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Giro 100, tempo di primi bilanci
Benedetto Nairo Quintana. Dopo 8 tappe belle ma non memorabili, dominate da sprint e attaccanti più o meno prevedibili, il Giro 100 ha trovato il suo protagonista più atteso sulle rampe del durissimo Blockhaus. Il colombiano ha dato show con un attacco ai 6,7km dall'arrivo, rompendo anche il copione visto troppe volte nel recente passato con i migliori a stuzzicarsi solo negli ultimi 1000-2000 metri. Quintana si è preso tappa e maglia rosa e adesso saranno gli altri a doversi inventare qualcosa per metterne in discussione la superiorità manifesta in salita...
Analisi. Diciamocelo, avevamo un disperato bisogno del Blockhaus. Finalmente il Giro è scoppiato e si è incendiato sulla salita più dura della corsa, almeno come pendenze. Quintana, Pinot, Dumoulin. I tre che hanno dimostrato di avere più gamba, al netto della sfortuna (leggi caduta causata da una moto della polizia) che ha colpito i due Sky, Thomas e Landa, e Yates, tutti e tre ormai già fuori classifica. Dopo il nulla cosmico sull'Etna, arrivato evidentemente troppo presto, i big si sono sciolti e hanno scelto le pendenze del colosso abruzzese per dare la prima spallata alla corsa. Alla vigilia, peraltro, della cruciale cronometro del Sagrantino. Quintana ha battuto il colpo che in molti si attendevano, dando conferma alle impressioni pre-Giro. Se non gli capita qualcosa, in salita è lui il più forte e solo lui può perdere questa corsa rosa. Che, però, è solo all'inizio e non può certamente essere considerata chiusa. Se Pinot ha retto bene, confermando a sua volta le sue doti di scalatore, la parziale sorpresa è Tom Dumoulin, grande favorito nella crono ma straordinariamente brillante su una salita teoricamente non proprio nelle sue corde. Se l'olandese sarà questo sulla lunga distanza, allora ci sarà da divertirsi. E a Montefalco dovrebbe anche vestirsi di rosa. Dalle prime 9 tappe escono positivamente anche Mollema e Pozzovivo, oggettivamente però un gradino sotto ai primi 5. E Nibali? Lo Squalo ha corso con intelligenza, provando a rispondere ai primi attacchi e poi scegliendo saggiamente di salire col proprio passo. Il distacco di 1'10 in classifica da Quintana poteva essere messo nelle previsioni e in più ci sono due motivi per ben sperare: nella crono il siciliano potrebbe mangiare qualche secondo al rivale e la terza settimana, in genere, è quella in cui Nibali carbura e pedala meglio. Insomma, nulla è perduto, anche se il primo duello è stato perso nettamente
Protagonisti. Detto di Quintana, la prima settimana lunga del Giro ci lascia in eredità anche altri personaggi: da Fernando Gaviria, re degli sprinter, a Jan Polanc, eroe sull'Etna, passando per Gorka Izagirre (al primo centro al Giro) e ovviamente Davide Formolo, maglia bianca di miglior giovane e ottavo in classifica generale. Il ragazzo, come canterebbe De Gregori, si farà...
Cosa va. Il Giro appartiene, da sempre, all'Italia e alla gente. Il pubblico e l'amore per la corsa rosa restano sempre il filo conduttore e dominante. Il tanto sud percorso in queste prime tappe era un doveroso omaggio a regioni meravigliose e vanto dell'Italia. I percorsi, aldilà di qualche critica al manto stradale, sono stati belli e intriganti. Sotto il profilo tecnico in classifica i migliori sono già in fila. C'è bagarre e voglia di fare. Ingredienti utili per aumentare la dose di spettacolo.
Cosa non va. La moto della polizia che genera la caduta di Thomas, Landa, Yates e altri è follia pura. L'aspetto-sicurezza resta un tema caldo. In strada serve gente pronta, reattiva, concentrata e che sappia leggere la corsa. Il Giro 100 rischia di ritrovarsi senza tre big per colpa di un errore evitabile. Peccato. Al momento non va nemmeno l'Italia: zero vittorie di tappa. Si sapeva che sarebbe stato difficile. Intanto ci consoliamo con 3 ragazzi nei primi 8 della generale (Nibali, Pozzovivo, Formolo).
Cosa ci aspettiamo. Le aspettative sono sempre molto alte. Se Quintana era il grande favorito sul Blockhaus e ha rispettato il pronostico, ci attendiamo lo stesso da Dumoulin nella crono. Il che significherebbe cambio di padrone della maglia rosa. Subito dopo la crono arriva il tappone appenninico, molto insidioso ma in cui è complicato vedere muoversi i big. Un altro piccolo scossone potrebbe esserci sabato a Oropa, che però è lontana dall'avere pendenze e durezza del Blockhaus. Al Giro ogni tappa non può essere sottovalutata per insidie del percorso e fattori non controllabili (cadute). La cosa che ci aspettiamo di più è che questo Giro 100 continui a farci emozionare. Giorno dopo giorno, città dopo città, arrivo dopo arrivo...
Luca Gregorio
[foto via Giro d'Italia]
Analisi. Diciamocelo, avevamo un disperato bisogno del Blockhaus. Finalmente il Giro è scoppiato e si è incendiato sulla salita più dura della corsa, almeno come pendenze. Quintana, Pinot, Dumoulin. I tre che hanno dimostrato di avere più gamba, al netto della sfortuna (leggi caduta causata da una moto della polizia) che ha colpito i due Sky, Thomas e Landa, e Yates, tutti e tre ormai già fuori classifica. Dopo il nulla cosmico sull'Etna, arrivato evidentemente troppo presto, i big si sono sciolti e hanno scelto le pendenze del colosso abruzzese per dare la prima spallata alla corsa. Alla vigilia, peraltro, della cruciale cronometro del Sagrantino. Quintana ha battuto il colpo che in molti si attendevano, dando conferma alle impressioni pre-Giro. Se non gli capita qualcosa, in salita è lui il più forte e solo lui può perdere questa corsa rosa. Che, però, è solo all'inizio e non può certamente essere considerata chiusa. Se Pinot ha retto bene, confermando a sua volta le sue doti di scalatore, la parziale sorpresa è Tom Dumoulin, grande favorito nella crono ma straordinariamente brillante su una salita teoricamente non proprio nelle sue corde. Se l'olandese sarà questo sulla lunga distanza, allora ci sarà da divertirsi. E a Montefalco dovrebbe anche vestirsi di rosa. Dalle prime 9 tappe escono positivamente anche Mollema e Pozzovivo, oggettivamente però un gradino sotto ai primi 5. E Nibali? Lo Squalo ha corso con intelligenza, provando a rispondere ai primi attacchi e poi scegliendo saggiamente di salire col proprio passo. Il distacco di 1'10 in classifica da Quintana poteva essere messo nelle previsioni e in più ci sono due motivi per ben sperare: nella crono il siciliano potrebbe mangiare qualche secondo al rivale e la terza settimana, in genere, è quella in cui Nibali carbura e pedala meglio. Insomma, nulla è perduto, anche se il primo duello è stato perso nettamente
Protagonisti. Detto di Quintana, la prima settimana lunga del Giro ci lascia in eredità anche altri personaggi: da Fernando Gaviria, re degli sprinter, a Jan Polanc, eroe sull'Etna, passando per Gorka Izagirre (al primo centro al Giro) e ovviamente Davide Formolo, maglia bianca di miglior giovane e ottavo in classifica generale. Il ragazzo, come canterebbe De Gregori, si farà...
Cosa va. Il Giro appartiene, da sempre, all'Italia e alla gente. Il pubblico e l'amore per la corsa rosa restano sempre il filo conduttore e dominante. Il tanto sud percorso in queste prime tappe era un doveroso omaggio a regioni meravigliose e vanto dell'Italia. I percorsi, aldilà di qualche critica al manto stradale, sono stati belli e intriganti. Sotto il profilo tecnico in classifica i migliori sono già in fila. C'è bagarre e voglia di fare. Ingredienti utili per aumentare la dose di spettacolo.
Cosa non va. La moto della polizia che genera la caduta di Thomas, Landa, Yates e altri è follia pura. L'aspetto-sicurezza resta un tema caldo. In strada serve gente pronta, reattiva, concentrata e che sappia leggere la corsa. Il Giro 100 rischia di ritrovarsi senza tre big per colpa di un errore evitabile. Peccato. Al momento non va nemmeno l'Italia: zero vittorie di tappa. Si sapeva che sarebbe stato difficile. Intanto ci consoliamo con 3 ragazzi nei primi 8 della generale (Nibali, Pozzovivo, Formolo).
Cosa ci aspettiamo. Le aspettative sono sempre molto alte. Se Quintana era il grande favorito sul Blockhaus e ha rispettato il pronostico, ci attendiamo lo stesso da Dumoulin nella crono. Il che significherebbe cambio di padrone della maglia rosa. Subito dopo la crono arriva il tappone appenninico, molto insidioso ma in cui è complicato vedere muoversi i big. Un altro piccolo scossone potrebbe esserci sabato a Oropa, che però è lontana dall'avere pendenze e durezza del Blockhaus. Al Giro ogni tappa non può essere sottovalutata per insidie del percorso e fattori non controllabili (cadute). La cosa che ci aspettiamo di più è che questo Giro 100 continui a farci emozionare. Giorno dopo giorno, città dopo città, arrivo dopo arrivo...
Luca Gregorio
[foto via Giro d'Italia]