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Redazione

Sul Colle del Lys in MTB

Gambe e grinta. Sono questi i due elementi necessari per spingersi fuoristrada in alta montagna, un'avventura che si può vivere quasi in ogni angolo del nostro paese, risalendo la dorsale appenninica sino allo splendore delle nostre Alpi, dove con le gambe, la grinta e una qualsiasi mountain bike si può raggiungere quote anche proibitive.

L'avventura di oggi è una segnalazione di due nostri amici e spettatori, Luigi Nicastro e Gianni Racca, che insieme ad un terzo compagno hanno deciso di mettersi alla prova su un giro durissimo tra le meraviglie della Val di Susa, in provincia di Torino. Il programma di giornata prevede una pedalata da Piossasco al Colle del Lys, valico alpino delle Alpi Graie che collega la bassa Valle di Susa con la Valle di Viù.

Si tratta di una zona che affianca alla ricchezza dei paesaggi un forte valore storico per il nostro paese, queste sono infatti le montagne che videro protagonista la Resistenza durante la seconda guerra mondiale. Nel 1955 sul Colle è stata eretta una torre in memoria dei 2024 partigiani caduti nelle vallate circostanti, e in particolare dei 26 giovani della 17ª Brigata Garibaldi che furono torturati e uccisi dalle truppe nazifasciste in quello che verrà ricordato come l'Eccidio del Colle del Lys. La pedalata permette dunque non soltanto di mettere alla prova le proprie gambe, ma anche di scoprire pagine della nostra storia che rischiano di essere dimenticate toccando con mano i territori che furono teatro di grandi tragedie.

Esistono divese vie per raggiungere il Colle del Lys, collegato anche da una strada che porta al bel rifugio, luogo ideale per sfamare i famelici ciclisti che arrivano sin quassù, e ovviamente la scelta offroad è quella più impegnativa, ma spesso anche la più gratificante. Nonostante la quota di arrivo non sia particolarmente alta, solo 1309 metri sul livello del mare, la salita si rivela in diversi tratti durissima, e il richiamo a "gambe e grinta" si fa sempre più frequente con l'aumento della quota, sottolineato dalla neve che imbianca i prati ancora a primavera inoltrata.

Il giro completo da Piossasco e ritorno è di 67.7 chilometri, che Luigi e compagni hanno coperto in circa quattro ore e mezza. Di questi quasi 70 chilometri però il punto focale sono i 16 di salita, dove la pendenza media è del 13% ma arriva a toccare punte del 20% nella parte finale, quella in cui le gambe quasi scompaiono ed è soltanto la grinta a spingere fino in vetta, stringendo i denti e dando tutto quello che si ha. Il premio è un arrivo magnifico, un ricco pranzo al rifugio e soprattutto una vista unica sulle Alpi ancora innevate, da guardare con gli occhi soddisfatti di chi in cima ci è arrivato con la propria bici, le proprie gambe, la propria grinta.