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Redazione

La gioia di Nys ai mondiali ciclocross singlespeed

Di ciclocross singlespeed ne abbiamo già parlato recentemente su queste pagine, in occasione dell'avvio della stagione italiana, ora questa disciplina fatta più di divertimento che di agonismo torna sotto i riflettori addirittura su scala mondiale. Non avrà avuto maglie iridate ne' marchi dell'Unione Ciclistica Internazionale, infatti, ma quella che si è tenuta nel fine settimana a Portland (Oregon, USA) è stata davvero la rassegna mondiale del ciclocross monomarcia, e a testimoniarlo c'è stato il più grande ospite possibile.

Per un weekend, la leggenda vivente del ciclocross Sven Nys ha snobbato gli impegni come team manager della sua Telenet Fidea, non si è presentato sul tracciato del Superprestige di Francorchamps (che ha visto Wout Van Aert tornare a battere Mathieu Van der Poel in una delle gare più belle della stagione sin qui) e si è riallacciato gli scarpini dall'altra parte del mondo. La presenza del Cannibale di Baal ha ovviamente portato un'attenzione diversa su quella che è a tutti gli effetti una manifestazione amatoriale, ma Nys ci si è buttato con lo stesso entusiasmo degli altri partecipanti, seppur conscio del ruolo diverso che avrebbe avuto. Si è messo ai piedi degli scarpini decorati apposta con la sigla della manifestazione (#SSCXWCPDX16), così come decorata era la bici che Trek gli ha fornito per l'occasione, ricca di tatuaggi che celebravano il Lord of Louisville (in omaggio al mondiale 2013, vinto negli USA) e le sue traiettorie, le Fiandre e l'amato figlio Thibau. Un'attrezzatura da professionista, ma usata soltanto per giocare. Un divertimento che incarnava perfettamente l'obiettivo che Nys si è dato al termine della sua carriera, diffondere sempre di più il ciclocross su scala mondiale, e quale migliore occasione poteva trovare che una grande festa?

Fango e birra, questi sono i due ingredienti principali di questa celebrazione dell'amore per il ciclocross. Il circuito presenta passaggi che ricordano più "Mai dire Banzai" che una prova di ciclocross classica. Concorrenti travestiti da mostri, fiumi di fango in cui gettarsi, campi di zucche e cumuli di terra, palle di fango giganti da sfidare e un trampolino che invita a saltare lo squalo in omaggio a Vincenzo Nibali. Si capisce a prima vista che la seriosità qui va lasciata all'ingresso, ma il livello della competizione è comunque altissimo, e lo stesso Nys -forse un po' appesantito- non è certo arrivato al traguardo senza faticare.

A vincere, per il quinto anno consecutivo, è Adam Craig, ex-nazionale di MTB originario di Bend (come Chris Horner) e dunque campione quasi sulle strade di casa. Il premio, come ogni anno, consiste in qualcosa di più permanente di una medaglia o di una maglia iridata: oltre a un costume da bagno dorato (a celebrare i tuffi nel fango), è un tatuaggio infatti a marchiare il vincitore a fine premiazione. Che sia questo il motivo per cui Nys (che di premi ha una casa piena) ha tirato i freni nel finale? O semplicemente per godersi il divertimento senza rubare il palcoscenico a una prova che sta anni luce distante dalle esasperazioni del professionismo? Il motivo poco importa, di fronte ai sorrisi che hanno accompagnato i primi due come tutti gli altri partecipanti. "Grande evento, grande gente, grande pedalata. Una giornata perfetta", così ha commentato via Twitter il campionissimo belga, che in ogni foto scattata compare con un infangato sorriso. Una gioia e un'amore per la bicicletta che parlano da soli.

I campionati mondiali singlespeed quest'anno sono tornati a Portland, dove si erano svolte le prime edizioni, per celebrare il loro decennale, e così riattaccare il cordone ombelicale. E il prossimo anno? La novità più lieta di questo strano mondiale arriva nel momento degli annunci. Perchè se è bello vedere un campionissimo, il più grande di tutti, come Sven Nys misurarsi in competizioni anomale come questa, è ancora più bello scoprire che il mondiale 2017 arriverà in Italia, per la sua prima edizione oltreoceano. Lo scenario sarà ovviamente Villarocca di Cremona, che da anni ospita la più grande classica del circuito ciclocross monomarcia italiano, Rockville. E con o senza Cannibali, ci sarà sicuramente da pedalare e da divertirsi.




Filippo Cauz
[immagini da Twitter @sven_nys]