Immagine
title

Redazione

Il colore della vittoria

Siamo ancora seduti davanti alla nostra TV, il cuore ci batte ancora forte, la nostra mente vola insieme a quella degli atleti dove all’ultima salita si chiude il pacco che contiene il sogno di una vita: la vittoria del Giro d’Italia. Sembra incredibile come in pochi secondi, dopo ore ed ore a soffrire le pene dell'Inferno, ci si ritrovi uno accanto all'altro con tutti i cuori che battono all'unisono. In quei minuti che sembrano infiniti, cerchi di ritrovare la forza di reagire al passato, a tutti i momenti difficili che hai vissuto per arrivare lì, ti continui a ripetere: non mi devo perdere ancora.
 
Basta poco, ma quel poco spesso ti sfugge dalla mano, essendo così sottile che risulta sempre difficile tenerlo tra le dita bagnate di sudore. E' così per tutti, per tutti e non per solo per te, come pensi mentre pedali e soffri, mentre non hai il coraggio di guardare gli amici che anche se portano colori diversi sulla maglia, dentro sono come te, soffrono per la stessa ragione tua: la Vittoria.
 
Non hai il coraggio di spingere quei millessimi di watt in più che sai di avere, che conosci bene, hai paura di scalare un rapporto e alzarti in piedi per tentare l'allungo vincente, anche se ti conosci da una vita, ogni volta dubiti su te stesso. La sottile storia si ripete all'infinito, quando la vittoria è tra le tue mani, hai paura che ti scivoli tra le dita, è già successo, purtroppo. Poi alla fine spegni il cervello. Basta fare calcoli, stai zitto, lasciami fare lo so io chi sono oggi io!
 
I due emisferi della mente combattono per ritrovare la centralità, la parte sinistra della razionalità e del calcolo, contro quella destra della ragione e della calma. L’emisfero di destra, che pochi sanno di avere, ma tu conosci bene come atleta vincente, ti viene d'aiuto, mentre corri veloce con il corpo e calcoli tutto, lui ti controlla che non sbagli ancora. 
 
La saggezza del passato ti riporta alla centralità della situazione: quello che siamo oggi è il passato e non il futuro, la legge della natura segna il nostro percorso biologico e mentale. Ti riguardi in giro, senza che nessuno si accorga dei tuoi occhi, visualizzi i metri mancanti nella tua mente e ti ripeti dentro: "ce la faccio senza alcun dubbio", il percorso lo conosci, lo rivedi in un attimo nella tua mente, non esistono tempo e metri, ma solo perfezione assoluta. Il "momento magico" arriva, non rimane che provarci, si vedrà.
 
Pedali pedali pedali e cerchi te stesso ad ogni "RPM", non devi girarti, porta sfortuna e poi i cavalli da corsa non si girano mai, corrono veloci con i paraocchi, la sofferenza aumenta ma tu ti ripeti: soffro come tutti, non si molla fino all’ultima molecola di glucosio e di sudore. Senti la gente urlare, li vedi e speri che la loro energia ti passa sulle vene e finisce nel cuore. Allora capisci che tutto è vero, sei tu che vinci con te stesso, superi ogni tuo preconcetto e paura, sei umano e anche se hai il cuore forte da atleta formato, spesso dubiti su chi sei veramente. Gli altri ti inseguono, ma tu hai solo davanti agli occhi la riga del traguardo, ogni metro è sempre così distante da percorrere, la storia è sempre la stessa: non è la prima volta che vivi questi metri infernali che ti separano dalla vittoria ad un piazzamento d'onore, che per molti sarebbe il sogno di una vita, ma per te è un limite troppo basso oggi.
 
Finalmente è finita, sei tu il "numero uno" crolli per terra tra pianti e sorrisi, tra amici che passano e ti toccano con affetto, il colore della maglia e il colore della pelle non esistono nel ciclismo, la sofferenza di questo sport che accomuna tutti è così alta che l'unico colore è quello del cuore, uguale per tutti.
 
Grazie Vincenzo e al tuo team, ma anche grazie a tutti, anche all'ultimo arrivato, a chi non ce l'ha fatta ad arrivare ma era lì con te per una parte del Giro, grazie a tutti i colori delle squadre per averci uniti tutti insieme oltre ogni etnia e religione, ogni colore delle squadre, tutti insieme come sempre è stato nel ciclismo: vince uno oggi ma vincono tutti nel nostro cuore. In un mondo dove il pianto è visto come un segno di debolezza, oggi è stato il nostro punto di forza.
 
Grazie dalla redazione di Bike Channel, da tutto lo staff che ha seguito tutto per dare a tutti qualche emozione in più. Ora rimarrà un punto forte nella mente di tutti, anche la nostra bici di tutti i giorni avrà un rapporto in più per affrontare la nostra vita, quella di tutti i giorni.
 
 
 
Alessandro Schiasselloni
 
Mental Coach - Posturologo - Riflessologo - Preparatore Atletico
Telefono: 333 4014119 - aschiasselloni@gmail.com