Immagine
Bici da leggere. Il mito di Merckx
L'inverno è una stagione con poche corse e con poche pedalate, ma resta sempre un periodo per dedicarsi al grande ciclismo, ad esempio leggendo. Nelle settimane prima di Natale, abbiamo voluto consigliarvi dei libri sul ciclismo usciti negli ultimi mesi. Da leggere, rileggere e soprattutto regalare. Il nostro ultimo suggerimento lo riserviamo al libro di maggior successo di quest'anno, quello dedicato al più grande di tutti.
Claudio Gregori. Merckx, il Figlio del tuono.
Sul corridore più forte di tutti, quello che ha vinto praticamente tutto, è naturale che fosse ormai stato scritto anche tutto. Ci voleva una firma unica, uno dei più ispirati narratori di ciclismo che abbiamo avuto nell'ultimo mezzo secolo, per riuscire ad approfondire la figura di Eddy Merckx con un nuovo libro. Narratore sì, ma soprattutto ricercatore, perchè è immergendosi al 100% nell'universo-Merckx che Claudio Gregori, decano dei giornalisti sportivi italiani, è riuscito a comporre quest'opera destinata ad essere ricordata a lungo.
"Il figlio del tuono" non è una biografia ne' tantomeno un'agiografia del Cannibale, è piuttosto un romanzo storico. Una storia magnifica come quella del più forte ciclista di sempre che scrive a sua volta un'altra storia, quella di un ciclismo di passaggio dal dopoguerra, dall'epoca eroica di Bartali, Coppi, Bobet e Anquetil, agli albori del ciclismo moderno. Claudio Gregori ha ricostruito l'infanzia del giovane Eddy, la crescita umile nei sobborghi di Bruxelles, le prime pedalate che coincidono con le prime vittorie e -inevitabilmente- con le prime antipatie, e poi la grandiosa epopea che sboccia con il mondiale tra i dilettanti e deflagra in una carriera tra i professionisti fatta di costante crescita. C'è il Merckx umano che bifonchia contro i tecnici federali che lo ostacolano da ragazzino e quello già cannibale che sgomita in squadre affollate di campioni e si innalza sopra Rik Van Looy prima e Tom Simpson poi. Quel Tom Simpson che perde i sensi e muore sul Mont Ventoux al Tour del '67, in una delle pagine più toccanti dell'intero libro.
Quella di Gregori è anch'essa un'impresa degna dei più grandi campioni, in fondo: quasi ottocento pagine, ridotte a 577 grazie ad un lungo lavoro di selezione, a detta dell'Autore quantomai doloroso, perchè ogni pagina della carriera di Merckx contiene una storia da raccontare. Un'opera imponente che si legge però con piacere, facendosi cullare da una scrittura che tra una pedalata e l'altra trova storie di Miti greci e nomi di ragazze e fiori giapponesi, tanto da riuscire a comunicare allo stesso tempo la maestosità di risultati raggiunti con fatica e la gioia del pedalare, di un ciclismo che con lo sguardo di Merckx continua ad apparire come un gioco.
Claudio Gregori non ha voluto scriverlo insieme a Merckx questo libro, ha preferito pescare tra i ricordi e studiare tutte le testimonianze, proprio per allontanarsi il più possibile dall'ennesima agiografia, eppure il risultato non può che essere un'altra celebrazione. Quella di un atleta grande nelle vittorie e gigantesco nelle sconfitte, la cui dedizione al ciclismo è la stessa che ha mosso l'Autore lungo quasi mezzo secolo di corse seguite e raccontate. La leggenda racconta che all'epoca la prima prova richiesta a chi volesse entrare nella redazione ciclistica della Gazzetta dello Sport fosse scrivere correttamente il cognome del Cannibale su un foglio bianco. Se avessero avuto a disposizione un racconto così travolgente, probabilmente sarebbero stati i promossi molto più numerosi.
"«Merckx chi è?» si chiede la strada. I suiveur più attenti lo conoscono. L'8 marzo, sul circuito di Auxerre, tre uomini stavano per giocarsi la vittoria nella prima tappa della Parigi-Nizza: Pingeon, Durante e Dancelli. All'improvviso un corridore si era materializzato e aveva partecipato allo sprint. Quel giorno Durante aveva
preceduto Dancelli e Merckx. Ora si ritrovano tutti e tre per un replay più importante. Durante è il più veloce dell'avanguardia. Ha la dinamite nei muscoli. Ciascuno dei fuggitivi, però, nasconde nel cuore un sogno segreto. Il traguardo è il galeone dei tesori e i corridori trasmutano in corsari. Merckx vede lampeggiare sguardi bellicosi. Senza tremare, li esplora. La strada, davanti ai suoi occhi giovani, è labirinto e deve scegliere. Sa che il volto parla. Allora studia i rivali a uno a uno. La volata è una trama complessa, una battaglia senza esclusione di colpi. E Sanremo non è una città inerme. Il gruppo sfiora la villa di Nobel, inventore della dinamite. Quello è un traguardo armato.
(...)
La strada trasmuta in filo ad alta tensione. C'è intensità nei volti. La volata non è mai una studiata e preziosa esposizione di nature morte. La fila indiana, geometrica come il défilé di una famiglia di papere, all'improvviso si scompone. La cadenza ritmata dei gesti si alza e si sfrangia. L'euritmia si spezza. Ora c'è una foresta di ruote in movimento, scossa da un attacco epilettico. Il gruppo deflagra e si abbatte verso il traguardo con la furia del frangente. Il giovane Merckx non si lascia travolgere né inghiottire. Eccolo, come un nocciolo di ciliegia schizzato via dai polpastrelli, partire da lontano. Durante esce alla sua destra, mentre a sinistra avanzano Vanspringel e Dancelli. Sono in quattro a giocarsi la vittoria".
Claudio Gregori
Merckx, il Figlio del tuono
edizioni 66thand2nd, 577 pagine, 23,00€
maggiori informazioni su 66thand2nd.com
Bici da leggere:
1. Carlo Gugliotta. Pedalare nel fango.
2. Daniele Coltrinari e Luca Onesti. C’era una Volta in Portogallo.
3. Andrea Ballocchi. Andrea Noè - Una vita da gregario.
4. Bidon. Se qualcuno viene mi fa piacere.
5. Indro Montanelli. Indro al Giro.
Claudio Gregori. Merckx, il Figlio del tuono.
Sul corridore più forte di tutti, quello che ha vinto praticamente tutto, è naturale che fosse ormai stato scritto anche tutto. Ci voleva una firma unica, uno dei più ispirati narratori di ciclismo che abbiamo avuto nell'ultimo mezzo secolo, per riuscire ad approfondire la figura di Eddy Merckx con un nuovo libro. Narratore sì, ma soprattutto ricercatore, perchè è immergendosi al 100% nell'universo-Merckx che Claudio Gregori, decano dei giornalisti sportivi italiani, è riuscito a comporre quest'opera destinata ad essere ricordata a lungo.
"Il figlio del tuono" non è una biografia ne' tantomeno un'agiografia del Cannibale, è piuttosto un romanzo storico. Una storia magnifica come quella del più forte ciclista di sempre che scrive a sua volta un'altra storia, quella di un ciclismo di passaggio dal dopoguerra, dall'epoca eroica di Bartali, Coppi, Bobet e Anquetil, agli albori del ciclismo moderno. Claudio Gregori ha ricostruito l'infanzia del giovane Eddy, la crescita umile nei sobborghi di Bruxelles, le prime pedalate che coincidono con le prime vittorie e -inevitabilmente- con le prime antipatie, e poi la grandiosa epopea che sboccia con il mondiale tra i dilettanti e deflagra in una carriera tra i professionisti fatta di costante crescita. C'è il Merckx umano che bifonchia contro i tecnici federali che lo ostacolano da ragazzino e quello già cannibale che sgomita in squadre affollate di campioni e si innalza sopra Rik Van Looy prima e Tom Simpson poi. Quel Tom Simpson che perde i sensi e muore sul Mont Ventoux al Tour del '67, in una delle pagine più toccanti dell'intero libro.
Quella di Gregori è anch'essa un'impresa degna dei più grandi campioni, in fondo: quasi ottocento pagine, ridotte a 577 grazie ad un lungo lavoro di selezione, a detta dell'Autore quantomai doloroso, perchè ogni pagina della carriera di Merckx contiene una storia da raccontare. Un'opera imponente che si legge però con piacere, facendosi cullare da una scrittura che tra una pedalata e l'altra trova storie di Miti greci e nomi di ragazze e fiori giapponesi, tanto da riuscire a comunicare allo stesso tempo la maestosità di risultati raggiunti con fatica e la gioia del pedalare, di un ciclismo che con lo sguardo di Merckx continua ad apparire come un gioco.
Claudio Gregori non ha voluto scriverlo insieme a Merckx questo libro, ha preferito pescare tra i ricordi e studiare tutte le testimonianze, proprio per allontanarsi il più possibile dall'ennesima agiografia, eppure il risultato non può che essere un'altra celebrazione. Quella di un atleta grande nelle vittorie e gigantesco nelle sconfitte, la cui dedizione al ciclismo è la stessa che ha mosso l'Autore lungo quasi mezzo secolo di corse seguite e raccontate. La leggenda racconta che all'epoca la prima prova richiesta a chi volesse entrare nella redazione ciclistica della Gazzetta dello Sport fosse scrivere correttamente il cognome del Cannibale su un foglio bianco. Se avessero avuto a disposizione un racconto così travolgente, probabilmente sarebbero stati i promossi molto più numerosi.
"«Merckx chi è?» si chiede la strada. I suiveur più attenti lo conoscono. L'8 marzo, sul circuito di Auxerre, tre uomini stavano per giocarsi la vittoria nella prima tappa della Parigi-Nizza: Pingeon, Durante e Dancelli. All'improvviso un corridore si era materializzato e aveva partecipato allo sprint. Quel giorno Durante aveva
preceduto Dancelli e Merckx. Ora si ritrovano tutti e tre per un replay più importante. Durante è il più veloce dell'avanguardia. Ha la dinamite nei muscoli. Ciascuno dei fuggitivi, però, nasconde nel cuore un sogno segreto. Il traguardo è il galeone dei tesori e i corridori trasmutano in corsari. Merckx vede lampeggiare sguardi bellicosi. Senza tremare, li esplora. La strada, davanti ai suoi occhi giovani, è labirinto e deve scegliere. Sa che il volto parla. Allora studia i rivali a uno a uno. La volata è una trama complessa, una battaglia senza esclusione di colpi. E Sanremo non è una città inerme. Il gruppo sfiora la villa di Nobel, inventore della dinamite. Quello è un traguardo armato.
(...)
La strada trasmuta in filo ad alta tensione. C'è intensità nei volti. La volata non è mai una studiata e preziosa esposizione di nature morte. La fila indiana, geometrica come il défilé di una famiglia di papere, all'improvviso si scompone. La cadenza ritmata dei gesti si alza e si sfrangia. L'euritmia si spezza. Ora c'è una foresta di ruote in movimento, scossa da un attacco epilettico. Il gruppo deflagra e si abbatte verso il traguardo con la furia del frangente. Il giovane Merckx non si lascia travolgere né inghiottire. Eccolo, come un nocciolo di ciliegia schizzato via dai polpastrelli, partire da lontano. Durante esce alla sua destra, mentre a sinistra avanzano Vanspringel e Dancelli. Sono in quattro a giocarsi la vittoria".
Claudio Gregori
Merckx, il Figlio del tuono
edizioni 66thand2nd, 577 pagine, 23,00€
maggiori informazioni su 66thand2nd.com
Bici da leggere:
1. Carlo Gugliotta. Pedalare nel fango.
2. Daniele Coltrinari e Luca Onesti. C’era una Volta in Portogallo.
3. Andrea Ballocchi. Andrea Noè - Una vita da gregario.
4. Bidon. Se qualcuno viene mi fa piacere.
5. Indro Montanelli. Indro al Giro.