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Redazione

Tour. Capolavoro di Froome sui Pirenei

Tappa dai toni sacrali questa di oggi al Tour de France. Si parte da Pau e dopo soli trentacinque chilometri si arriva a Lourdes, luogo sacro per i pellegrini di tutto il mondo. Altri cinquanta chilometri e si transita a quota 2115 metri sul Tourmalet, altro luogo sacro, ma questa volta per i pellegrini del ciclismo, per la mitologia stessa del Tour de France. Una giornata in cui non mancavano i santi a cui votarsi, insomma, e tanto deve essere bastato a Chris Froome che va a prendersi la sua prima vittoria in discesa alla Grande Boucle, aggiungendo un ulteriore tassello allo sclerotico puzzle di straordinarietà che è questo corridore.

Una tappa così religiosa non sembrava poter celebrare il culto della fuga, evidentemente, tanto che il gruppo è partito compatto e tale ha cercato di rimanere a lungo. E' sulla prima parte dell'Horquette d'Ancizan che va via la prima azione realistica, sono in due e hanno tanti peccati da farsi perdonare: Thibaut Pinot dovrà espiare lungo tutto il resto del Tour l'imperdonabile mancanza dell'essere uscito di classifica sin dalle prime asperità, Rafal Majka invece il perdono dovrà cercarlo nella magnanimità del suo capitano Contador, tradito più volte ad ogni canto del gallo... e pure oggi non si può dire che gli sia rimasto accanto. Su di loro rientra presto Tony Martin, che con queste pendenze non c'entra nulla ma deve sentirsi particolarmente illuminato. I tre vanno più o meno d'accordo, ma è il gruppo a non essere d'accordo con loro.

La fuga non prende il largo e il Tourmalet incombe: sulle rampe del gigante dei Pirenei si staccano in tanti, compreso Vincenzo Nibali, che forte del suo numero rosso prova anche a rientrare, ma finisce presto per rialzarsi un'altra volta. La prestigiosa vetta del Tourmalet se la prende Thibaut Pinot, che almeno per oggi qualcosa in tasca riesce a metterselo, ma per gli attaccanti è il canto del cigno: verranno ripresi sul Val Louron - Azet, dove Majka cerca comunque di sprintare per i preziosi punti "a pois". A sottrarglieli però ci pensa Chris Froome, che oggi pare in versione cannibale, come a dire che pure la maglia di miglior grimpeur potrebbe diventare un suo obiettivo.

Il forcing in salita di Movistar e Sky le vittime le fa da dietro, talvolta indietrissimo, se pensiamo a Michael Mørkøv, ultimo in classifica con distacchi da clessidra dopo la sua caduta nel corso della prima tappa. Il danese ha provato a stringere i denti sin qui, ma oggi basta, è arrivato il momento di rientrare in auto e siglare a suo modo un record. Mai nella storia del Tour non si era assistito nemmeno ad un ritiro nelle prime sette tappe. Oggi arriva il primo, ma siamo ancora a passo di primato.

Il Peryresourde dovrebbe essere il giudice di giornata, ma i protagonisti sono ancora i gregari, con gli Sky sugli scudi. Sono loro a fendere quella folla calda e strabordante che fa del Tour il Tour... e quando non ce la fanno i gregari ci si mette il capitano stesso, con Froome che si macchia di una spiacevole aggressione ai danni di un tifoso colombiano fattosi troppo vicino. Un cazzotto e via. Uno scatto e via verso il GPM, dove più che raccogliere punti trova fiducia, quella che gli serve per scattare a tutta in discesa verso Bagnères-de-Luchon. Froome vota la sua anima a Lourdes e va a cercare l'ennesima resurrezione, vince con uno dei numeri più belli della sua carriera e si veste di giallo, ancora una volta. Il colore che al Tour de France rappresenta i santi.


Ordine d'arrivo:
1 Christopher Froome 04h57'33"
2 Daniel Martin a 13"
3 Joaquim Rodriguez ST
4 Romain Bardet
5 Roman Kreuziger
6 Fabio Aru
7 Adam Yates
8 Alejandro Valverde
9 Bauke Mollema
10 Richie Porte

Classifica generale:
1 Christopher Froome 39h13'04"
2 Adam Yates a 16"
3 Joaquim Rodriguez ST
4 Daniel Martin a 17"
5 Alejandro Valverde a 19"
6 Nairo Quintana a 23"
7 Fabio Aru ST
8 Tejay Van Garderen
9 Romain Bardet
10 Bauke Mollema



Filippo Cauz
(foto di A.S.O.)