Ghisallo: emozione senza fine
C'è una coppa in più Museo del Ciclismo del Ghisallo in questi giorni, un trofeo che si snoda sinuoso come una doppia spirale ad abbracciare la storia di una corsa che festeggia proprio ora il suo centenario. E' il Trofeo Senza Fine del Giro d'Italia, naturalmente. Durante l'intera durata della Corsa Rosa, il Museo del Ciclismo è tutto dedicato al Giro, con mostre e iniziative, visite e cacce al memorabilia tutte volte a celebrare questa storia lunga un secolo che al Ghisallo è raccontata da sempre, a partire dalla più grande collezione di maglie rosa al mondo.
Al centro dell'esposizione, da ieri troneggiano due coppe: una è quella di Fiorenzo Magni, ideatore del Museo e vincitore del Giro nel 1948, 1951 e 1955, l'altro è il Trofeo Senza Fine di Paolo Savoldelli, che la Corsa Rosa l'ha conquistata nel 2002 e nel 2005. Due trofei assegnati esattamente a 50 anni di distanza l'uno dall'altro, come a coprire metà di una lunga storia.
L'emozione di un passaggio così storico traspare tutta dalle parole del Falco: "Sono fiero di questo e mi fa piacere, è una cosa importante. Perché Fiorenzo Magni non è stato solo un grande campione di ciclismo, ma è stato anche un uomo che ha fatto la storia del nostro ciclismo. Un grande uomo nella sua vita, sia personale che imprenditoriale, quindi un esempio in tutto e il suo Museo ne è testimone.
Il Trofeo assegnato al vincitore del Giro d'Italia ha un grande significato, è vero, anche se poi è la maglia rosa il simbolo della vittoria, della conquista del Giro. Ma io sono convinto di aver fatto una cosa giusta ad esporlo qui in questo contesto. Mi fa molto piacere pensare che il mio Trofeo Senza Fine del Giro del 2005 sia accanto a quello conquistato 50 anni prima da Fiorenzo Magni. Sono numeri che fanno la storia dello sport. E conquistano ogni volta di più i ricordi della gente".
Ricordi che lo stesso Paolo ha voluto ripercorrere, guardando alla sua stessa conoscenza del mondo del ciclismo: "Quando sei giovane non guardi al passato, conosci solo il presente e vuoi conquistare il futuro. Poi man mano che il tempo passa vedi anche tu i cambiamenti e apprezzi maggiormente il passato. Ne capisci il valore. Questi ricordi ben custoditi fanno bene al mondo del ciclismo, non solo perché promuovono come uno specchio bello anche quello presente, ma perché sanno far durare l'effetto speciale di imprese che il ciclismo può vantare. Sono le imprese di uomini del passato, autentici pionieri, uomini coraggiosi che hanno intrepretato il ciclismo come uno stile di vita. Che non avevano nulla e hanno conquistato tutto con il ciclismo. C'è sempre un collegamento fra le varie epoche del nostro sport. Cambiano i campioni e i ciclisti, ma poi i racconti si rincorrono allo stesso modo. Io sono cresciuto nutrendomi delle storie su Merckx e Gimondi, poi Bugno e Indurain... E luoghi come il Museo del Ghisallo hanno il potere di fare vivere per sempre questi racconti del passato".
Il Trofeo Senza Fine 2005 di Paolo Savoldelli in esposizione accanto a quello di Fiorenzo Magni (1950) sono l'epilogo della rassegna Giro100 Una Storia Infinita al Ghisallo, dedicata alla centesima edizione della Corsa Rosa e sarà esposto sino al 28 maggio 2017, giornata di grande festa per il Giro che arriva a Milano e per il Ghisallo con l'arrivo della ciclostorica La Ghisallo.
(foto via ilpost)