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Ancora una fuga al Tour, vince Zakarin
Una tappa di montagna di 184 chilometri non è certo un moloch invalicabile per dei professionisti, ma con un giorno di riposo nelle gambe, aggiuntosi a due settimane di Tour, anche 184 chilometri possono far paura. Specie in un Tour come questo, in cui incredibilmente questa Berna / Finhaut-Emosson è la più lunga tra le tappe alpine. La tappa per le fughe, insomma.
E in fuga vorrebbero andarci tutti. Col risultato che, come sempre capita in queste situazioni, partono fortissimo. Talmente forte che qualcuno cade subito: Barguil, Bozic e soprattutto Gorka Izagirre, che si rompe la clavicola e saluta il Tour, proprio come lo avevano salutato nella notte i due pre-olimpici Mark Cavendish e Rohan Dennis, non partiti oggi con la testa già a Rio.
Quando si dice fortissimo, si intende fortissimo: la prima ora di gara è corsa alla media di 51,8 km/h. Qualcuno ci prova ad andare in fuga, ma in mancanza di Superman la fuga non parte. Superman in realtà c'è, si chiama Peter Sagan, e va a finire che quando la fuga parte è il campione del mondo a tirare davanti: con lui ci sono altri dieci attaccanti, dietro seguono otto contrattaccanti, dietro ancora il gruppo tira il fiato e inizia quella sua lunga transumanza che sta caratterizzando questa Grande Boucle.
In avanscoperta con Sagan ci sono Pozzovivo, Gallopin, Van Avermaet, Voeckler, due gregari Astana come Kangert e Lutsenko, e quei tre che tutti si aspettavano sin dalla vigilia: Rafal Majka, Jarlinson Pantano e Ilnur Zakarin.
Il gruppo lascia subito più di 10 minuti, si scuote un po' con il forcing della Movistar sulla Forclaz, sufficiente per distanziare e mandare alla deriva Teejay Van Garderen, poi torna a sonnecchiare. La vittoria di tappa non sembra interessare a nessuno, la vittoria del Tour solo alla Sky. Tanto di guadagnato per gli attaccanti, che iniziano a scattare e a diminuire in numero. Restano i tre che ci si aspettava, fino ai meno 6 dall'arrivo. Poi scatta Zakarin e restano in due. Qualche centinaio di metri e rilancia Zakarin e resta in uno, troppo forte anche per lo splendido Pantano di questo Tour.
Il russo va a prendersi la vittoria di tappa a meno di due mesi dalla clavicola rotta sul Colle dell'Agnello al Giro d'Italia. Tre chilometri più indietro, il gruppo dei favoriti accelera un po', quanto basta per distanziare Valverde e spezzettare qualche secondo tra il duo Froome-Porte e gli altri, con Quintana un poco staccato e Mollema ancora più indietro. Distacchi infinitesimali per una tappa alpina, per una terza settimana, ma questo Tour va avanti così, senza dare cenni di risveglio.
Ordine d'arrivo:
1 Ilnur Zakarin 04h36'33"
2 Jarlinson Pantano a 55"
3 Rafal Majka a 01'26"
4 Kristijan Durasek a 01'32"
5 Brice Feillu a 02'33"
6 Thomas Voeckler a 02'46"
7 Domenico Pozzovivo a 02'50"
8 Stef Clement a 02'57"
9 Steve Morabito a 04'38"
10 Richie Porte a 07'59"
Classifica generale:
1 Christopher Froome 77h25'10"
2 Bauke Mollema a 02'27"
3 Adam Yates a 02'53"
4 Nairo Quintana a 03'27"
5 Romain Bardet a 04'15"
6 Richie Porte a 04'27"
7 Alejandro Valverde a 05'19"
8 Fabio Aru a 05'35"
9 Daniel Martin a 05'50"
10 Louis Meintjes a 06'07"
Filippo Cauz
[foto di A.S.O.]