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Redazione

Contador, ultimo dei fuoriclasse

Le ultime voci lo vogliono al via del Giro d'Italia numero 100. Difficile, se non improbabile. Ma ovviamente sarebbe una benedizione. Alberto Contador, quest'anno, vuole provare a vincere, scusate rivincere per la terza volta, il Tour de France, ma un nuvo tentativo di doppietta potrebbe rappresentare l'ultima grande sfida della sua luminosa carriera. 

Lo spagnolo, per certi verso, va considerato l'ultimo dei fuoriclasse (parlando di corse a tappe s'intende) di questa generazione. L'ultimo in grado di badare meno ai calcoli e di seguire più l'istinto. Uno dei pochi a emozionare quando riesce a scattare in salita. Due Giri, due Tour e tre Vuelta. Il suo, a questo mondo, l'ha già dato. Oggi ci sono Chris Froome e Nairo Quintana, Fabio Aru e Vincenzo Nibali, Romain Bardet ed Esteban Chaves. Molti di loro rappresentano la nuova generazione del ciclismo. Il Pistolero è, oggettivamente, sul viale del tramonto, ma quando la stoffa è quella del campione l'aura di fascino rimane.

Probabilmente non vincerà, aldilà dei suoi proclami, ma la sola ipotesi di vederlo al via della prossima corsa rosa ha rimbombato nell'ambiente con grande frastuono. Una presenza che farà bene alla corsa e agli sponsor, allo spettacolo e soprattutto alla gente.

Potremmo restare qui a disquisire per ore sul concetto di fuoriclasse, ma per me non ci sono dubbi: Contador lo è. Gli altri, al momento, mi sembrano "solo" campioni, a cui mancano però alcuni tasselli per rientrare in questa definizione. Che, del resto, appartiene a pochi. Quelli che possono fregiarsi del titolo della tripla corona, infatti, sono sei: Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Felice Gimondi, Vincenzo Nibali e, appunto, Alberto Contador. Lo spagnolo, nel 2011, disse che lui partiva ad ogni gara per vincerla. Sono passati sei anni. La classe è intatta. Noi siamo curiosi di vedere come andrà la sua recita. Che sia soltanto sulle strade di Francia o anche su quelle d'Italia. Tuttalpiù aspetteremo fino al 2018 per rivederlo al Giro. Dove la gente lo ama alla follia...

 

Luca Gregorio