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Redazione

Tour. Cuore Orica a Revel, vince Matthews

E' una ripartenza che sa di cattiveria quella di questo Tour dopo il giorno di riposo. Alle gambe dei corridori ancora rilassate viene inflitta infatti da subito l'ascesa fino alla vetta stessa della Grande Boucle, il Port d'Envalira che con i suoi 2'408 metri di quota è il punto più alto toccato dalla corsa, o come si chiama qui il Souvenir Hénri Desgrange.
 
Un traguardo parziale e simbolico, eppure ricco per chi riuscirà a transitarvi per primo. Ricco e strategico, perchè da lassù la tappa si butta a capofitto verso il cuore della Linguadoca: 60 km di discesa, 100 km di di falsopiano che sembra più falsadiscesa, e un finale un po' accidentato, su cui spiccano i due chilometri di salita della Côte de Saint-Ferréol, dove si scollina a quota 359 metri, tanto per rendere esplicite le differenze.
Una tappa per fuggitivi fatta e finita, insomma, con i velocisti destinati a staccarsi subito sottraendo allo sviluppo della gara le forze delle squadre votate all'inseguimento.
 
E tappa per la fuga effettivamente è stata, come e più di molte altre in questo Tour, ma per arrivarci è stato necessario scomodare i nomi forti e spostare i banchi di nebbia che avvolgevano le alte quote dell'Envalira. Chi attacca come un grillo è Peter Sagan, che questa fuga non vuole perdersela per nulla al mondo. La salita però è troppo anche per lui, così il Souvenir Desgrange finisce nelle tasche di Rui Alberto Faria da Costa, dietro al quale si muovono figure di peso come Tom Dumoulin e Vincenzo Nibali. L'attacco quello vero però si forma al termine della discesa: sono in quindici a prendere il largo e con Sagan, Nibali e Rui Costa ci sono grandi attaccanti come Van Avermaet, Cummings, Gallopin e Chavanel, un volenteroso Damiano Caruso ma soprattutto ben tre corridori della Orica-BikeExchange: Durbridge, Impey, Matthews.
 
Il gruppo prova e non prova, non si mette mai d'accordo se non sulla scelta finale: rialzarsi. La fuga prende il volo negli ultimi 15 chilometri, quando il passo dei tre australiani ha selezionato un gruppetto di sette. Provano a darsele uno scatto dopo l'altro gli attaccanti, ci provano sulla Côte de Saint-Ferréol ma c'è sempre Peter Sagan a chiudere su ogni tentativo, anche su quelli del vento. Una profusione di energie che gli vale la riconquista, forse definitiva, della maglia verde ma solo un secondo posto al traguardo. Davanti a lui, inevitabilmente, è un portacolori di questa perfetta Orica-BikeExchange ad esultare e ottenere la prima vittoria australiana in questo Tour. E' Micheal Matthews il sorriso vincente dall'altra parte del mondo, orgoglio del mondo a testa in giù al termine di una tappa disegnata dall'alto in basso.
 
 
Ordine d'arrivo:
1 Michael Matthews 04h22'38"
2 Peter Sagan ST
3 Edvald Boasson Hagen 
4 Greg Van Avermaet 
5 Samuel Dumoulin 
6 Daryl Impey a 02"
7 Luke Durbridge a 01'10"
8 Damiano Caruso a 03'01"
9 Gorka Izaguirre a 03'10"
10 Tony Gallopin ST
 
Classifica generale: 
1 Christopher Froome a 49h08'20" 
2 Adam Yates a 16" 
3 Daniel Martin a 19" 
4 Nairo Quintana a 23" 
5 Joaquim Rodríguez a 37" 
6 Romain Bardet a 44" 
7 Bauke Mollema ST 
8 Sergio Luis Henao 
9 Louis Meintjes a 55" 
10 Alejandro Valverde a 01'01"
 
 
Filippo Cauz
(foto di Gettyimages)