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Tim Wellens, a Roccaraso vince la fuga
Vittoria in fuga per il belga Tim Wellens nel primo arrivo in salita del Giro. A Roccaraso il belga Fuglsang, Zakarin e la maglia rosa Dumoulin, mentre tra i big preoccupano un po' Nibali e Landa.
Dopo i romantici assalti delle tappe olandesi e gli attacchi stroncati negli ultimi chilometri delle prime giornate italiane, il Giro inizia ad affrontare le tappe più complicate, e gli stessi protagonisti delle fughe cambiano nome e... consistenza.
Ad Aremogna, al termine della lunga salita di Roccaraso, la Corsa Rosa premia la sua prima fuga vincente. Ad alzare le braccia (ed oggi persino la bici) al cielo è uno di quegli attaccanti nati che rendono il ciclismo uno sport da vedere: Tim Wellens.
La Ponte - Roccaraso è un'altra tappa vissuta tutta all'inseguimento di un manipolo di fuggitivi, solo che rispetto alle precedenti questo inseguimento non pare mai convinto. E' il primo arrivo in salita e tutte le squadre dei migliori si lasciano andare alla tattica, pioggia e vento rendono la giornata più difficile del previsto, e finisce che nessuno prende l'iniziativa con decisione, si sta meglio "al calduccio" del gruppo. E' così che gli attaccanti se ne vanno: i primi sono Alessandro Bisolti, Eugert Zhupa e l'esperto Alexandr Kolobnev. Un trio molto collaborativo, capace di approfittare della situazione e guadagnare presto oltre sette minuti sul gruppo. E' nella lunga pianura dopo la discesa da Bocca di Selva che parte il contrattacco, lanciato da due corridori della Lotto - Soudal: Tim Wellens e Pim Lightart, cui presto si aggiunge Laurent Didier. Un altro terzetto, che impiega poco tempo a raggiungere i primi proprio mentre Kolobnev si sfila. A decidere le loro sorti è la lunga ascesa verso Roccaraso, dove solo un campione come Wellens riesce a continuare a tenere un alto ritmo: se ne va tutto solo ai meno 15, e mentre i compagni di fuga vengono riassorbiti uno dopo l'altro, il belga difende con la tenacia che mai gli è mancata il vantaggio residuo. Sul traguardo festeggia la vittoria più bella e importante di una giovane carriera destinata a raccogliere ben altri allori, la bici alzata al cielo in segno di esultanza sembra quasi una dichiarazione di intenti per il futuro.
Alle sue spalle, è Tom Dumoulin a uscire vincitore dalle prime schermaglie tra i big. Partito all'attacco a 3 chilometri dal traguardo, in risposta a un'accelerazione di Vincenzo Nibali che aveva lanciato Jakob Fuglsang come testa di ponte, l'olandese ha dimostrato una gamba e un'ambizione senza eguali. Gli unici a resistergli, almeno parzialmente, sono stati Ilnur Zakarin e Domenico Pozzovivo, mentre il gruppo esplodeva nell'ultimo chilometro. Al traguardo le differenze di tempo ridotte, con Dumoulin che guadagna quei 10-20 secondi sugli uomini di classifica utili a mettere in cassaforte la sua maglia rosa sino almeno alla tappa di Cividale del Friuli del prossimo venerdì, fughe permettendo. Da lì in poi sarà un'altra corsa, ma chi vorrà vincerla questa "altra corsa" dovrà limitare i distacchi a cronometro e ritrovare una condizione che non sembra smagliante per nessuno, in particolare per i duellanti Mikel Landa e Vincenzo Nibali, giunti nello stesso gruppetto con lo sguardo basso di chi sa di non stare dalla parte dei vincitori di giornata.
Ordine d'arrivo
1 Tim Wellens 4h40'05"
2 Jakob Fuglsang a 01'19"
3 Ilnur Zakarin ST
4 Tom Dumoulin a 01'22"
5 Kanstantsin Siutsou a 01'24"
6 Domenico Pozzovivo ST
7 Esteban Chaves a 01'29"
8 Rigoberto Uran a 01'33"
9 Rafal Majka ST
10 Alejandro Valverde a 01'36"
Classifica generale
1 Tom Dumoulin 24h22'15"
2 Jakob Fuglsang a 26"
3 Ilnur Zakarin a 28"
4 Bob Jungels a 35"
5 Steven Kruijswijk a 38"
6 Alejandro Valverde a 41"
7 Diego Ulissi ST
8 Esteban Chaves a 44"
9 Vincenzo Nibali a 47"
10 Kanstantsin Siutsou a 49"
Filippo Cauz
Dopo i romantici assalti delle tappe olandesi e gli attacchi stroncati negli ultimi chilometri delle prime giornate italiane, il Giro inizia ad affrontare le tappe più complicate, e gli stessi protagonisti delle fughe cambiano nome e... consistenza.
Ad Aremogna, al termine della lunga salita di Roccaraso, la Corsa Rosa premia la sua prima fuga vincente. Ad alzare le braccia (ed oggi persino la bici) al cielo è uno di quegli attaccanti nati che rendono il ciclismo uno sport da vedere: Tim Wellens.
La Ponte - Roccaraso è un'altra tappa vissuta tutta all'inseguimento di un manipolo di fuggitivi, solo che rispetto alle precedenti questo inseguimento non pare mai convinto. E' il primo arrivo in salita e tutte le squadre dei migliori si lasciano andare alla tattica, pioggia e vento rendono la giornata più difficile del previsto, e finisce che nessuno prende l'iniziativa con decisione, si sta meglio "al calduccio" del gruppo. E' così che gli attaccanti se ne vanno: i primi sono Alessandro Bisolti, Eugert Zhupa e l'esperto Alexandr Kolobnev. Un trio molto collaborativo, capace di approfittare della situazione e guadagnare presto oltre sette minuti sul gruppo. E' nella lunga pianura dopo la discesa da Bocca di Selva che parte il contrattacco, lanciato da due corridori della Lotto - Soudal: Tim Wellens e Pim Lightart, cui presto si aggiunge Laurent Didier. Un altro terzetto, che impiega poco tempo a raggiungere i primi proprio mentre Kolobnev si sfila. A decidere le loro sorti è la lunga ascesa verso Roccaraso, dove solo un campione come Wellens riesce a continuare a tenere un alto ritmo: se ne va tutto solo ai meno 15, e mentre i compagni di fuga vengono riassorbiti uno dopo l'altro, il belga difende con la tenacia che mai gli è mancata il vantaggio residuo. Sul traguardo festeggia la vittoria più bella e importante di una giovane carriera destinata a raccogliere ben altri allori, la bici alzata al cielo in segno di esultanza sembra quasi una dichiarazione di intenti per il futuro.
Alle sue spalle, è Tom Dumoulin a uscire vincitore dalle prime schermaglie tra i big. Partito all'attacco a 3 chilometri dal traguardo, in risposta a un'accelerazione di Vincenzo Nibali che aveva lanciato Jakob Fuglsang come testa di ponte, l'olandese ha dimostrato una gamba e un'ambizione senza eguali. Gli unici a resistergli, almeno parzialmente, sono stati Ilnur Zakarin e Domenico Pozzovivo, mentre il gruppo esplodeva nell'ultimo chilometro. Al traguardo le differenze di tempo ridotte, con Dumoulin che guadagna quei 10-20 secondi sugli uomini di classifica utili a mettere in cassaforte la sua maglia rosa sino almeno alla tappa di Cividale del Friuli del prossimo venerdì, fughe permettendo. Da lì in poi sarà un'altra corsa, ma chi vorrà vincerla questa "altra corsa" dovrà limitare i distacchi a cronometro e ritrovare una condizione che non sembra smagliante per nessuno, in particolare per i duellanti Mikel Landa e Vincenzo Nibali, giunti nello stesso gruppetto con lo sguardo basso di chi sa di non stare dalla parte dei vincitori di giornata.
Ordine d'arrivo
1 Tim Wellens 4h40'05"
2 Jakob Fuglsang a 01'19"
3 Ilnur Zakarin ST
4 Tom Dumoulin a 01'22"
5 Kanstantsin Siutsou a 01'24"
6 Domenico Pozzovivo ST
7 Esteban Chaves a 01'29"
8 Rigoberto Uran a 01'33"
9 Rafal Majka ST
10 Alejandro Valverde a 01'36"
Classifica generale
1 Tom Dumoulin 24h22'15"
2 Jakob Fuglsang a 26"
3 Ilnur Zakarin a 28"
4 Bob Jungels a 35"
5 Steven Kruijswijk a 38"
6 Alejandro Valverde a 41"
7 Diego Ulissi ST
8 Esteban Chaves a 44"
9 Vincenzo Nibali a 47"
10 Kanstantsin Siutsou a 49"
Filippo Cauz