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Cavendish: colpo di reni verso la storia
Diego Armindo Fonseca, al di là di ciò che il suo nome farebbe intendere, è nato a Rennes, nel bel mezzo della Bretagna. La sua prima vittoria da professionista l'ha conquistata alla Boucle de la Mayenne, a Bonchamp-lès-Laval, nel 2014, anno in cui conquistò pure il Tour de Vendée. La tappa di oggi alla Grande Boucle si lasciava la Manica alle spalle e scendeva giù dritta lungo il confine tra la Bretagna e la Mayenne, fino ad Angers. La direzione è quella per andare in Vandea. E' naturale che Fonseca oggi si sentisse chiamato in causa, tanto da distrarsi e dimenticare quanto il gruppo possa essere cinico e cattivo. Da solo all'attacco dal chilometro zero, con un vantaggio che arriva a distacchi da tappone alpino, e poi l'inseguimento più crudele alle sue spalle. 6 minuti e poi 9, poi 11 e poi 5, poi 7 e quindi 2. Roba che farebbe arrabbiare chiunque, ma che fa scattare la scintilla nella testa di uno dei grandi improvvisatori del ciclismo: Thomas Voeckler.
Il gruppo avanza intorno ai 30 chilometri orari, nonostante la tappa lunga 223 chilometri, persino parecchi amatori riuscirebbero a tenere il ritmo: Fabian Cancellara distribuisce indicazioni, Domenico Pozzovivo chiacchiera, Tom Dumoulin sbadiglia, Lars Bak si stiracchia, Alberto Contador si duole, Yukiya Arashiro cerca pure lui qualcuno con cui chiacchierare. Il clima è di relax assoluto, fin troppo per uno come Voeckler, che a 88 chilometri dal traguardo decide che per lui è arrivato il momento. T-Blanc attacca e nessuno gli va appresso: Fonseca da solo davanti, Voeckler da solo alle sue spalle. Qualcosa non torna ad entrambi, che si aspettano e rilanciano insieme, senza troppa foga. E' il momento in cui il gruppo tiene la fuga "a bagnomaria", e questo ormai l'hanno imparato pure i fuggitivi, che tirano un po' il fiato e salvano la gamba per il finale.
Naturalmente non basterà: la fuga si esaurisce ai -8 chilometri, i due si giocano solo il numero rosso del supercombattivo che (incomprensibilmente) andrà a Voeckler. A tirare sono sempre le stesse due formazioni per queste giornate: la Etixx di Marcel Kittel e la Lotto di Andrè Greipel. A vincere anche è lo stesso della prima giornata: Mark Cavendish. Il fenomeno britannico ha ritrovato il morale dopo le gambe, e bissa la vittoria di Utah Beach con una volata ancora più bella, tutta all'inseguimento di un Greipel scintillante, ma anticipato con un colpo di reni da pistard navigato. Sarà banale sottolineare ogni volta quanto conti l'esperienza nei velodromi, ma in queste occasioni è anche inevitabile, e per Cav l'avventura sul legno non è finita, con l'omnium di Rio 2016 già in agenda. Prima dell'olimpiade, però, c'è un nuovo record: con questo successo (il 28°) Cavendish raggiunge Bernard Hinault al secondo posto nei plurivincitori di sempre al Tour. Ha solo un avversario davanti a se', ma qui non si tratta di un fuggitivo solitario su cui fare i calcoli, si tratta di Eddy Merckx.
Ordine d'arrivo:
1 Mark Cavendish 05h59'54"
2 André Greipel
3 Bryan Coquard
4 Peter Sagan
5 Edward Theuns
6 Sondre Holst Enger
7 Marcel Kittel
8 Christophe Laporte
9 Daniel Mclay
10 Dylan Groenewegen
Classifica generale:
1 Peter Sagan 14h34'36"
2 Julian Alaphilippe a 08"
3 Alejandro Valverde a 10"
4 Christopher Froome a 14"
5 Warren Barguil ST
6 Greg Van Avermaet
7 Nairo Quintana
8 Roman Kreuziger
9 Simon Gerrans
10 Daniel Martin
Filippo Cauz
(foto di A.S.O.)