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Redazione

Tour. Sul Giura festeggia Pantano

Questa edizione del Tour de France sembra avere dei problemi con i fine settimana, o tende quantomeno ad esagerare nei weekend i problemi che la attanagliano in assoluto. A volerla guardare con ottimismo, è un bene per gli appassionati, ancor più liberi di andarsene a pedalare sotto il sole anzichè sudare a casa davanti al ventilatore, di certo però il fascino della corsa sin qui non ne guadagna.

Tappa in diretta integrale oggi, dal chilometro zero, quindi più visibilità per tutti, tanto che la fuga ci mette un po' più del solito a partire: a fare i grilli per entrare in ogni azione ci pensano i duellanti per la maglia a pois, uno scintillante Tom Dumoulin e un Vincenzo Nibali che oggi la fuga proprio non la vuole mollare. Alla fine ce la fanno tutti, tranne la maglia a pois Thomas De Gendt: in fuga partono in 28 dopo il primo GPM. La Sky fa segno che va bene così, azione concessa all'ombra dell'impero, e davanti se ne vanno.

Al netto di qualche sprint vivace sui traguardi di strada, gli attaccanti vanno d'amore e d'accordo almeno finchè a rovinare il quadretto non ci pensano le pendenze del Grand Colombier: una salita cattiva come poche, che tira e spiana senza alcuna logica, con punte sopra il 10% e tre chilometri conclusivi al 9%. Dati che fanno paura come quelli meteorologici, poichè lassù a 1500 metri ci sono ancora 23°. Una giornata in cui sudare. E mentre i ventotto diventano dodici, a sudare più di tutti sembra proprio Vincenzo Nibali, che per l'ennesima volta perde maliconicamente le ruote di corridori che fino a un mese fa avrebbe bastonato. Triste ed inspiegabile il Tour del siciliano sin qui, rallegrato oggi dalla notizia -nota da mesi- della sua convocazione come capitano per Rio, dove si spera che la gamba sia ben diversa da quella opaca mostrata in Francia. C'è da essere ottimisti, perchè Nibali in genere non sbaglia gli appuntamenti che contano, ma questo rende ancora più sconfortante l'attualità di un Tour che evidente per il siciliano non conta.

Chi il Tour lo sta affrontando con tutt'altro spirito è invece Rafal Majka, talentuoso esploratore di montagne francesi: dopo aver racimolato punti ai GPM il polacco si lancia in avanscoperta, con il solo Zakarin che tiene il suo passo. In discesa dal Grand Colombier le carte si mescolano, il russo si attarda ma rientrano Alaphilippe e Pantano. Il francese attacca e cade, il colombiano invece ragiona più di tutti, non segue Majka che parte da solo ai meno venti, ma respira e pensa positivo. Un po' come gli Astana che provano a mettere alla frusta il gruppo dei migliori, col risultato di una timida selezione e di un attacco di Aru che è prima affiancato da Valverde e presto riassorbito dagli altri. Ai due risponde un contrattacco di Bardet, ma pure il francese fa poca strada e nessuna selezione: è chiaro che arriveranno tutti insieme, tanto vale arrendersi al destino.

La lotta per la tappa dopo lo scollinamento dei Lacets de Grand Colombier sembra invece sorridere a Majka. Il polacco è lanciato verso l'ennesimo successo al Tour, condito da una maglia a pois riconquistata, ma a nove chilometri dal traguardo, dopo aver combinato un pasticcio in curva in discesa, viene raggiunto da un Jarlinson Pantano che scende come una moto. Non una delle troppe moto che anche oggi si sono viste vicinissime ai corridori, rischiando di bissare il danno del Ventoux, piuttosto un fulmine di tecnica e desiderio. E' la coppia che andrà a giocarsi la tappa. Pantano tira tanto, Majka un po' meno, eppure allo sprint non c'è storia: vince il colombiano che dà alla sua IAM la seconda vittoria in un grande giro proprio nell'ultima stagione del team. Festeggia Pantano, alla migliore stagione in carriera, forte di numeri e risultati da corridore ormai affermato. Con una carta in più rispetto ai colleghi, il coraggio e la sfrontatezza del saper rischiare, quello che tra i piani alti della classifica anche oggi pare sconosciuto. Restano le Alpi, che sia la brutalità delle montagne a dare la scossa che ancora manca.


Ordine d'arrivo:
1 Jarlinson Pantano 04h24'49
2 Rafal Majka ST
3 Alexis Vuillermoz a 06"
4 Sébastien Reichenbach ST
5 Julian Alaphilippe a 22"
6 Serge Pauwels a 25"
7 Pierre Rolland ST
8 Ilnur Zakarin a 01'30"
9 Daniel Navarro ST
10 Tom Jelte Slagter a 02'08"

Classifica generale:
1 Christopher Froome 68h14'36"
2 Bauke Mollema a 01'47"
3 Adam Yates a 02'45"
4 Nairo Quintana a 02'59"
5 Alejandro Valverde a 03'17"
6 Romain Bardet a 04'04"
7 Richie Porte a 04'27"
8 Tejay van Garderen a 04'47"
9 Daniel Martin a 05'03"
10 Fabio Aru a 05'16"



Filippo Cauz
[foto di A.S.O.]