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Bradley Wiggins saluta il ciclismo
Il ritiro a fine 2016 Bradley Wiggins lo aveva già annunciato tempo fa, ma dopo una stagione esaltante, che lo ha laureato campione del mondo dell'Americana (a marzo a Londra) e campione olimpico nell'inseguimento a squadre (con record del mondo, a Rio 2016), il baronetto britannico aveva iniziato ad accarezzare l'idea di proseguire ancora un po' le sue pedalate. A convincerlo inizialmente era state un entusiasmante inverno delle Sei Giorni (secondo a Londra, vincitore con un capolavoro all'ultima americana a Gent), che gli aveva fatto riscoprire il puro divertimento del gareggiare in bicicletta. A rafforzare l'idea era stato quel piccolo scandalo esploso sulla stampa britannica dopo la rivelazione delle sue esenzioni terapeutiche emersa grazie agli hacker russi di Fancy Bear.
Wiggo l'idea di continuare, magari addirittura sino a Tokyo 2020, l'aveva accarezzata davvero, ma come sempre capita doveva ancora fare i conti con il proprio fisico e la propria età (36 anni compiuti ad aprile), e proprio sul finire dell'anno ha capito che era davvero giunto il momento di dire basta. La comunicazione era arrivata con un emotivo annuncio sulla pagina Facebook del team da lui fondato, e che continuerà a seguire la prossima stagione.
"Sono stato fortunato abbastanza per vivere un sogno e realizzare tutte le mie aspirazioni di bambino di farmi una vita e una carriera nello sport di cui mi sono innamorato quando avevo 12 anni. Ho conosciuto i miei idoli e ho pedalato al fianco dei migliori al mondo per 20 anni. Ho lavorato con i migliori allenatori e manager a cui sarò per sempre grato per il loro supporto.
Ciò che porterò per sempre con me è il supporto e l'amore del pubblico tra alti e bassi, solo per avere pedalato a tutta su una bicicletta. Il 2012 mi ha travolto ed è stata una fatica. Il ciclismo mi ha dato tutto e non avrei potuto farcela senza l’aiuto della mia magnifica moglie Cath e dei nostri fantastici bambini.
Il 2016 è la fine di questo capitolo, più avanti e più in alto. I ragazzi di Kilburn "piedi per terra e testa tra le nuvole" non vincevano ori olimpici e Tour de France. Ora lo fanno".
Nel salutare il proprio pubblico, Wiggins ha pubblicato la foto della propria stanza dei trofei, che raccoglie la bellezza di 8 medaglie olimpiche (5 ori, un argento, due bronzi), 14 medaglie mondiali (8 ori, 6 argenti e un bronzo), 8 maglie iridate, di cui una su strada e sette su pista, le maglie gialle di Tour (vinto nel 2012), Delfinato (vinto nel 2011 e 2012), Paris-Nice (vinta nel 2012) e Romandia (vinto nel 2012), quella rosa del Giro e quella rossa della Vuelta (terzo nel 2011), oltre a maglie di campione nazionale ed europeo. E al centro si scorge il pannello che riporta il suo record dell'ora, ancora imbattuto, di 54,526 chilometri.
Una bacheca straordinaria, unica nella storia recente di questo sport, che suggella la carriera di uno dei corridori più importanti del ciclismo moderno, vera forza trainante del movimento britannico e rappresentante di una passione travolgente, che ha raccolto intorno a se' migliaia di tifosi in tutto il mondo. A Bradley Wiggins, campione e innamorato del ciclismo, vanno anche il nostro saluto e i nostri applausi.
Wiggo l'idea di continuare, magari addirittura sino a Tokyo 2020, l'aveva accarezzata davvero, ma come sempre capita doveva ancora fare i conti con il proprio fisico e la propria età (36 anni compiuti ad aprile), e proprio sul finire dell'anno ha capito che era davvero giunto il momento di dire basta. La comunicazione era arrivata con un emotivo annuncio sulla pagina Facebook del team da lui fondato, e che continuerà a seguire la prossima stagione.
"Sono stato fortunato abbastanza per vivere un sogno e realizzare tutte le mie aspirazioni di bambino di farmi una vita e una carriera nello sport di cui mi sono innamorato quando avevo 12 anni. Ho conosciuto i miei idoli e ho pedalato al fianco dei migliori al mondo per 20 anni. Ho lavorato con i migliori allenatori e manager a cui sarò per sempre grato per il loro supporto.
Ciò che porterò per sempre con me è il supporto e l'amore del pubblico tra alti e bassi, solo per avere pedalato a tutta su una bicicletta. Il 2012 mi ha travolto ed è stata una fatica. Il ciclismo mi ha dato tutto e non avrei potuto farcela senza l’aiuto della mia magnifica moglie Cath e dei nostri fantastici bambini.
Il 2016 è la fine di questo capitolo, più avanti e più in alto. I ragazzi di Kilburn "piedi per terra e testa tra le nuvole" non vincevano ori olimpici e Tour de France. Ora lo fanno".
Nel salutare il proprio pubblico, Wiggins ha pubblicato la foto della propria stanza dei trofei, che raccoglie la bellezza di 8 medaglie olimpiche (5 ori, un argento, due bronzi), 14 medaglie mondiali (8 ori, 6 argenti e un bronzo), 8 maglie iridate, di cui una su strada e sette su pista, le maglie gialle di Tour (vinto nel 2012), Delfinato (vinto nel 2011 e 2012), Paris-Nice (vinta nel 2012) e Romandia (vinto nel 2012), quella rosa del Giro e quella rossa della Vuelta (terzo nel 2011), oltre a maglie di campione nazionale ed europeo. E al centro si scorge il pannello che riporta il suo record dell'ora, ancora imbattuto, di 54,526 chilometri.
Una bacheca straordinaria, unica nella storia recente di questo sport, che suggella la carriera di uno dei corridori più importanti del ciclismo moderno, vera forza trainante del movimento britannico e rappresentante di una passione travolgente, che ha raccolto intorno a se' migliaia di tifosi in tutto il mondo. A Bradley Wiggins, campione e innamorato del ciclismo, vanno anche il nostro saluto e i nostri applausi.