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World Tour 2017, tutti accontentati
Lo avevano intuito un po' tutti che sarebbe andata a finire così, e così è stato. La riduzione da 18 a 17 squadre nel prossimo World Tour era destinata a lasciare scontento qualcuno, in uno strano gioco della sedia pensato in origine per dar posto a tutti commensali e finito col rischio di lasciare qualcuno fuori dalla tavolata. Bahrain Merida, Bora – Hansgrohe, Dimension Data: secondo l'ultima bozza della riforma World Tour una delle tre sarebbe dovuta restare fuori dalla serie A del ciclismo, e invece prima è giunta notizia dell'accordo tra il team africano e l'ASO (la potentissima società organizzatrice del Tour de France, primo fan della riduzione del numero di squadre), poi è arrivata la riunione del Consiglio del Ciclismo Professionistico svoltasi ieri a Ginevra.
La conferma dell'Unione Ciclistica Internazionale ora riesce ad accontentare tutti. Il World Tour sarà composto "al massimo" da 18 squadre per le stagioni 2017 e 2018, dall'anno successivo si scenderà prima a 17 e poi a 16. Un disegno a lungo termine su cui è difficile fare affidamento, dopo che tutti i progetti di riforma sono caduti uno dopo l'altro nel corso degli ultimi anni. Qualche modifica è stata annunciata anche riguardo al nuovo calendario presentato lo scorso mese di agosto.
Sinora sono dieci le prove che entreranno nel calendario internazionale dalla prossima stagione: Strade Bianche, Dwars door Vlaanderen, Omloop Het Nieuwsblad, Eschborn-Francoforte, Tour of Turkey, Tour of California, Tour of Qatar, Abu Dhabi Tour, Cadel Evans Great Ocean Road Race e Prudential Ride London. A queste però potrebbe aggiungersi un'undicesima new entry, stando alle sempre più insistenti voci che sostengono la prossima inclusione del Tour of Guangxi, breve corsa a tappe cinese che andrebbe a chiudere la stagione a fine ottobre. Su quest'ultima possibilità ad oggi non ci sono conferme ufficiali, anche se la cifra messa sul piatto dagli organizzatori del Wanda Group sembra assai concreta.
La novità più importante riguarda il fatto che nessuna delle squadre World Tour avrò l'obbligo di partecipazione alle nuove prove in calendario. Saranno gli organizzatori di ogni singola prova a dover convincere le squadre principali ad accettare l'invito. Una scelta quasi forzata da parte dei vertici di Aigle per evitare la rottura definitiva con la francese Ligue Nationale de Cyclisme che nei giorni scorsi aveva addirittura minacciato di citare in giudizio l'UCI riguardo alla conformità del calendario ipotizzato dalla riforma.
Un nuovo cambio di marcia, insomma, per un progetto di riforma che continua a non riuscire a decollare, strattonato in direzioni differenti dagli interessi delle varie parti in causa, con l'UCI che finisce per svolgere soltanto il ruolo di mediatore. Il 6-7 dicembre a Mallorca si svolgerà l'annuale seminario del World Tour, dal quale sono attese ulteriori novità. Arriveranno davvero?
Filippo Cauz
La conferma dell'Unione Ciclistica Internazionale ora riesce ad accontentare tutti. Il World Tour sarà composto "al massimo" da 18 squadre per le stagioni 2017 e 2018, dall'anno successivo si scenderà prima a 17 e poi a 16. Un disegno a lungo termine su cui è difficile fare affidamento, dopo che tutti i progetti di riforma sono caduti uno dopo l'altro nel corso degli ultimi anni. Qualche modifica è stata annunciata anche riguardo al nuovo calendario presentato lo scorso mese di agosto.
Sinora sono dieci le prove che entreranno nel calendario internazionale dalla prossima stagione: Strade Bianche, Dwars door Vlaanderen, Omloop Het Nieuwsblad, Eschborn-Francoforte, Tour of Turkey, Tour of California, Tour of Qatar, Abu Dhabi Tour, Cadel Evans Great Ocean Road Race e Prudential Ride London. A queste però potrebbe aggiungersi un'undicesima new entry, stando alle sempre più insistenti voci che sostengono la prossima inclusione del Tour of Guangxi, breve corsa a tappe cinese che andrebbe a chiudere la stagione a fine ottobre. Su quest'ultima possibilità ad oggi non ci sono conferme ufficiali, anche se la cifra messa sul piatto dagli organizzatori del Wanda Group sembra assai concreta.
La novità più importante riguarda il fatto che nessuna delle squadre World Tour avrò l'obbligo di partecipazione alle nuove prove in calendario. Saranno gli organizzatori di ogni singola prova a dover convincere le squadre principali ad accettare l'invito. Una scelta quasi forzata da parte dei vertici di Aigle per evitare la rottura definitiva con la francese Ligue Nationale de Cyclisme che nei giorni scorsi aveva addirittura minacciato di citare in giudizio l'UCI riguardo alla conformità del calendario ipotizzato dalla riforma.
Un nuovo cambio di marcia, insomma, per un progetto di riforma che continua a non riuscire a decollare, strattonato in direzioni differenti dagli interessi delle varie parti in causa, con l'UCI che finisce per svolgere soltanto il ruolo di mediatore. Il 6-7 dicembre a Mallorca si svolgerà l'annuale seminario del World Tour, dal quale sono attese ulteriori novità. Arriveranno davvero?
Filippo Cauz