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Tour. Imbattibile Cavendish, è poker
A cinquanta metri dal traguardo di Villars-les-Dombes, Mark Cavendish era ancora quasi tranquillo, rannicchiato al sicuro deitro l'ombra possente di Marcel Kittel, avversario che si fa apripista al termine di una giornata in cui il vento ha voluto timbrare di nuovo il cartellino di presenza. Cinquanta metri per decidere un rettilineo di dieci chilometri e una tappa che di chilometri ne sommava 208: è questa la vita del velocista, la lunga attesa al coperto.
Non che nei 208 chilometri precedenti fosse accaduto qualcosa, a dire il vero. La tappa odierna, collocata tra una crono difficile e le montagne del Giura, era disegnata sin dal principio come un riposo in movimento, e così l'ha interpretata il gruppo. Una prima ora ad andatura da cicloturisti, poi una fuga più segnata che mai con protagonisti Cesare Benedetti, Alex Howes, Martin Elmiger e il supercombattivo di giornata Jérémy Roy, intorno una lunga pedalata tra campi e balle di fieno. Uno di quei sabati del villaggio che solo il Tour riesce a rendere eventi di portata mondiale.
Tra una balla di fieno e l'altra, il gruppo rallentava così tanto da sfiorare uno dei record di ritardo mai raggiunti dalla Grande Boucle, per accelerare solo all'ultimo, al richiamo degli uccelli del Parc des Oiseaux, traguardo spettacolare tra i mille stagni delle Dombe. Un lungo, lunghissimo, interminabile accompagnamento per arrivare a quegli ultimi cinquanta metri.
La volata la lanciano le maglie tutte rosse della Lotto - Soudal e della Katusha, che diceva di avere un piano ma pare averlo perso nel vento, la Etixx - Quick Step irrompe alle loro spalle con il solito generosissimo Fabio Sabatini che pare proiettare il Tour verso un destino di giornata già segnato. Invece mancano cinquanta metri, e il destino vincente di Marcel Kittel svanisce proprio come la spinta nelle sue gambe, Cavendish ne approfitta per compiacersi della propria pazienza, lo salta come un grillo e lo lascia a lamentarsi più della cattiveria del fato che delle traiettorie altrui.
Sul traguardo Cannonball precede Kristoff e Sagan e si arrampica a quota trenta successi nella storia gialla del Tour. A trentuno potrebbe arrivarci al prossimo appuntamento, ma se anche dovesse fallire la stoccata sugli Champs-Élysées, nessuno potrà ormai mettere in discussione la sua superiorità in quei cinquanta metri che si spostano di città in città, ma stabiliscono sempre chi le volate le vince e chi no.
Ordine d'arrivo:
1 Mark Cavendish 05h43'49"
2 Alexander Kristoff ST
3 Peter Sagan
4 John Degenkolb
5 Marcel Kittel
6 André Greipel
7 Bryan Coquard
8 Davide Cimolai
9 Christophe Laporte
10 Samuel Dumoulin
Classifica generale:
1 Christopher Froome 63h46'40"
2 Bauke Mollema a 01'47"
3 Adam Yates a 02'45"
4 Nairo Quintana a 02'59"
5 Alejandro Valverde a 03'17"
6 Tejay van Garderen a 03'19"
7 Romain Bardet a 04'04"
8 Richie Porte a 04'27"
9 Daniel Martin a 05'03"
10 Fabio Aru a 05'16"
Filippo Cauz
[foto di A.S.O.]
Non che nei 208 chilometri precedenti fosse accaduto qualcosa, a dire il vero. La tappa odierna, collocata tra una crono difficile e le montagne del Giura, era disegnata sin dal principio come un riposo in movimento, e così l'ha interpretata il gruppo. Una prima ora ad andatura da cicloturisti, poi una fuga più segnata che mai con protagonisti Cesare Benedetti, Alex Howes, Martin Elmiger e il supercombattivo di giornata Jérémy Roy, intorno una lunga pedalata tra campi e balle di fieno. Uno di quei sabati del villaggio che solo il Tour riesce a rendere eventi di portata mondiale.
Tra una balla di fieno e l'altra, il gruppo rallentava così tanto da sfiorare uno dei record di ritardo mai raggiunti dalla Grande Boucle, per accelerare solo all'ultimo, al richiamo degli uccelli del Parc des Oiseaux, traguardo spettacolare tra i mille stagni delle Dombe. Un lungo, lunghissimo, interminabile accompagnamento per arrivare a quegli ultimi cinquanta metri.
La volata la lanciano le maglie tutte rosse della Lotto - Soudal e della Katusha, che diceva di avere un piano ma pare averlo perso nel vento, la Etixx - Quick Step irrompe alle loro spalle con il solito generosissimo Fabio Sabatini che pare proiettare il Tour verso un destino di giornata già segnato. Invece mancano cinquanta metri, e il destino vincente di Marcel Kittel svanisce proprio come la spinta nelle sue gambe, Cavendish ne approfitta per compiacersi della propria pazienza, lo salta come un grillo e lo lascia a lamentarsi più della cattiveria del fato che delle traiettorie altrui.
Sul traguardo Cannonball precede Kristoff e Sagan e si arrampica a quota trenta successi nella storia gialla del Tour. A trentuno potrebbe arrivarci al prossimo appuntamento, ma se anche dovesse fallire la stoccata sugli Champs-Élysées, nessuno potrà ormai mettere in discussione la sua superiorità in quei cinquanta metri che si spostano di città in città, ma stabiliscono sempre chi le volate le vince e chi no.
Ordine d'arrivo:
1 Mark Cavendish 05h43'49"
2 Alexander Kristoff ST
3 Peter Sagan
4 John Degenkolb
5 Marcel Kittel
6 André Greipel
7 Bryan Coquard
8 Davide Cimolai
9 Christophe Laporte
10 Samuel Dumoulin
Classifica generale:
1 Christopher Froome 63h46'40"
2 Bauke Mollema a 01'47"
3 Adam Yates a 02'45"
4 Nairo Quintana a 02'59"
5 Alejandro Valverde a 03'17"
6 Tejay van Garderen a 03'19"
7 Romain Bardet a 04'04"
8 Richie Porte a 04'27"
9 Daniel Martin a 05'03"
10 Fabio Aru a 05'16"
Filippo Cauz
[foto di A.S.O.]