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Redazione

Giro100: in Sicilia fa festa Gaviria

Cinque su cinque, se c'è una squadra che non può essere additata di alcuna critica dopo le lunghe discussioni sulle wild card che hanno scosso l'inverno del ciclismo italiano, quella è la Gazprom. Per il quinto giorno consecutivo, infatti, c'è una maglia blu del team russo in testa al Giro d'Italia. In compagnia di Evgeny Shalunov c'è Maciej Paterski, polacco della CCC Sprandi, al quarto giorno d'attacco, l'altra criticata professional al via di un Giro che vede corridori e squadre italiane sempre meno protagoniste.

I due fuggitivi partono al chilometro zero, e dopo due chilometri sono già al largo. E' una tappa semplice, destinata ai velocisti, ma senza squadre-faro a supportare gli sprinter o gli uomini di classifica. Sicchè la giornata è destinata all'attesa. Al calmo inseguimento e alla lunga attesa. Che poi non è mai così lunga, perchè in queste tappe c'è sempre un momento in cui cambia la velocità del gruppo, e della sorte dei fuggitivi.

Il barrage scatta a 20 chilometri dal traguardo. Gli attaccanti sono ripresi poco dopo, compiaciuti di un'avventura senza pretese, tra i tornanti di Taormina che si avviluppano come il simbolo dell'infinito, logo del centesimo Giro, e un mare che, per l'ultima volta, fa venire voglia di mollar lì e gettarsi tra le onde. Senza fretta di raggiungere il traguardo, non è escluso che ci abbiano pensato davvero. Il gruppo invece si lancia a testa bassa verso Messina, dove è accolto dal boato dei tifosi di Vincenzo Nibali. Luka Pibernik, compagno del siciliano, vorrebbe omaggiarlo con una vittoria di squadra sulle strade di casa, ma sbaglia i conti e scatta verso il traguardo quando manca ancora un giro.

L'arrivo, quello vero, è sei chilometri più avanti, seimila metri velocissimi in cui i treni degli sprinter si formano e si disfano con costanza. Prima i Quick Step di Fernando Gaviria, poi i Lotto di Andrè Greipel, alla fine sono gli Orica di Caleb Ewan a guidare le manovre al triangolo rosso. Dietro di loro si insinuano Sam Bennett e Maximiliano Richeze. L'argentino si è caricato sulle spalle lo sprint di Gaviria e si prepara a lanciarlo verso il bis... invano, perchè il fenomeno colombiano si esibisce in un numero di lettura della volata da esperto pistard e salta sulla ruota di Bennett. Ben coperto dall'irlandese, Gaviria non ha che da finalizzare, vanificando la straordinaria rimonta di Jakub Mareczko. Per il colombiano è la seconda vittoria di tappa, per la Quick Step l'ennesimo giorno di festa, con la maglia rosa che resta salda sulle spalle di Bob Jungels.

Domani il Giro approda in continente. 217 chilometri da Reggio Calabria a Terme Luigiane, con due ascese a basse quote (il tetto della tappa è a 543 metri sul livello del mare) ma un finale tutto mangia-e-bevi che sembra disegnato apposta per un colpo di mano. In gruppo tutti scommettono sulla fuga, in casa Gazprom sono pronti.



Ordine d'arrivo:
01. Fernando Gaviria 03h40'11"
02. Jakub Mareczko st
03. Sam Bennett 
04. André Greipel 
05. Phil Bauhaus 
06. Kristian Sbaragli 
07. Ryan Gibbons 
08. Roberto Ferrari
09. Jasper Stuyven
10. Enrico Battaglin

Classifica generale:
01. Bob Jungels 23h22'07"
02. Geraint Thomas a 06"
03. Adam Yates a 10"
04. Domenico Pozzovivo st
05. Vincenzo Nibali 
06. Tom Dumoulin
07. Nairo Quintana
08. Bauke Mollema
09. Tejay Van Garderen
10. Andrey Amador



Filippo Cauz
(foto via Giro d'Italia)