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Redazione

Tour: a Limoges la prima di Kittel

Da Saumur a Limoges, sono 237 chilometri e mezzo per srotolare sull'asfalto della Loira la tappa più lunga di questo Tour de France. E' una tappa dal copione già scritto: via una fuga appena possibile, relax e "cicloturismo" nel gruppo finchè non sarà il momento di ricucire e apparecchiare il finale alle ruote più o meno veloci. Con un arrivo che tira all'insù, uno di quei rettilinei che pochi anni orsono avrebbero esaltato Thor Hushovd, sufficiente per allargare la rosa dei pretendenti alla vittoria anche agli scattisti più potenti. Sono tante quindi le squadre interessate a questo arrivo, si va oltre le solite due o tre formazioni degli sprinter, e a pagarne il caro prezzo sono i fuggitivi stessi.
 
Dopo 30 chilometri sono in quattro a formare l'azione buona: Markel Irizar, Oliver Naesen, Alexis Gougerard e Andreas Schillinger. Il gruppo dà il suo benestare e il vantaggio dei fuggitivi raggiunge in fretta i cinque minuti, poi basta. Ai meno cinquanta chilometri il distacco è già sotto i due minuti, con tutte le squadre dei velocisti in testa a tirare. Proprio tutte, c'è persino la Direct Énergie di Bryan Coquard con Thomas Voeckler in versione gregario. L'alsaziano ha sollevato un po' di polverone con il suo attacco di ieri e le dichiarazioni troppo poco "pacificate" al traguardo, oggi la sua collaborazione sa molto di gesto riparatore.
 
L'andatura che si alza fa la sua prima vittima in testa, con Alexis Gougeard che perde le ruote della fuga. I tre rimasti ci credono ben oltre le loro possibilità tanto da protrarre l'agonia sino ai meno otto, dove prima si stacca Schillinger e un chilometro più tardi si ricompatta l'intero gruppo: pochi metri dopo Markel Irizar si ferma a bordo strada con una gomma a terra, denotando una sorprendente scelta di tempi da parte della sorte. 
 
Il finale verso Limoges è un toboga: stradine e spartitraffico, curve secche e piedi a terra, almeno in fondo al gruppo dove le velocità sono (quasi) le stesse ma le attenzioni più basse. All'ultimo chilometro è Jacopo Guarnieri in testa al gruppo, che vuole lanciare Alexander Kristoff verso una tappa da festeggiare col compleanno, invece a irrompere sono bene o male gli stessi velocisti dei giorni precedenti: con Marcel Kittel più avanti di quanto atteso e Mark Cavendish più indietro. La volata è lunghissima, forse risente dell'effetto della lunghezza della frazione stessa, e tutti i protagonisti si trovano a sfidare più il proprio acido lattico che i rivali. La pendenza non è eccessiva, ma basta per respingerli uno dopo l'altro, ad eccezione di Bryan Coquard: il giovane francese rinviene alle spalle dei primi, ondeggiando pericolosamente nel tentativo di respingere la fatica a spallate, e li salta uno dopo l'altro. Tutti tranne uno, tranne un centimetro, quello che basta per decidere una storia di 237,5 chilometri, tranne un avversario: il fotofinish lascia Coquard stanco e sconfitto e Kittel stanco e festante. Per il velocista tedesco è la nona vittoria al Tour in tre partecipazioni, per gli altri velocisti l'ultima occasione di questa prima parte, da domani si comincia a salire.


Ordine d'arrivo:
1 Marcel Kittel 05h28'30"
2 Bryan Coquard ST
3 Peter Sagan 
4 Dylan Groenewegen 
5 Alexander Kristoff 
6 Sondre Holst Enger 
7 Daniel Mclay 
8 Mark Cavendish
9 Samuel Dumoulin
10 Simon Gerrans
 
Classifica generale:
1 Peter Sagan 20h03'02"
2 Julian Alaphilippe a 12"
3 Alejandro Valverde a 14"
4 Warren Barguil a 18"
5 Christopher Froome ST
6 Roman Kreuziger
7 Nairo Quintana
8 Fabio Aru
9 Michael Matthews
10 Pierre Rolland


Filippo Cauz
(foto di A.S.O.)