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Giro: Nibali c'è, Valverde e Landa anche
Dopo la nona tappa nel Chianti, il Giro osserva oggi il suo secondo giorno di riposo. Approfittiamo della giornata di pausa per fare il punto sulla classifica e i favoriti, alla vigilia delle prime montagne.
La prima settimana del Giro è alle spalle. E se la storia più bella e romantica è quella di Gianluca Brambilla, che ripartirà in rosa anche dopo la crono, ciò che muove l'interesse è ovviamente la situazione e la condizione dei pretendenti alla vittoria finale. I 40 chilometri di cronometro nel Chianti non hanno segnato questa prima parte di Giro come in tanti pensavano (o speravano). I tre grandi favoriti sono incollati, con Vincenzo Nibali che ha due secondi su Alejandro Valverde e 25 su Mikel Landa, protagonista di una superba prova contro il tempo in cui ha abbondantemente limitato i danni. Gli altri? Tom Dumoulin, dopo l'imbarcata presa ad Arezzo, è tornato a 5 secondi dal siciliano. Iniziano a essere più interessanti i distacchi degli altri corridori da top 10: Rafal Majka accusa 52 secondi da Nibali, che si è portato anche a +1'16" su Ilnur Zakarin (sfortunato nella crono), a +1'38" su Johan Esteban Chaves e addirittura a +2'03 su Rigoberto Uran. Davanti allo Squalo restano Steven Kruijswik e Andrey Amador, l'anno scorso quarto al Giro ma chiamato a fare da spalla a Valverde sulle montagne.
La prima settimana del Giro è alle spalle. E se la storia più bella e romantica è quella di Gianluca Brambilla, che ripartirà in rosa anche dopo la crono, ciò che muove l'interesse è ovviamente la situazione e la condizione dei pretendenti alla vittoria finale. I 40 chilometri di cronometro nel Chianti non hanno segnato questa prima parte di Giro come in tanti pensavano (o speravano). I tre grandi favoriti sono incollati, con Vincenzo Nibali che ha due secondi su Alejandro Valverde e 25 su Mikel Landa, protagonista di una superba prova contro il tempo in cui ha abbondantemente limitato i danni. Gli altri? Tom Dumoulin, dopo l'imbarcata presa ad Arezzo, è tornato a 5 secondi dal siciliano. Iniziano a essere più interessanti i distacchi degli altri corridori da top 10: Rafal Majka accusa 52 secondi da Nibali, che si è portato anche a +1'16" su Ilnur Zakarin (sfortunato nella crono), a +1'38" su Johan Esteban Chaves e addirittura a +2'03 su Rigoberto Uran. Davanti allo Squalo restano Steven Kruijswik e Andrey Amador, l'anno scorso quarto al Giro ma chiamato a fare da spalla a Valverde sulle montagne.
Adesso, però, si inizia a fare sul serio: dopo il secondo riposo, il Giro propone subito la tappa movimentata sull'appennino emiliano, con le insidie della salita di Pian del Falco (16 km, di cui gli ultimi 3 circa al 9% di pendenza media) prima dell'arrivo a Sestola (GPM di terza categoria). Asolo e Bibione dovrebbero essere due frazioni per i velocisti prima di un tris che darà sicuramente un bello scossone alla classifica generale: venerdì la tappa di Cividale del Friuli con 4 GPM (seppur tutti sotto i 1000 metri di quota), sabato il tappone dolomitico di Corvara (con 4700 metri di dislivello negli ultimi 150 km e asperità finali rappresentate da Giau e Valparola) e domenica la crono-scalata all'Alpe di Siusi. Insomma, nel prossimo week-end potrebbe anche uscire fuori il vincitore di questa edizione numero 99.
Per il momento Nibali e Valverde hanno dimostrato di essere in condizione e di curarsi a vicenda. Landa ha tenuto e attende con ansia le salite vere per sferrare i suoi proverbiali attacchi. Così come Chaves. La seconda settimana sarà cruciale per le ambizioni di Dumoulin, che però nel complesso sembra un gradino sotto.
Il Giro ha già perso due pezzi da novanta come Kittel e Cancellara. Il tedesco questa volta almeno ha toccato il suolo italiano (nel 2014 lasciò dopo le due vittorie in Irlanda), ma certo avrebbe potuto stringere i denti un po' di più. Come ha fatto Spartacus, partito con la febbre, stoico per nove giorni, prima di arrendersi dopo la crono nel Chianti. Del resto la classe non è acqua...
Luca Gregorio