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Rivoluzione al Giro: a Risoul succede di tutto
Che gli imprevisti possano cambiare radicalmente i destini di una corsa ciclistica è risaputo, e probabilmente lo si è ripetuto sino alla noia. La tappa di oggi al Giro, una mini-maratona che in soli 162 chilometri ha saputo rigirare per intero la corsa, sta solo lì a dimostrarcelo un'altra volta. Avviene all'incirca al chilometro 110 di questa tappa l'imprevisto che cambia d'improvviso la storia di questo Giro, poco dopo l'inizio della discesa del Colle dell'Agnello. Steven Kruijswijk, lo splendido leader della classifica, padrone assoluto della corsa sin qui, sbaglia una curva in discesa, scivola sull'asfalto bagnato, si schianta sul muro di neve alla destra della strada e decolla. Il problema, come sempre, sta nell'atterraggio, che nel caso di Kruijswijk avviene con gran violenza sul fondoschiena. La maglia rosa si rialza subito e prova a ripartire, ma la bici non va, i problemi tecnici continuano nei chilometri successivi sino al cambio bici, la squadra ha commesso l'errore fatale di non inserire nessun compagno in fuga che possa fermarsi ad aiutarlo, e nel frattempo affiora il dolore.
Da qui all'arrivo, per Kruijswijk sarà un lunghissimo inseguimento, una vera e propria passione che lo vede portare una croce di dolore sino in cima a Risoul. Davanti scattano e attaccano, dietro Kruijswijk stringe i denti e cerca di respingere il dolore, prende il vento in faccia e mantiene tutta la concentrazione sui pedali, su una sconfitta che arriva improvvisa come mai, al primo errore dopo un Giro d'Italia che veleggiava dalle parti della perfezione per il capitano della LottoNL - Jumbo. Al traguardo il ventottenne di Nuenen paga ben quattro minuti e cinquantaquattro secondi a Vincenzo Nibali, e un po' meno a Johan Esteban Chaves che va a sfilargli una maglia rosa che sarà difficile da riconquistare. Ci vorrà una notte serena in grado di riassorbire le botte e resitituire quella gamba sfolgorante mostrata sino a ieri. Ci vorrà tanto coraggio e tanta fortuna, insomma, quella volata via con quell'errore in discesa, con quell'imprevisto che potrebbe avergli tolto per sempre questo Giro.
E' stata una tappa emozionante come poche, questa Pinerolo - Risoul: partita con una prima ora a 50.3 km/h, proseguita con una fuga numerosa da cui parte il commovente attacco di Michele Scarponi, primo a transitare sulla Cima Coppi del Colle dell'Agnello e fondamentale nel finale di tappa per capitan Nibali. E' proprio sull'Agnello che i migliori cominciano a scornarsi, ad accendere la miccia è Chaves, che prima mette alla frusta i gregari e poi prova ad accelerare tutto solo, con i soli Valverde e Kruijswijk che riescono a seguirlo. Un attacco ingannatore, rispetto a come procederà la tappa, perchè detto di Kruijswijk appiedato dalla caduta (e molto peggio andrà ad Ilnur Zakarin, scivolato fuori strada e ritirato con una clavicola rotta) la figura che si staglia nella seconda parte di tappa è quella di Vincenzo Nibali. Il siciliano scopre nuove energie nell'ultima parte dell'Agnello, guida il forcing in discesa e, sostenuto da un'Astana eccezionale e da un sorprendente Pirazzi, opera la selezione lungo l'ascesa finale. E' ai meno cinque che Vincenzo Nibali riesce a fare il vuoto, un'accelerazione perentoria che spazza via le immagini del Nibali opaco delle ultime settimane e ricorda da vicino il campione capace di vincere tutti e tre i grandi giri. Nibali parte all'attacco da solo e guadagna metro dopo metro, con Chaves che alza bandiera bianca e sale del proprio passo soddisfatto dalla certezza della maglia rosa al traguardo. Il vantaggio del messinese così si fa sempre più ampio, quanto basta per raggiungere ampiamente l'obiettivo che Nibali non avrebbe mai dovuto inseguire: alzare un dito al cielo e dedicare una vittoria a Rosario Costa, il teenager della ASD Nibali ucciso da un camion a Messina lo scorso 15 maggio. Alle sue spalle giungono Mikel Nieve ed Esteban Chaves a quasi un minuto, poco dietro Diego Ulissi, vera rivelazione di giornata che in questo Giro sta forse scoprendo finalmente il proprio spessore atletico.
Domani il Giro parte verso Sant'Anna di Vinadio con una classifica ribaltata: Chaves è in maglia rosa, Nibali a quaranta secondi, Kruijswijk scivolato oltre il minuto e con una condizione fisica tutta da verificare. Lo scenario per un'altra grande tappa c'è tutto, e a far da contorno ci sarà una mini-frazione di 134 km, in mezzo ai quali però ci sono ben tre GPM di prima categoria. C'è da scommettere che non mancheranno altri imprevisti.
Odine d'arrivo:
1 Vincenzo Nibali 4h19'54"
2 Mikel Nieve a 51"
3 Johan Esteban Chaves a 53"
4 Diego Ulissi a 01'02"
5 Rafal Majka a 02'14"
6 Alejandro Valverde ST
7 Rigoberto Uran
8 Georg Preidler a 02'43"
9 Nicolas Roche a 02'51"
10 Hubert Dupont ST
Classifica generale:
1 Johan Esteban Chaves 78h14'20"
2 Vincenzo Nibali a 40"
3 Steven Kruijswijk a 01'05"
4 Alejandro Valverde a 01'48"
5 Rafal Majka a 03'59"
6 Bob Jungels a 07'53"
7 Andrey Amador a 09'34"
8 Rigoberto Uran a 12'18"
9 Kanstantsin Siutsou a 13'19"
10 Domenico Pozzovivo a 14'11"
Filippo Cauz
Da qui all'arrivo, per Kruijswijk sarà un lunghissimo inseguimento, una vera e propria passione che lo vede portare una croce di dolore sino in cima a Risoul. Davanti scattano e attaccano, dietro Kruijswijk stringe i denti e cerca di respingere il dolore, prende il vento in faccia e mantiene tutta la concentrazione sui pedali, su una sconfitta che arriva improvvisa come mai, al primo errore dopo un Giro d'Italia che veleggiava dalle parti della perfezione per il capitano della LottoNL - Jumbo. Al traguardo il ventottenne di Nuenen paga ben quattro minuti e cinquantaquattro secondi a Vincenzo Nibali, e un po' meno a Johan Esteban Chaves che va a sfilargli una maglia rosa che sarà difficile da riconquistare. Ci vorrà una notte serena in grado di riassorbire le botte e resitituire quella gamba sfolgorante mostrata sino a ieri. Ci vorrà tanto coraggio e tanta fortuna, insomma, quella volata via con quell'errore in discesa, con quell'imprevisto che potrebbe avergli tolto per sempre questo Giro.
E' stata una tappa emozionante come poche, questa Pinerolo - Risoul: partita con una prima ora a 50.3 km/h, proseguita con una fuga numerosa da cui parte il commovente attacco di Michele Scarponi, primo a transitare sulla Cima Coppi del Colle dell'Agnello e fondamentale nel finale di tappa per capitan Nibali. E' proprio sull'Agnello che i migliori cominciano a scornarsi, ad accendere la miccia è Chaves, che prima mette alla frusta i gregari e poi prova ad accelerare tutto solo, con i soli Valverde e Kruijswijk che riescono a seguirlo. Un attacco ingannatore, rispetto a come procederà la tappa, perchè detto di Kruijswijk appiedato dalla caduta (e molto peggio andrà ad Ilnur Zakarin, scivolato fuori strada e ritirato con una clavicola rotta) la figura che si staglia nella seconda parte di tappa è quella di Vincenzo Nibali. Il siciliano scopre nuove energie nell'ultima parte dell'Agnello, guida il forcing in discesa e, sostenuto da un'Astana eccezionale e da un sorprendente Pirazzi, opera la selezione lungo l'ascesa finale. E' ai meno cinque che Vincenzo Nibali riesce a fare il vuoto, un'accelerazione perentoria che spazza via le immagini del Nibali opaco delle ultime settimane e ricorda da vicino il campione capace di vincere tutti e tre i grandi giri. Nibali parte all'attacco da solo e guadagna metro dopo metro, con Chaves che alza bandiera bianca e sale del proprio passo soddisfatto dalla certezza della maglia rosa al traguardo. Il vantaggio del messinese così si fa sempre più ampio, quanto basta per raggiungere ampiamente l'obiettivo che Nibali non avrebbe mai dovuto inseguire: alzare un dito al cielo e dedicare una vittoria a Rosario Costa, il teenager della ASD Nibali ucciso da un camion a Messina lo scorso 15 maggio. Alle sue spalle giungono Mikel Nieve ed Esteban Chaves a quasi un minuto, poco dietro Diego Ulissi, vera rivelazione di giornata che in questo Giro sta forse scoprendo finalmente il proprio spessore atletico.
Domani il Giro parte verso Sant'Anna di Vinadio con una classifica ribaltata: Chaves è in maglia rosa, Nibali a quaranta secondi, Kruijswijk scivolato oltre il minuto e con una condizione fisica tutta da verificare. Lo scenario per un'altra grande tappa c'è tutto, e a far da contorno ci sarà una mini-frazione di 134 km, in mezzo ai quali però ci sono ben tre GPM di prima categoria. C'è da scommettere che non mancheranno altri imprevisti.
Odine d'arrivo:
1 Vincenzo Nibali 4h19'54"
2 Mikel Nieve a 51"
3 Johan Esteban Chaves a 53"
4 Diego Ulissi a 01'02"
5 Rafal Majka a 02'14"
6 Alejandro Valverde ST
7 Rigoberto Uran
8 Georg Preidler a 02'43"
9 Nicolas Roche a 02'51"
10 Hubert Dupont ST
Classifica generale:
1 Johan Esteban Chaves 78h14'20"
2 Vincenzo Nibali a 40"
3 Steven Kruijswijk a 01'05"
4 Alejandro Valverde a 01'48"
5 Rafal Majka a 03'59"
6 Bob Jungels a 07'53"
7 Andrey Amador a 09'34"
8 Rigoberto Uran a 12'18"
9 Kanstantsin Siutsou a 13'19"
10 Domenico Pozzovivo a 14'11"
Filippo Cauz