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Tour de France: finalmente Sagan
Una giornata di poco vento e tanta pioggia, di cieli grigi e mantelline nere, di scivolate come sempre. Una giornata nera per tutti, tranne forse per uno. Perchè se ti chiami Mark Cavendish e al Tour hai vinto tante tappe quante solo due leggende come Eddy Merckx e Bernard Hinault hanno raggiunto in carriera, la prima maglia gialla non la scordi mai. E cerchi di non coprirla nemmeno con una mantellina, che potrebbe nascondere il giallo ma non l'emozione.
Il gruppo pedalava, sbuffava e soffriva, mentre Cannonball sorrideva, come se su di lui, solo si di lui, splendesse l'arcobaleno. E poco importa che quella maglia fosse "in transito", Cavendish sapeva già in partenza che sarebbe durata solo oggi, e ha voluto godersela fino in fondo, come non mai,
Il gruppo faticava e pativa, anche perchè la giornata di oggi era tutta all'insegna dell'inseguimento, tra strade strette e curve secche. Davanti quattro nomi da non lasciare tranquillo nessuno. Paul Voss fa il bis del giorno prima, in difesa di un'insolita maglia a pois e all'attacco di un destino di squadra ormai ben chiaro: già perchè la Bora-Argon18 che di questi tempi accentra tutte le voci di mercato ci ha preso gusto e pure oggi fa il bis, mettendo in fuga anche Cesare Benedetti. Il trentino è ormai un veterano della squadra, e pure un veterano della fuga: ha dichiarato che non gli importa nulla della nazionale di calcio e che a questo Tour punta sugli attacchi, con il numero rosso nei sogni. Con loro c'è Vegard Breen, in rappresentanza di un'altra squadra di assalto, la Fortuneo, e soprattutto Jasper Stuyven. Il corridore della Trek-Segafredo è un cavallo di razza, grande speranza del ciclismo belga, dotato di un'innata tendenza a portare a buon fine ciò che comincia.
In gruppo la sofferenza ha il volto nobile di Alberto Contador: caduto ieri sulla spalla destra, ben poco riposato da una notte difficile, caduto di nuovo sulla stessa spalla, a 122 chilometri da un traguardo quanto mai desiderato. Cento chilometri più avanti Stuyven inizia a fare sul serio, e il primo dei fuggitivi ad arrendersi è Benedetti. Gli altri crollano poco dopo, con Stuyven che assalta con quasi un minuto di vantaggio l'ultima ascesa, a 3 chilometri dal traguardo. Sembra fatta, ma non ha fatto i conti con la Tinkoff e in Roman Kreuziger, che si mette Sagan alla ruota e la responsabilità dell'inseguimento sulle spalle, ben conscio che questo significherà staccare Alberto Contador, capitano acciaccato che forse capitano non è più.
In cima alla Cote de la Glacerie, la salita della gelateria, solo i velocisti ormai staccati, con la maglia gialla Cavendish in primis, possono fermarsi per gustarsi un cono, Stuyven invece si butta a testa bassa, Kreuziger poco dietro, con Sagan a ruota. La volata è lunghissima: il belga è ripreso ai -400, tra gli applausi di tutto il pubblico in strada e a casa, e il campione del mondo si trova al vento lontanissimo da un traguardo in leggera salita. Troppo lontano, troppo anche per cadere nella tentazione di buttare via tutto un'altra volta: Sagan respira e attende, lascia che siano altri a fare la mossa, pedala quasi come fosse piantato. Nella rete ci casca un inesperto Alaphilippe, che davanti all'idea di vincere e prendere la maglia non capisce più nulla: il francese di fatto tira la volata al ritorno alla vittoria di Sagan al Tour, evento che non accadeva dal 2013 e alla sua prima maglia gialla. Già, proprio come Cavendish anche l'iridato non aveva ancora vestito di giallo, ma a differenza del britannico, domani farà di tutto per tenersela.
Ordine d'arrivo
1 Peter Sagan 04h02'51"
2 Julian Alaphilippe ST
3 Alejandro Valverde
4 Daniel Martin
5 Michael Matthews
6 Wilco Kelderman
7 Tony Gallopin
8 Greg Van Avermaet
9 Bauke Mollema
10 Christopher Froome
Classifica generale:
1 Peter Sagan 08h34'42"
2 Julian Alaphilippe a 08"
3 Alejandro Valverde a 10"
4 Warren Barguil a 14"
5 Christopher Froome ST
6 Greg Van Avermaet
7 Nairo Quintana
8 Roman Kreuziger
9 Simon Gerrans
10 Daniel Martin
Filippo Cauz
(foto tratta dalla pagina Facebook del Tour de France)
Il gruppo pedalava, sbuffava e soffriva, mentre Cannonball sorrideva, come se su di lui, solo si di lui, splendesse l'arcobaleno. E poco importa che quella maglia fosse "in transito", Cavendish sapeva già in partenza che sarebbe durata solo oggi, e ha voluto godersela fino in fondo, come non mai,
Il gruppo faticava e pativa, anche perchè la giornata di oggi era tutta all'insegna dell'inseguimento, tra strade strette e curve secche. Davanti quattro nomi da non lasciare tranquillo nessuno. Paul Voss fa il bis del giorno prima, in difesa di un'insolita maglia a pois e all'attacco di un destino di squadra ormai ben chiaro: già perchè la Bora-Argon18 che di questi tempi accentra tutte le voci di mercato ci ha preso gusto e pure oggi fa il bis, mettendo in fuga anche Cesare Benedetti. Il trentino è ormai un veterano della squadra, e pure un veterano della fuga: ha dichiarato che non gli importa nulla della nazionale di calcio e che a questo Tour punta sugli attacchi, con il numero rosso nei sogni. Con loro c'è Vegard Breen, in rappresentanza di un'altra squadra di assalto, la Fortuneo, e soprattutto Jasper Stuyven. Il corridore della Trek-Segafredo è un cavallo di razza, grande speranza del ciclismo belga, dotato di un'innata tendenza a portare a buon fine ciò che comincia.
In gruppo la sofferenza ha il volto nobile di Alberto Contador: caduto ieri sulla spalla destra, ben poco riposato da una notte difficile, caduto di nuovo sulla stessa spalla, a 122 chilometri da un traguardo quanto mai desiderato. Cento chilometri più avanti Stuyven inizia a fare sul serio, e il primo dei fuggitivi ad arrendersi è Benedetti. Gli altri crollano poco dopo, con Stuyven che assalta con quasi un minuto di vantaggio l'ultima ascesa, a 3 chilometri dal traguardo. Sembra fatta, ma non ha fatto i conti con la Tinkoff e in Roman Kreuziger, che si mette Sagan alla ruota e la responsabilità dell'inseguimento sulle spalle, ben conscio che questo significherà staccare Alberto Contador, capitano acciaccato che forse capitano non è più.
In cima alla Cote de la Glacerie, la salita della gelateria, solo i velocisti ormai staccati, con la maglia gialla Cavendish in primis, possono fermarsi per gustarsi un cono, Stuyven invece si butta a testa bassa, Kreuziger poco dietro, con Sagan a ruota. La volata è lunghissima: il belga è ripreso ai -400, tra gli applausi di tutto il pubblico in strada e a casa, e il campione del mondo si trova al vento lontanissimo da un traguardo in leggera salita. Troppo lontano, troppo anche per cadere nella tentazione di buttare via tutto un'altra volta: Sagan respira e attende, lascia che siano altri a fare la mossa, pedala quasi come fosse piantato. Nella rete ci casca un inesperto Alaphilippe, che davanti all'idea di vincere e prendere la maglia non capisce più nulla: il francese di fatto tira la volata al ritorno alla vittoria di Sagan al Tour, evento che non accadeva dal 2013 e alla sua prima maglia gialla. Già, proprio come Cavendish anche l'iridato non aveva ancora vestito di giallo, ma a differenza del britannico, domani farà di tutto per tenersela.
Ordine d'arrivo
1 Peter Sagan 04h02'51"
2 Julian Alaphilippe ST
3 Alejandro Valverde
4 Daniel Martin
5 Michael Matthews
6 Wilco Kelderman
7 Tony Gallopin
8 Greg Van Avermaet
9 Bauke Mollema
10 Christopher Froome
Classifica generale:
1 Peter Sagan 08h34'42"
2 Julian Alaphilippe a 08"
3 Alejandro Valverde a 10"
4 Warren Barguil a 14"
5 Christopher Froome ST
6 Greg Van Avermaet
7 Nairo Quintana
8 Roman Kreuziger
9 Simon Gerrans
10 Daniel Martin
Filippo Cauz
(foto tratta dalla pagina Facebook del Tour de France)