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Tour. Parigi celebra Greipel, Froome e... Hinault
Cosa resterà di questo Tour de France? La domanda che riecheggia nell'aria degli Champs Elysées è questa, ora che la Grande Boucle è terminata. Resteranno i risultati, quelli rimangono sempre, per quanto in tempi recenti sia forte la tentazione di riscrivere la classifiche anche ad anni di distanza. Resteranno il tris di Froome, l'impresa di Bardet sul Monte Bianco, le moto sul Ventoux, le volate di Cavendish, l'ardore di attaccanti commoventi come Pantano, Majka, De Gendt, Van Avermaet, Cummings e ovviamente Sagan. Resterà tutto Sagan, in tutto lo splendore di questo campione del mondo che chiude il Tour con tre tappe vinte, una maglia verde e pure il premio di "supercombattivo". Uno spot vivente per il ciclismo, senza alcun dubbio uomo immagine di un Tour che, come lo si guardi, lascerà comunque pochino.
L'ultima tappa è la solita passerella, monocorde come tante altre che l'hanno preceduta, ma quanto meno qui lo show è preventivato. Si parte tardi dopo una mattinata di trasferimento, così c'è l'occasione per approfittarne e dare spazio e visibilità a ciclismi diversi, che non sono certo minori. La Course by Le Tour de France è una velocissima prova di ciclismo femminile, quasi una criterium, che per il terzo anno di fila si svolge sul circuito parigino. A vincere, con una volata più lunga che mai, è Chloe Hosking, davanti a Lotta Lepisto e ad una rediviva Marianne Vos. Una corsa tirata per abituare il pubblico a quanto arriverà poco prima del tramonto.
Sugli Champs Elysées ci provano in tanti e ci riescono in pochi, anzi nessuno. Benchè manchi Cavendish, re degli sprint di questa edizione, dovrà essere volata senza alternative. Manca Cavendish e di fatto pure Kittel, penalizzato da guai meccanici negli ultimi trenta chilometri e rientrato con un grande sforzo e uno spudorato "dietro-motore", su cui la giuria decide di chiudere un occhio in nome del clima da ultimo giorno di scuola. Anche Coquard deve sfidare la sfortuna, ma per lui non c'è nulla da fare, nel momento in cui deve fermarsi ai meno tre chilometri. Così finisce con un testa a testa tra Kristoff e Greipel, in cui cerca di infilarsi il solito Sagan. Vince il tedesco della Lotto, che bissa il successo dello scorso anno sullo stesso traguardo.
Un bis come quello di Chris Froome, padrone assoluto di un Tour già assegnato al termine della prima settimana al capitano del Team Sky. Una vittoria cementata da uno squadrone imbattibile, favorita da una concorrenza timorosa più che mai. Sul podio lo accompagnano un sorridente Bardet, simbolo dell'entusiasmo di tutta la Francia e dell'ultimo, forse l'unico, che a modo suo non ha voluto arrendersi, e un enigmatico Quintana, simbolo degli sconfitti, di chi sembra non averci mai provato. Con loro sfilano le maglie di Sagan, Majka e Yates, e sfila soprattutto Bernard Hinault, uomo-immagine del Tour e della storia del ciclismo, che sugli Champs Elysées va in pensione, proprio al termine del Tour che lo ha visto scavalcato da Cavendish per numero di tappe vinte. Gli applausi per il vecchio campione sono i più fragorosi di tutti, almeno finchè non torna Froome, chiamato al discorso di rito, che apre con il ringraziamento ai compagni di squadra e prosegue con una dedica alla Francia, al suo amore per il ciclismo, più forte anche dell'orrore di Nizza, di cui Froome ricorda le vittime. Un discorso caldo ed emozionante, più di tutto il resto del Tour, e in fondo è bello finire così, è bello che sia il più forte a pronunciarlo, che sia stato il più forte a vincere.
Ordine d'arrivo:
1 André Greipel 02h43’08”
2 Peter Sagan ST
3 Alexander Kristoff
4 Edvald Boasson Hagen
5 Michael Matthews
6 Jasper Stuyven
7 Ramunas Navardauskas
8 Christophe Laporte
9 Sam Bennett
10 Reinardt Janse Van Rensburg
Classifica finale:
1 Chris Froome 89h04'48"
2 Romain Bardet a 4'05"
3 Nairo Quintana a 04'21"
4 Adam Yates a 04'42"
5 Richie Porte a 05'17"
6 Alejandro Valverde a 06'16"
7 Joaquim Rodriguez a 06'58"
8 Louis Meintjes ST
9 Daniel Martin a 07'04"
10 Roman Kreuziger a 07'11"
Filippo Cauz
[foto di A.S.O.]
L'ultima tappa è la solita passerella, monocorde come tante altre che l'hanno preceduta, ma quanto meno qui lo show è preventivato. Si parte tardi dopo una mattinata di trasferimento, così c'è l'occasione per approfittarne e dare spazio e visibilità a ciclismi diversi, che non sono certo minori. La Course by Le Tour de France è una velocissima prova di ciclismo femminile, quasi una criterium, che per il terzo anno di fila si svolge sul circuito parigino. A vincere, con una volata più lunga che mai, è Chloe Hosking, davanti a Lotta Lepisto e ad una rediviva Marianne Vos. Una corsa tirata per abituare il pubblico a quanto arriverà poco prima del tramonto.
Sugli Champs Elysées ci provano in tanti e ci riescono in pochi, anzi nessuno. Benchè manchi Cavendish, re degli sprint di questa edizione, dovrà essere volata senza alternative. Manca Cavendish e di fatto pure Kittel, penalizzato da guai meccanici negli ultimi trenta chilometri e rientrato con un grande sforzo e uno spudorato "dietro-motore", su cui la giuria decide di chiudere un occhio in nome del clima da ultimo giorno di scuola. Anche Coquard deve sfidare la sfortuna, ma per lui non c'è nulla da fare, nel momento in cui deve fermarsi ai meno tre chilometri. Così finisce con un testa a testa tra Kristoff e Greipel, in cui cerca di infilarsi il solito Sagan. Vince il tedesco della Lotto, che bissa il successo dello scorso anno sullo stesso traguardo.
Un bis come quello di Chris Froome, padrone assoluto di un Tour già assegnato al termine della prima settimana al capitano del Team Sky. Una vittoria cementata da uno squadrone imbattibile, favorita da una concorrenza timorosa più che mai. Sul podio lo accompagnano un sorridente Bardet, simbolo dell'entusiasmo di tutta la Francia e dell'ultimo, forse l'unico, che a modo suo non ha voluto arrendersi, e un enigmatico Quintana, simbolo degli sconfitti, di chi sembra non averci mai provato. Con loro sfilano le maglie di Sagan, Majka e Yates, e sfila soprattutto Bernard Hinault, uomo-immagine del Tour e della storia del ciclismo, che sugli Champs Elysées va in pensione, proprio al termine del Tour che lo ha visto scavalcato da Cavendish per numero di tappe vinte. Gli applausi per il vecchio campione sono i più fragorosi di tutti, almeno finchè non torna Froome, chiamato al discorso di rito, che apre con il ringraziamento ai compagni di squadra e prosegue con una dedica alla Francia, al suo amore per il ciclismo, più forte anche dell'orrore di Nizza, di cui Froome ricorda le vittime. Un discorso caldo ed emozionante, più di tutto il resto del Tour, e in fondo è bello finire così, è bello che sia il più forte a pronunciarlo, che sia stato il più forte a vincere.
Ordine d'arrivo:
1 André Greipel 02h43’08”
2 Peter Sagan ST
3 Alexander Kristoff
4 Edvald Boasson Hagen
5 Michael Matthews
6 Jasper Stuyven
7 Ramunas Navardauskas
8 Christophe Laporte
9 Sam Bennett
10 Reinardt Janse Van Rensburg
Classifica finale:
1 Chris Froome 89h04'48"
2 Romain Bardet a 4'05"
3 Nairo Quintana a 04'21"
4 Adam Yates a 04'42"
5 Richie Porte a 05'17"
6 Alejandro Valverde a 06'16"
7 Joaquim Rodriguez a 06'58"
8 Louis Meintjes ST
9 Daniel Martin a 07'04"
10 Roman Kreuziger a 07'11"
Filippo Cauz
[foto di A.S.O.]