefici che apporta, è stato dimostrato che aiuta a regolare i valori della glicemia e il compenso metabolico.
Esso, infatti, aumenta il senso di benessere e di sicurezza, riduce i livelli di ansia e di depressione, accresce la fiducia in sé stessi e la sensazione di “potenza” nei confronti del diabete. Il ciclismo crea amicizie, lega le vite come alpinisti in cordata, cosi se uno si affatica l’altro lo attende perché insieme si devono assaporare le fatiche ma anche le gioie dell’arrivo in vetta!
Mi piace concludere ricordando la frase di Jacques Goddet, patron del Tour de France “Se i pedoni si ignorano, se gli automobilisti si insultano, i ciclisti si sorridono, si salutano e si uniscono...
Quest’ultima ha visto protagonisti due membri del team amici di vecchia data, Franco e Adriano, che hanno scalato nell’ordine il Noufenenpass, il Furkapass e il Gotthardpass, 100chilometri di strade alpine con il tempo di circa 7 ore. Per gli appassionati di ciclismo pedalare su questi passi rappresenta la meta di una vita o l’impresa della stagione, l’impegno è notevole.
L’ “impresa” assume un significato anche medico scientifico: uno dei due amici e’ affetto da diabete tipo 1, una forma di diabete insulinodipendente che lo vede costretto da 25 anni ad infusioni continue di insulina; grazie all’utilizzo di un moderno lettore in continuo di glucosio (un sensore sottocute rieleva il glucosio in modo continuo e trasmette il risultato ad un apparecchio ricevente) può tenere sotto controllo le variazioni glicemiche presenti durante lo sforzo in salita.
Questa impresa sportiva vuole essere un esempio per tutte le persone affette da diabete, in particolare i giovani insulino-dipendenti. Il diabete giovanile non impedisce ai bambini e ai ragazzi di praticare uno sport.
L’attività fisica, al contrario, ha un valore terapeutico perché tra i tanti benefici che apporta, è stato dimostrato che aiuta a regolare i valori della glicemia e il compenso metabolico.
Esso, infatti, aumenta il senso di benessere e di sicurezza, riduce i livelli di ansia e di depressione, accresce la fiducia in sé stessi e la sensazione di “potenza” nei confronti del diabete. Il ciclismo crea amicizie, lega le vite come alpinisti in cordata, cosi se uno si affatica l’altro lo attende perché insieme si devono assaporare le fatiche ma anche le gioie dell’arrivo in vetta!
Mi piace concludere ricordando la frase di Jacques Goddet, patron del Tour de France “Se i pedoni si ignorano, se gli automobilisti si insultano, i ciclisti si sorridono, si salutano e si uniscono...