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World Tour 2017: una di troppo?
Quando qualche mese fa l'Unione Ciclistica Internazionale aveva annunciato la sua bozza di modifiche al World Tour con la riduzione del numero di squadre da 18 a 17, il panorama dei team internazionali sembrava ben diverso. La riduzione, dunque, scelta per andare incontro a un lunghissimo iter di riforme che sino ad oggi fatica ad andare oltre piccole modifiche numeriche, sembrava figlia soprattutto della real politik. Una constatazione chiara del fatto che il World Tour stava attraversando un piccolo periodo di crisi, che era inutile insistere su una lotta per le licenze se non c'erano squadre a sufficienza per animarla questa lotta. La scelta di promuovere a forza due squadre (IAM cycling nel 2015 e Dimension Data nel 2016) per completare i numeri nelle ultime due stagioni non si è rivelata efficace, infatti, con entrambi i team finiti in cattive acque anche in conseguenza del gravoso aumento dei costi.
Nel momento in cui la riduzione era stata approvata, di comune accordo con ASO, la situazione era ben diversa, e ci hanno pensato almeno tre novità in attese a scombinare le carte. La prima è il clamoroso salvataggio della Lampre, con Beppe Saronni abile a intercettare i capitali cinesi necessari a salvare la licenza del team che pareva ampiamente destinata a seguire Vincenzo Nibali in Bahrein. La seconda sorpresa è stato il drastico cambio di ambizioni del team Bora-Argon18, che dalla prossima stagione sarà rafforzato da uno sponsor globale come Specialized che ha portato "in dote" la superstar del ciclismo mondiale, Peter Sagan. A completare il quadro c'è il brutto finale di stagione della Dimension Data, che nonostante uno straordinario Tour de France ha finito per chiudere in ultima posizione nella classifica World Tour.
Il risultato è una situazione intricata, con 17 posti disponibili per la prossima stagione e... 18 pretendenti. A meno di stravolgimenti, infatti, il World Tour 2017 dovrebbe partire dalle certezze delle 15 squadre rimaste in classifica (IAM e Tinkoff infatti chiuderanno): AG2R, Astana, BMC, Cannondale-Drapac, Etixx-Quick-Step, FDJ, Lotto Soudal, Movistar, Orica-BikeExchange, Sunweb (ex-Giant-Alpecin), Katusha, LottoNl-Jumbo, Sky, TJ Sport (ex-Lampre) e Trek-Segafredo. A queste si aggiungeranno due tra Bahrain-Merida, Bora-Hansgrohe e la "retrocessa" Dimension Data. O forse rientreranno tutte e tre? La situazione spinosa potrebbe anche portare ad una parziale retromarcia dell'UCI, in fondo non sarebbe la prima volta: una scelta di riparazione per salvare tutti i pretendenti.
Filippo Cauz
Nel momento in cui la riduzione era stata approvata, di comune accordo con ASO, la situazione era ben diversa, e ci hanno pensato almeno tre novità in attese a scombinare le carte. La prima è il clamoroso salvataggio della Lampre, con Beppe Saronni abile a intercettare i capitali cinesi necessari a salvare la licenza del team che pareva ampiamente destinata a seguire Vincenzo Nibali in Bahrein. La seconda sorpresa è stato il drastico cambio di ambizioni del team Bora-Argon18, che dalla prossima stagione sarà rafforzato da uno sponsor globale come Specialized che ha portato "in dote" la superstar del ciclismo mondiale, Peter Sagan. A completare il quadro c'è il brutto finale di stagione della Dimension Data, che nonostante uno straordinario Tour de France ha finito per chiudere in ultima posizione nella classifica World Tour.
Il risultato è una situazione intricata, con 17 posti disponibili per la prossima stagione e... 18 pretendenti. A meno di stravolgimenti, infatti, il World Tour 2017 dovrebbe partire dalle certezze delle 15 squadre rimaste in classifica (IAM e Tinkoff infatti chiuderanno): AG2R, Astana, BMC, Cannondale-Drapac, Etixx-Quick-Step, FDJ, Lotto Soudal, Movistar, Orica-BikeExchange, Sunweb (ex-Giant-Alpecin), Katusha, LottoNl-Jumbo, Sky, TJ Sport (ex-Lampre) e Trek-Segafredo. A queste si aggiungeranno due tra Bahrain-Merida, Bora-Hansgrohe e la "retrocessa" Dimension Data. O forse rientreranno tutte e tre? La situazione spinosa potrebbe anche portare ad una parziale retromarcia dell'UCI, in fondo non sarebbe la prima volta: una scelta di riparazione per salvare tutti i pretendenti.
Filippo Cauz