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Tour de France. Meno male che c'è Bardet
Finalmente un francese. Si è dovuto attendere sino al penultimo giorno, sino al traguardo più intrigante, sulle pendici del Monte Bianco, per festeggiare la vittoria di un corridore di casa, ma la qualità del trionfo di Romain Bardet è talmente scintillante che farà dimenticare a tutti la lunga attesa.
Andrà anzi celebrata questa giornata, perchè nel coraggio ai limiti dell'incoscienza dello scalatorino d'oltralpe è emerso per pochi minuti quel sogno che tutti gli appassionati hanno coltivato per tre settimane, ancora invano. Il sogno di una corsa combattuta, imprevedibile e ardita. La speranza di un ciclismo che riesca ancora ad uscire dal copione già scritto, e qualche volta ci riesce. Non ci è riuscito oggi, sia chiaro, in una tappa in cui il copione è rimasto il medesimo ma ha cambiato i colori. Via il nerazzurro della Sky in testa al gruppo, dentro il celeste dell'Astana. Colori diversi, risultato identico, zero. Via anche il sole che aveva accompagnato il Tour sin qui, dentro la pioggia che così violenta non la vedevamo da Andorra. Differenze qui un po' di più, almeno per quanto riguarda cadute, ematomi, persino fratture.
A chiudere il suo Tour dall'ortopedico ci va Tom Dumoulin, splendido protagonista della Grande Boucle, che con la caduta sulle Alpi rischia di veder sfumare anche il suo sogno olimpico. Un sogno quantomai reale, l'oro nella cronometro non sembrava avere pretendenti più accreditati. Dopo l'olandese sull'asfalto bagnato ci finiscono in tanti: tra loro ci sono Chris Froome e Bauke Mollema, oltre a Vincenzo Nibali. Il capoclassifica sbrindella la sua maglia gialla e finisce la tappa sulla bici di Geraint Thomas, ma tutto sommato limita i danni, grazie soprattutto all'aiuto di un sontuoso Poels. Va peggio all'olandese, che già si trovava a dover correre sulla difensiva e che qui lascia le sue speranze di podio.
Sul podio oggi ci sale invece Bardet, che a differenza dei più stimati colleghi non ha paura di provare e riprovare l'attacco, sino ad andarsene in discesa e pedalare felice sino al traguardo. Il suo sorriso e la sua gioia, un anno dopo l'impresa a St.Jean de Maurienne, restituiscono un briciolo di entusiasmo non soltanto ai tifosi francesi, ma a tutti gli appassionati ormai provati da questo Tour noioso ed in eterna attesa. Gli altri attendono, con due arzilli vecchietti come Purito Rodriguez e Valverde che si prendono i posti a ridosso del vincitore, mentre chi doveva attaccare sin dal mattino rinvia l'appuntamento a domani. Come da inizio Tour, d'altronde.
Ordine d'arrivo
1 Romain Bardet 04h14'08"
2 Joaquin Rodriguez a 23"
3 Alejandro Valverde ST
4 Louis Meintjes
5 Nairo Quintana a 26"
6 Fabio Aru a 28"
7 Daniel Martin ST
8 Wouter Poels a 36"
9 Chris Froome ST
10 Richie Porte a 52"
Classifica generale:
1 Chris Froome 82h10'37"
2 Romain Bardet a 04'11"
3 Nairo Quintana a 04'27"
4 Adam Yates a 04'36"
5 Richie Porte a 05'17"
6 Fabio Aru a 06'00"
7 Alejandro Valverde a 06'27"
8 Louis Meintjes a 07'02"
9 Daniel Martin a 07'10"
10 Bauke Mollema a 07'42"
Filippo Cauz
[foto di A.S.O.]
Andrà anzi celebrata questa giornata, perchè nel coraggio ai limiti dell'incoscienza dello scalatorino d'oltralpe è emerso per pochi minuti quel sogno che tutti gli appassionati hanno coltivato per tre settimane, ancora invano. Il sogno di una corsa combattuta, imprevedibile e ardita. La speranza di un ciclismo che riesca ancora ad uscire dal copione già scritto, e qualche volta ci riesce. Non ci è riuscito oggi, sia chiaro, in una tappa in cui il copione è rimasto il medesimo ma ha cambiato i colori. Via il nerazzurro della Sky in testa al gruppo, dentro il celeste dell'Astana. Colori diversi, risultato identico, zero. Via anche il sole che aveva accompagnato il Tour sin qui, dentro la pioggia che così violenta non la vedevamo da Andorra. Differenze qui un po' di più, almeno per quanto riguarda cadute, ematomi, persino fratture.
A chiudere il suo Tour dall'ortopedico ci va Tom Dumoulin, splendido protagonista della Grande Boucle, che con la caduta sulle Alpi rischia di veder sfumare anche il suo sogno olimpico. Un sogno quantomai reale, l'oro nella cronometro non sembrava avere pretendenti più accreditati. Dopo l'olandese sull'asfalto bagnato ci finiscono in tanti: tra loro ci sono Chris Froome e Bauke Mollema, oltre a Vincenzo Nibali. Il capoclassifica sbrindella la sua maglia gialla e finisce la tappa sulla bici di Geraint Thomas, ma tutto sommato limita i danni, grazie soprattutto all'aiuto di un sontuoso Poels. Va peggio all'olandese, che già si trovava a dover correre sulla difensiva e che qui lascia le sue speranze di podio.
Sul podio oggi ci sale invece Bardet, che a differenza dei più stimati colleghi non ha paura di provare e riprovare l'attacco, sino ad andarsene in discesa e pedalare felice sino al traguardo. Il suo sorriso e la sua gioia, un anno dopo l'impresa a St.Jean de Maurienne, restituiscono un briciolo di entusiasmo non soltanto ai tifosi francesi, ma a tutti gli appassionati ormai provati da questo Tour noioso ed in eterna attesa. Gli altri attendono, con due arzilli vecchietti come Purito Rodriguez e Valverde che si prendono i posti a ridosso del vincitore, mentre chi doveva attaccare sin dal mattino rinvia l'appuntamento a domani. Come da inizio Tour, d'altronde.
Ordine d'arrivo
1 Romain Bardet 04h14'08"
2 Joaquin Rodriguez a 23"
3 Alejandro Valverde ST
4 Louis Meintjes
5 Nairo Quintana a 26"
6 Fabio Aru a 28"
7 Daniel Martin ST
8 Wouter Poels a 36"
9 Chris Froome ST
10 Richie Porte a 52"
Classifica generale:
1 Chris Froome 82h10'37"
2 Romain Bardet a 04'11"
3 Nairo Quintana a 04'27"
4 Adam Yates a 04'36"
5 Richie Porte a 05'17"
6 Fabio Aru a 06'00"
7 Alejandro Valverde a 06'27"
8 Louis Meintjes a 07'02"
9 Daniel Martin a 07'10"
10 Bauke Mollema a 07'42"
Filippo Cauz
[foto di A.S.O.]