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Tour. Festa Dumoulin nel giorno dell'addio di Contador
Primo sconfinamento per il Tour 2016, ed è subito uno sconfinamento doppio. Si parte in Spagna, da Vielha Val d'Aran, e si arriva ad Andorra, sull'abituale traguardo di Arcalis che tanti campioni ha celebrato nella sua storia. Si va oltreconfine ma la Grande Boucle non fa altro che esportare le sue abitudini di corsa, quello schema rodato che ha segnato tutte queste prime tappe di montagna, e che nuovamente lascia una classifica corta e pressochè immutata. Ad eccezione di uno come Contador, che dalla classifica era giù uscito e qui esce persino dal Tour, ma a testa alta.
Un risultato inevitabile quando il controllo di corsa è affidato a squadroni come Movistar e Sky, prevedibile quando il gruppo si trova bene o male compatto nell'accompagnare la gara al suo destino, ad eccezione di pochi volenterosi.
Si capisce la "bassa belligeranza" già dall'avvio, con un maxi-gruppo di ben 44 corridori che va in fuga per aggredire una dinamica classifica dei GPM, ma per lanciarsi da lì verso il traguardo. I duellanti per la maglia a pois sono Rafal Majka, Thibaut Pinot e Thomas De Gendt, e la loro sfida sarà uno dei miglior spettacoli di giornata.
Prima però c'è spazio per l'azione di due campioni di un'epoca che va forse tramontando: a 175 chilometri dal traguardo attaccano infatti Alberto Contador e Alejandro Valverde, inizialmente accompagnati da Robert Kišerlovski e Sergio Henao. Per i due spagnoli sono sensazioni differenti, Contador sta recitando qui il suo canto del cigno, Valverde ha quella mezza idea di dinamitare la corsa, sfruttando i compagni nel gruppo al comando e sfiancando gli Sky all'inseguimento.
Il piano dura poco: Contador si stacca e pedala di fianco all'ammiraglia gli ultimi momenti del suo Tour. Al chilometro cento metterà il piede a terra, debilitato dalla febbre e delle cadute nelle prime tappe, conscio che la maglia gialla per lui appartiene al passato, decide di dire basta non senza aver voluto provare a lasciare quell'ultimo suo segno, quello che ben conosce: l'attacco. Valverde invece si rivela "persona non grata" nel gruppo in fuga, non gli permette di prendere il largo per questioni di classifica, di fatto è emarginato da tutti e preferisce rialzarsi. Una scelta che permette alla fuga di partire, e alla corsa di addormentarsi.
La sveglia suona negli ultimi chilometri: all'inizio dell'ascesa di Arcalis se ne va Tom Dumoulin, finalizzatore di una serie infinita di scatti tattici nel gruppo di testa. E' il momento in cui il cielo si apre, per svegliare i "touristi" nel modo più brusco possibile: grandine e pioggia a secchiate. Dumoulin, che è una specie di superman, non se ne accorge quasi: pedala dritto fino all'arrivo incurante dell'inseguimento di Rui Alberto Faria da Costa e Rafal Majka. Se ne accorgono di più gli uomini di classifica, che sanno che il traguardo e lontano ma vedono il ritmo impennarsi. Non che accada nulla di anomalo: si contano tuttalpiù due scatti in tutta l'ascesa (uno di Richie Porte e l'altro di Chris Froome), ma il ritmo infernale degli Sky e la mancanza di gamba o di stimoli dei loro rivali bastano per assestare ulteriormente la classifica. Froome arriva con Yates, Quintana, Porte e Martin... gli altri sono tutti più o meno distanti, con Fabio Aru che limita il distacco a un minuto grazie ad un ottimo Vincenzo Nibali in versione gregario. E' la classifica che porta al giorno di riposo; il terreno per cambiarla non manca, vedremo se ci sarà anche la volontà.
Ordine d'arrivo:
1 Tom Dumoulin 05h16'24"
2 Rui Alberto Faria da Costa a 38"
3 RafaÅ Majka ST
4 Daniel Navarro a 01'39"
5 Winner Anacona a 01'57"
6 Thibaut Pinot a 02'30"
7 George Bennett a 02'48"
8 Diego Rosa a 02'52"
9 Mathias Frank a 03'44"
10 Adam Yates a 06'35"
Classifica generale:
1 Christopher Froome a 44h36'03"
2 Adam Yates a 16"
3 Daniel Martin a 19"
4 Nairo Quintana a 23"
5 Joaquim Rodríguez a 37"
6 Romain Bardet a 44"
7 Bauke Mollema ST
8 Sergio Luis Henao
9 Louis Meintjes a 55"
10 Alejandro Valverde a 01'01"
Filippo Cauz
(foto di Gettyimages)
Un risultato inevitabile quando il controllo di corsa è affidato a squadroni come Movistar e Sky, prevedibile quando il gruppo si trova bene o male compatto nell'accompagnare la gara al suo destino, ad eccezione di pochi volenterosi.
Si capisce la "bassa belligeranza" già dall'avvio, con un maxi-gruppo di ben 44 corridori che va in fuga per aggredire una dinamica classifica dei GPM, ma per lanciarsi da lì verso il traguardo. I duellanti per la maglia a pois sono Rafal Majka, Thibaut Pinot e Thomas De Gendt, e la loro sfida sarà uno dei miglior spettacoli di giornata.
Prima però c'è spazio per l'azione di due campioni di un'epoca che va forse tramontando: a 175 chilometri dal traguardo attaccano infatti Alberto Contador e Alejandro Valverde, inizialmente accompagnati da Robert Kišerlovski e Sergio Henao. Per i due spagnoli sono sensazioni differenti, Contador sta recitando qui il suo canto del cigno, Valverde ha quella mezza idea di dinamitare la corsa, sfruttando i compagni nel gruppo al comando e sfiancando gli Sky all'inseguimento.
Il piano dura poco: Contador si stacca e pedala di fianco all'ammiraglia gli ultimi momenti del suo Tour. Al chilometro cento metterà il piede a terra, debilitato dalla febbre e delle cadute nelle prime tappe, conscio che la maglia gialla per lui appartiene al passato, decide di dire basta non senza aver voluto provare a lasciare quell'ultimo suo segno, quello che ben conosce: l'attacco. Valverde invece si rivela "persona non grata" nel gruppo in fuga, non gli permette di prendere il largo per questioni di classifica, di fatto è emarginato da tutti e preferisce rialzarsi. Una scelta che permette alla fuga di partire, e alla corsa di addormentarsi.
La sveglia suona negli ultimi chilometri: all'inizio dell'ascesa di Arcalis se ne va Tom Dumoulin, finalizzatore di una serie infinita di scatti tattici nel gruppo di testa. E' il momento in cui il cielo si apre, per svegliare i "touristi" nel modo più brusco possibile: grandine e pioggia a secchiate. Dumoulin, che è una specie di superman, non se ne accorge quasi: pedala dritto fino all'arrivo incurante dell'inseguimento di Rui Alberto Faria da Costa e Rafal Majka. Se ne accorgono di più gli uomini di classifica, che sanno che il traguardo e lontano ma vedono il ritmo impennarsi. Non che accada nulla di anomalo: si contano tuttalpiù due scatti in tutta l'ascesa (uno di Richie Porte e l'altro di Chris Froome), ma il ritmo infernale degli Sky e la mancanza di gamba o di stimoli dei loro rivali bastano per assestare ulteriormente la classifica. Froome arriva con Yates, Quintana, Porte e Martin... gli altri sono tutti più o meno distanti, con Fabio Aru che limita il distacco a un minuto grazie ad un ottimo Vincenzo Nibali in versione gregario. E' la classifica che porta al giorno di riposo; il terreno per cambiarla non manca, vedremo se ci sarà anche la volontà.
Ordine d'arrivo:
1 Tom Dumoulin 05h16'24"
2 Rui Alberto Faria da Costa a 38"
3 RafaÅ Majka ST
4 Daniel Navarro a 01'39"
5 Winner Anacona a 01'57"
6 Thibaut Pinot a 02'30"
7 George Bennett a 02'48"
8 Diego Rosa a 02'52"
9 Mathias Frank a 03'44"
10 Adam Yates a 06'35"
Classifica generale:
1 Christopher Froome a 44h36'03"
2 Adam Yates a 16"
3 Daniel Martin a 19"
4 Nairo Quintana a 23"
5 Joaquim Rodríguez a 37"
6 Romain Bardet a 44"
7 Bauke Mollema ST
8 Sergio Luis Henao
9 Louis Meintjes a 55"
10 Alejandro Valverde a 01'01"
Filippo Cauz
(foto di Gettyimages)