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Giro 100: un giorno nel cuore della corsa rosa
Milano-Torre del Colle. 5 ore esatte. Un viaggio lungo, ma non lunghissimo. Il tempo necessario per arrivare nel cuore dell'Italia. Nel cuore del Giro. Il privilegio di fare questo lavoro è che puoi parlare di ciclismo vedendo al tempo stesso luoghi fantastici. La valle spoletana, che congiunge di fatto Perugia a Spoleto, è una delle cartoline più belle del nostro paese. Assisi, Spello, Trevi, l'imponenza del monte Subasio. E ancora questa valle aperta nel mezzo, colorata di un verde intenso e presidiata da colline dal profilo dolce e disegnate come da un pittore. E' l'immagine del Giro d'Italia, il paese più bello al mondo. Spesso con annesso il percorso più bello al mondo. Pedalare sulle strade della crono del Sagrantino produce una certa emozione. Le gambe sembrano girare meglio di altre volte, come se lo spirito della carovana dei corridori ti contagiasse. Si respira nell'aria. Bar anni settanta, casolari e villette sulla strada si stanno addobbando di rosa. Fiocchi e palloncini sono gli "strumenti" più usati per rimanere in sintonia col Giro.
Bevagna, Bastardo, Montefalco. Per questi paesi il passaggio o addirittura l'arrivo del Giro è un evento epocale. I quotidiani locali dedicano speciali e approfondimenti sulle prime pagine, chiunque incontri sembra contagiato da questa strana atmosfera. Che sa di allegria. Che profuma di genuinità. Che odora di emozioni veraci. Il Giro passa e se ne va. Una toccata e fuga. Che, però, non lascia indifferenti. Il Giro arriva con la sua irruenza e la sua macchina organizzativa. Scuote i ritmi e le abitudini tranquille di questi luoghi. Lontanissimi dalla frenesia di Milano. Attività commerciali e scuole chiuse. Non è una festa religiosa. Non è il patrono. Passa semplicemente il Giro. E tutto, qui intorno, merita di concentrarsi su di lui. Anche perchè la crono non può essere considerata una tappa come le altre. Foligno-Montefalco: 39km abbondanti, da affrontare uno alla volta. In solitaria. Spesso mi chiedo come facciano i corridori a non rendersi conto di dove stanno pedalando. Ok lo stress, ok la pressione, ok la concentrazione, ma un paese come l'Italia non può non distrarti. Anzi, scusate, non può non rapirti gli occhi. Sardegna, Sicilia, Puglia, Umbria, Romagna, Alpi, Dolomiti. Scegliete voi il luogo o il passaggio, ma di fronte a cotanta bellezza impassibili certo non si può rimanere.
Ma, forse, è giusto così. La carovana e i corridori sono un pretesto per goderci angoli di Italia che non conosciamo o non avevamo mai visto prima. Il loro faticare sui pedali ci spinge da sud a nord, da est a ovest, dal mare alla montagna, offrendoci scorci e cartoline da conservare nel cuore.
La magia del Giro sta nei luoghi, nelle persone che incontri sul territorio, nei sapori che gusti e nei profumi che ti entrano nelle vene. E allora ben vengano queste 5 ore di macchina. Incontrare il Giro faccia a faccia, e non in tv, ha un valore che a parole, fino in fondo, non si può descrivere...
Luca Gregorio, Torre del Colle
Bevagna, Bastardo, Montefalco. Per questi paesi il passaggio o addirittura l'arrivo del Giro è un evento epocale. I quotidiani locali dedicano speciali e approfondimenti sulle prime pagine, chiunque incontri sembra contagiato da questa strana atmosfera. Che sa di allegria. Che profuma di genuinità. Che odora di emozioni veraci. Il Giro passa e se ne va. Una toccata e fuga. Che, però, non lascia indifferenti. Il Giro arriva con la sua irruenza e la sua macchina organizzativa. Scuote i ritmi e le abitudini tranquille di questi luoghi. Lontanissimi dalla frenesia di Milano. Attività commerciali e scuole chiuse. Non è una festa religiosa. Non è il patrono. Passa semplicemente il Giro. E tutto, qui intorno, merita di concentrarsi su di lui. Anche perchè la crono non può essere considerata una tappa come le altre. Foligno-Montefalco: 39km abbondanti, da affrontare uno alla volta. In solitaria. Spesso mi chiedo come facciano i corridori a non rendersi conto di dove stanno pedalando. Ok lo stress, ok la pressione, ok la concentrazione, ma un paese come l'Italia non può non distrarti. Anzi, scusate, non può non rapirti gli occhi. Sardegna, Sicilia, Puglia, Umbria, Romagna, Alpi, Dolomiti. Scegliete voi il luogo o il passaggio, ma di fronte a cotanta bellezza impassibili certo non si può rimanere.
Ma, forse, è giusto così. La carovana e i corridori sono un pretesto per goderci angoli di Italia che non conosciamo o non avevamo mai visto prima. Il loro faticare sui pedali ci spinge da sud a nord, da est a ovest, dal mare alla montagna, offrendoci scorci e cartoline da conservare nel cuore.
La magia del Giro sta nei luoghi, nelle persone che incontri sul territorio, nei sapori che gusti e nei profumi che ti entrano nelle vene. E allora ben vengano queste 5 ore di macchina. Incontrare il Giro faccia a faccia, e non in tv, ha un valore che a parole, fino in fondo, non si può descrivere...
Luca Gregorio, Torre del Colle