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Tour. Per Dumoulin una vittoria senza festa
Da Nizza a Bourg-Saint-Andéol, il piccolo comune dell'Ardèche da cui ha preso il via la cronometro di oggi al Tour, ci sono circa 300 chilometri di strada. Dal podio finale della Caverne du Pont-d'Arc, dove la tappa si è conclusa, a Nizza sembra però che di distanze non ce ne sia, ma soltanto un unico abbraccio e un unico cuore ferito.
Quella di oggi era la tappa che nessuno avrebbe voluto correre al Tour, e non certo per la paura che ogni uomo di classifica portava verso questi 37 chilometri contro il tempo, destinati da mesi ad un ruolo decisivo nel bilancio della Grande Boucle. Nessuno avrebbe voluto correre perchè quando ti svegli al mattino e scopri tragedie come quella che ha colpito la Francia ieri sera è inevitabile che ti si svuotino le gambe, la testa, persino il cuore. A riguardarlo da stamattina, il Mont Ventoux delle polemiche, delle moto e delle neutralizzazioni sembrava distante millenni.
Eppure il Tour ha deciso di ripartire, una volta appurate le condizioni di sicurezza, e di rifarlo con convinzione, perchè ripeterlo sembra una banalità ma fermarsi ora suona sempre come lasciare le decisioni ad altri. Sono le stesse parole con cui ha voluto commentare la propria vittoria Tom Dumoulin, che all'ombra della Caverne du Pont-d'Arc, nei pressi della Grotta Chauvet dove sono state rinvenute alcune delle opere d'arte più antiche dell'umanità, conquista la sua seconda tappa in questa Grande Boucle. E' una doppietta di prestigio per l'olandese, già trionfatore del tappone pirenaico e candidato numero uno per una medaglia di peso alle Olimpiadi di Rio, ma oggi è una vittoria "a due facce": la soddisfazione e la tristezza.
Non c'è nessuna festa sul traguardo di Pont-d'Arc: le quattro maglie e il vincitore di tappa salgono sul podio insieme, e dal podio assistono al minuto di silenzio che coinvolge l'intero pubblico presente. E' uno dei momenti più toccanti dell'intero Tour, così distante del caos che solo 24 ore fa aveva travolto la corsa francese.
Una corsa che oggi, inevitabilmente, fa i conti anche con una classifica ben diversa da come l'avevamo lasciata. Doveva essere un giorno di gloria per Chris Froome e così è stato, con il kenyano che fa dimenticare a colpi di pedale il pastrocchio della giuria del Ventoux e si innalza di un ulteriore gradino rispetto alla concorrenza. Il suo rivale più accreditato sembra chiamarsi ormai Bauke Mollema: autore di una splendida crono l'olandese è ora secondo a 1'45" di ritardo, seguono Adam Yates e un disastroso Nairo Quintana, protagonista di una delle crono peggiori della sua carriera, benchè non terribile come quella di Fabio Aru.
Domani il Tour riparte, come è ripartito oggi e come sempre cercherà di fare. 208,5 chilometri che porteranno la corsa al Parco Aviario di Villars les Dombes, una frazione per fugaioli coraggiosi o per velocisti, un arrivo suggestivo e pieno di leggerezza, e non ce n'è mai stato così bisogno da queste parti.
Ordine d'arrivo:
1 Tom Dumoulin 50'15"
2 Christopher Froome a 1'03"
3 Nelson Oliveira a 1'31"
4 Jerome Coppel a 1'35"
5 Rohan Dennis a 1'41"
6 Bauke Mollema a 1'54"
7 Geraint Thomas a 2'00"
8 Ion Izagirre a 2'02"
9 Tony Martin a 2'05"
10 Stephen Cummings a 2'24"
Classifica generale:
1 Christopher Froome 58h02'51"
2 Bauke Mollema a 01'47"
3 Adam Yates a 02'45"
4 Nairo Quintana a 02'59"
5 Alejandro Valverde a 03'17"
6 Tejay van Garderen a 03'19"
7 Romain Bardet a 04'04"
8 Richie Porte a 04'27"
9 Daniel Martin a 05'03"
10 Fabio Aru a 05'16"
Filippo Cauz
[foto di A.S.O.]