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Redazione

Ride Like a Flandrien. Il vento di Bruges

Questa settimana Bike Channel pedala insieme a Turismo Fiandre tra muri e pavè, raccontando quanto accade sulle strade fiamminghe nei giorni che portano all'appuntamento più atteso dell'anno: quello con il Giro delle Fiandre. Un viaggio che non può che cominciare dalla città-monumento di Bruges.

Ci sarà voluta almeno mezz'ora, probabilmente anche di più. Le dieci del mattino che diventano presto dieci e un quarto, poi dieci e trenta e ancora oltre, ma quello striscione proprio non ne voleva sapere di fermarsi. E dire che Bruges ci tiene ogni anno a rinnovare il suo benvenuto al Giro delle Fiandre, la Ronde Van Vlaanderen che partirà domenica da quella piazza del mercato della cittadina belga che si annuncia affollatissima come sempre. Proprio dal simbolo della città, dalla Torre Civica della Belfort, che sovrasta la piazza del Markt, avrebbe dovuto sventolare da ieri mattina uno striscione per dare il benvenuto al Fiandre, ai suoi corridori, alle migliaia di appassionati. Ma Bruges è a soli 15 km dall'oceano, tanto che proprio sul porto ha costruito le sue fortune, e dall'Atlantico soffia spesso un vento gelido ed impetuoso, troppo forte per lasciare uno striscione a srotolarsi in pace. Eppure nessuno nella squadra di vigili del fuoco arruolata per la missione, ha mai pensato di rinunciare, piuttosto si sono imbragati e calati dagli 80 metri della torre, a sfilare le raffiche di vento in scene da film d'azione, ma l'obiettivo non l'hanno perso di vista.


In questa lotta di resistenza, fredda e lunga, in fondo c'era dentro tutta l'anima di questa terra. Nata come porto sul mare e trovatasi a fronteggiare un oceano che indietreggiava sempre di più lasciando dietro di se' soltanto banchi di sabbia. Cresciuta tra pioggia e vento freddo, con un clima che non riesce mai a nascondere la minaccia incombente dell'Atlantico. Eppure sempre pronta a inventarsi soluzioni diverse per vivere. Così che dal mare che si ritira è nata una rete di canali e chiuse unica al mondo o quasi, sulle acque che scorrono sottoterra sono state edificate le fondamenta del campanile della chiesa di Nostra Signora, inventandosi la soluzione creativa di pilastri di legno che poggiano su uno strato reso impermeabile da catrame e pelli di animali. E da quel vento freddo che riesce sempre a sorprendere è nato un vero paradiso della bicicletta, perchè una volta che hai provato quello il pavè sembra quasi una passeggiata.


Il ciclismo a Bruges è una presenza permanente. Non è soltanto la Ronde Van Vlaanderen, la classica più sacra del mondo, ma sono le centinaia di biciclette che ogni giorno attraversano le sue strade, approfittando delle traiettorie naturali offerte dai canali. Da quelli del centro ai più distanti, come i 66 km che portano sino a Gent, chiusi al traffico e protetti da sole e vento dai filari di alberi che affiancano la pista ciclabile. Non è sempre stata così forte l'anima ciclistica di Bruges, ma mentre il mondo che vede sempre di più la bicicletta come strumento ideale per la mobilità e l'attività fisica, la cittadina fiamminga ha trovato nelle due ruote un'ulteriore occasione per rispondere alle sfide che le vengono poste ogni giorno. E sulla bicicletta ha deciso di scommettere. E' proprio in sella, sbuffando sì controvento ma godendosi appieno i campi e i mulini che guidano le pedalate tra un canale e l'altro, che si finisce per esplorare nel modo migliore questa terra, attraversando il suo territorio e la sua stessa anima.


PS. Tornando a casa, al termine di una lunga pedalata, ho finito per constatare che sulla Torre Civica quello striscione non c'era ancora. Forse ricomparirà domenica per via della gara, o sabato mattina quando la Piazza del Mercato sarà invasa dalle migliaia di cicloamatori pronti a soffrire per il loro Fiandre. Non ho idea di quanto siano andati avanti i tentativi per appenderlo oltre quella mezz'ora, ma alla fine deve aver avuto la meglio il vento. Non sempre la resistenza porta ad una vittoria, ma se c'è una certezza è che prima di arrendersi al potere dell'Oceano i tecnici di Bruges le avranno provate tutte. E alla fine avranno pedalato fino a casa, ugualmente fieri dei loro tentativi.


Filippo Cauz