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Mike Hall 1981-2017: una vita a pedali
Le facce del ciclismo sono tante e diverse tra loro, si snodano su strade e sentieri di ogni angolo del mondo, ma nascono tutte dalla stessa domanda, dal desiderio di esplorare e scoprire. Questo viaggio a briglie sciolte è ciò che ha ispirato una nuova (e allo stesso tempo primordiale) forma di ciclismo negli ultimi anni: il cosidetto ultracycling, fatto di corse che si sviluppano su distanze infinite, pedalando giorno e notte, tra strade e sentieri dove contare soltanto su se' stessi e sugli incontri, casuali, che possono avvenire chilometro dopo chilometro. Giri del mondo e traversate di continenti a percorso libero, con pochi passaggi obbligatori e centinaia di chilometri seguendo tracce GPS disegnate in autonomia con in mezzo qui bivi in cui la scelta, inevitabilmente, è affidata al caso.
Sono corse iniziate con "pochi pazzi" e che hanno finito per allargarsi sempre di più, ispirare film e libri, contagiare persone in ogni angolo del mondo e convincerle a saltare in sella ed esplorarli quegli angoli, talvolta ad organizzare una nuova corsa a loro volta. Una famiglia ciclistica trasversale che si è raccolta a partire da poche figure tenaci e geniali. Uno dei volti più noti è sempre stato quello di Mike Hall, fenomenale ciclista inglese e instancabile organizzatore, ideatore della Transcontinental Race che ogni estate, da cinque anni, attraversa l'Europa a pedali.
Cresciuto in mountain bike, Mike Hall ha allungato anno dopo anno le sue pedalate, sino a raggiungere distanze da record. Nel 2012 ha vinto il Giro del Mondo in bicicletta, dopo 91 giorni e 18 ore in sella; l'anno successivo si è aggiudicato il massacrante Tour Divide, due settimane di attraversamento dell'America settentrionale da nord a sud lungo le montagne del Continental Divide; nel 2014 è toccato alla TransAm, la traversata degli Stati Uniti da Ovest a Est, 6'800 chilometri coperti in 17 giorni. In mezzo a tutto ciò, ha saputo trovare il tempo e le energie per inventarsi la sua sfida europea: la Transcontinental Race, dal margine nord-occidentale d'Europa (inizialmente Londra, poi Geraardsbergen nelle Fiandre) sino alla Turchia. Una corsa di più giorni che gli appassionati seguivano senza vedere, studiando lo spostamento dei rilevatori GPS di ogni partecipante e leggendone le testimonianze dirette sui social network.
Ed è proprio dall'immobilità del GPS di Mike Hall che si è capito che qualcosa non andava nella sua ultima sfida, la Indian Pacific Wheel Race: 5'500 chilometri attraverso l'Australia, dall'Oceano Indiano al Pacifico. Dopo 13 giorni, Mike Hall stava correndo davanti a tutti, inseguendo solo il fenomenale belga Kristoff Allegaert ormai lanciato verso l'ennesimo trionfo con il traguardo di Sidney che sembrava ormai in vista, a qualche centinaio di chilometri di distanza. Quando qualcosa è andato storto. All'alba del quattordicesimo giorno di corsa, Mike Hall è stato travolto da un auto ed è morto sul colpo, nei pressi di Canberra. La corsa è stata annullata, e l'intera comunità dell'ultracycling, in tutto il mondo, si è risvegliata sotto shock.
Mike Hall ha passato una vita pedalando, e lo ha fatto fino all'ultimo istante. Ha abbracciato un ciclismo che riempie intere giornate, che riporta la bici alla sua natura primaria, all'istinto di scoprire il mondo con le proprie gambe. Un ciclismo lontano dai misuratori di watt, dove non servono rulli per allenarsi ne' tabelle di preparazione, dove si mangia ciò che si trova nei chioschi lungo la strada e ci si alimenta di incontri e meraviglia. Quell'ispirazione a pedalare che lo ha guidato per migliaia di chilometri, quella meraviglia che affiora ancora dai suoi ultimi tweet e dalle video-interviste realizzate durante la corsa, dove la fatica si alterna alla gratitudine per gli incitamenti ricevuti lungo le strade d'Australia. Domenica a Sydney i partecipanti alla gara si uniranno a tanti altri ciclisti per una pedalata commemorativa. Il modo migliore per ricordare ed omaggiare una persona che ha contribuito a diffondere l'amore la bicicletta in tutto il mondo, che ha vissuto pedalando sino all'ultimo istante.
Bike Channel renderà omaggio alla memoria di Mike Hall domenica 02 aprile alle 21:30, riproponendo il documentario Inspired tu Ride, che racconta la prima edizione della TransAm 2014, vinta dal ciclista inglese.
(L'ultracyclist James Hayden ha lanciato una raccolta fondi online per sostenere le spese dei familiari di Mike in questi giorni, le donazioni sono raccolte a questo link: justgiving.com/crowdfunding/Mikehall)
Filippo Cauz
Sono corse iniziate con "pochi pazzi" e che hanno finito per allargarsi sempre di più, ispirare film e libri, contagiare persone in ogni angolo del mondo e convincerle a saltare in sella ed esplorarli quegli angoli, talvolta ad organizzare una nuova corsa a loro volta. Una famiglia ciclistica trasversale che si è raccolta a partire da poche figure tenaci e geniali. Uno dei volti più noti è sempre stato quello di Mike Hall, fenomenale ciclista inglese e instancabile organizzatore, ideatore della Transcontinental Race che ogni estate, da cinque anni, attraversa l'Europa a pedali.
Cresciuto in mountain bike, Mike Hall ha allungato anno dopo anno le sue pedalate, sino a raggiungere distanze da record. Nel 2012 ha vinto il Giro del Mondo in bicicletta, dopo 91 giorni e 18 ore in sella; l'anno successivo si è aggiudicato il massacrante Tour Divide, due settimane di attraversamento dell'America settentrionale da nord a sud lungo le montagne del Continental Divide; nel 2014 è toccato alla TransAm, la traversata degli Stati Uniti da Ovest a Est, 6'800 chilometri coperti in 17 giorni. In mezzo a tutto ciò, ha saputo trovare il tempo e le energie per inventarsi la sua sfida europea: la Transcontinental Race, dal margine nord-occidentale d'Europa (inizialmente Londra, poi Geraardsbergen nelle Fiandre) sino alla Turchia. Una corsa di più giorni che gli appassionati seguivano senza vedere, studiando lo spostamento dei rilevatori GPS di ogni partecipante e leggendone le testimonianze dirette sui social network.
Ed è proprio dall'immobilità del GPS di Mike Hall che si è capito che qualcosa non andava nella sua ultima sfida, la Indian Pacific Wheel Race: 5'500 chilometri attraverso l'Australia, dall'Oceano Indiano al Pacifico. Dopo 13 giorni, Mike Hall stava correndo davanti a tutti, inseguendo solo il fenomenale belga Kristoff Allegaert ormai lanciato verso l'ennesimo trionfo con il traguardo di Sidney che sembrava ormai in vista, a qualche centinaio di chilometri di distanza. Quando qualcosa è andato storto. All'alba del quattordicesimo giorno di corsa, Mike Hall è stato travolto da un auto ed è morto sul colpo, nei pressi di Canberra. La corsa è stata annullata, e l'intera comunità dell'ultracycling, in tutto il mondo, si è risvegliata sotto shock.
Mike Hall ha passato una vita pedalando, e lo ha fatto fino all'ultimo istante. Ha abbracciato un ciclismo che riempie intere giornate, che riporta la bici alla sua natura primaria, all'istinto di scoprire il mondo con le proprie gambe. Un ciclismo lontano dai misuratori di watt, dove non servono rulli per allenarsi ne' tabelle di preparazione, dove si mangia ciò che si trova nei chioschi lungo la strada e ci si alimenta di incontri e meraviglia. Quell'ispirazione a pedalare che lo ha guidato per migliaia di chilometri, quella meraviglia che affiora ancora dai suoi ultimi tweet e dalle video-interviste realizzate durante la corsa, dove la fatica si alterna alla gratitudine per gli incitamenti ricevuti lungo le strade d'Australia. Domenica a Sydney i partecipanti alla gara si uniranno a tanti altri ciclisti per una pedalata commemorativa. Il modo migliore per ricordare ed omaggiare una persona che ha contribuito a diffondere l'amore la bicicletta in tutto il mondo, che ha vissuto pedalando sino all'ultimo istante.
Bike Channel renderà omaggio alla memoria di Mike Hall domenica 02 aprile alle 21:30, riproponendo il documentario Inspired tu Ride, che racconta la prima edizione della TransAm 2014, vinta dal ciclista inglese.
(L'ultracyclist James Hayden ha lanciato una raccolta fondi online per sostenere le spese dei familiari di Mike in questi giorni, le donazioni sono raccolte a questo link: justgiving.com/crowdfunding/Mikehall)
Filippo Cauz