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Peter Sagan, colpo di reni per il tris
Vince Peter Sagan a Berna, e questa non è più una notizia. Il Tour va all'estero per il secondo giorno di riposo (domani) e anche questo non stupisce. La novità, rispetto a quanto visto negli ultimi giorni, è che in questa tappa di pianura, dove la pianura quasi non c'è, finalmente si va a tutta.
Il motivo è chiaro, davanti in fuga sono in due, è un Trofeo Baracchi dispari, nel senso che la coppia è sghemba e tira uno solo, però quell'unico avantreno si chiama Tony Martin, e quando l'asfalto spiana si trasforma in un carro armato. Julian Alaphilippe, compagno di squadra ma non di taglia, grande la metà del tedescone, si acquatta comodo nell'ombra di Martin, protetto dal vento e della paura. Il tentativo dei due è velleitario ma fascinoso: dura circa 180 chilometri, se non altro un'ottima sgambata.
Ripresi i due, in gruppo si prova ad attaccare nella maniera più disordinata possibile. Quello che prende più spazio è Rui Alberto Faria da Costa, portoghese della Lampre che in Svizzera rende il doppio, tanto da aver vinto per tre volte di fila il Tour de Suisse. Costa si costruisce subito un vantaggio minimo di 10-15", ma li stringe tra i denti per una decina di chilometri, nobilitando uno sforzo che si sa non andrà da nessuna parte. Viene ripreso ai meno cinque e da lì comincia il caos.
Il finale è tutto in città, tutto curve, rotonde, scatti, rampette, ponti, laghi, alberi e pavè. Inevitabile che il gruppo si spezzi in più tronconi qui. E infatti si spezza. E' giusto così, è tutto apparecchiato per l'attacco di Fabian Cancellara, che passa sulle strade di casa nel suo Tour d'addio, invece ci provano altri uomini del Nord, i suoi eredi di fatto.
Il primo a provarci è Sep Vanmarcke, a 1500 metri dall'arrivo, ma dura proprio poco. A inseguirlo ci si mette Peter Sagan, che prende più vento dei velocisti e viene rimbalzato indietro a inizio volata. Però è Sagan, mica un corridore qualsiasi, così quando Alexander Kristoff parte lunghissimo a 300 metri dal traguardo a puntarlo è proprio l'uomo in maglia verde. Un testa a testa che finisce sulla linea d'arrivo, proprio sulla linea, perchè ci vorrà un photofinish a decretare quel copertoncino di vantaggio per il campione del mondo, neanche due centimetri a dividere chi qui cala il suo tris e chi resta deluso.
Con Degenkolb, Cancellara, Vanmarcke, Boasson Hagen e Van Avermaet nei 10 è un ordine d'arrivo da classica del Nord. La differenza la fa il colpo di reni, per l'ultima volta o quasi. Domani si riposa, da mercoledì si sale sulle Alpi in tutte le salse, e lì la differenza la dovranno fare le gambe, il cuore, i polmoni.
Ordine d'arrivo:
1 Peter Sagan 04h26'02"
2 Alexander Kristoff
3 Sondre Holst Enger
4 John Degenkolb
5 Michael Matthews
6 Fabian Cancellara
7 Sep Vanmarcke
8 Maximiliano Richeze
9 Edvald Boasson Hagen
10 Greg Van Avermaet
Classifica generale:
1 Christopher Froome 72h40'38"
2 Bauke Mollema a 01'47"
3 Adam Yates a 02'45"
4 Nairo Quintana a 02'59"
5 Alejandro Valverde a 03'17"
6 Romain Bardet a 04'04"
7 Richie Porte a 04'27"
8 Tejay van Garderen a 04'47"
9 Daniel Martin a 05'03"
10 Fabio Aru a 05'16"
Filippo Cauz
[foto di A.S.O.]