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Giro100: Dumoulin domina il tempo
Correre contro il tempo è un'assurdità bella e buona, il trionfo dell'utopia applicata alla sforzo fisico, giacchè il tempo mica è battibile, non si ferma mai, e sopravvive sempre alle nostre vicende, brevi e umane. Eppure il ciclismo sposa questo esercizio da ormai quasi un secolo: si sfida l'avversario che non si può nemmeno avvicinare, ma nel farlo ci si scontra con altri umani, una battaglia tra utopisti.
Tra Foligno e Montefalco si disputa una cronometro che l'organizzazione ha dedicato al Sagrantino, vino locale apprezzato in tutto il mondo, seguendo una tradizione ormai abituale del Giro. Si dedicano le crono a corpose bevute alcooliche, come se fosse una sottolineatura del fatto che per sfidare il tempo stesso bisogna essere almeno un po' alticci. Oppure ebbri di fede, tanto che questa crono si snoda tutta tra borghi e strade medievali, dove un tempo rimbalzavano i canti e le preghieri di frati e monaci: una corsa francescana in cui votare tutto il proprio sudore alla fede, rinunciando a tutto se non alla fatica.
A quella, a dire il vero, ci hanno rinunciato in tanti. Per una buona metà di giornata, la crono del Sagrantino è stato un secondo giorno di riposo, una sgambata di quaranta chilometri che segue quella, breve o equivalente, fatta con i compagni 24 ore prima. E' lo spirito di velocisti, passisti, gregari, militanti del fondo della classifica generale. Lo spirito di chi ha sudato sette camice per arrivare in cima al Blockhaus domenica e altrettante le suderà domani avventurandosi tra gli appennini, di chi ha lussazioni e scorticature da affrontare in difficili sonni, memore di cadute più o meno azzardate di questa prima parte di Corsa Rosa.
E poi ci sono quelli per cui questa corsa contro il tempo è un appuntamento con la vita. Quelli che la tappa la vogliono vincere, e soprattutto quelli che vogliono vincere il Giro tutto. Quelli che partono al massimo sin da prima del chilometro zero: dai rulli, dal bus, dall'attraversamento del centro di Foligno dove pubblico e contendenti si dividono le pietre del liscio lastricato, a suon di fischi e imprecazioni, incitazioni e richieste di "permesso". Il primo a partire con il cronometro tra i denti è Luis León Sanchez, il più agguerrito è Geraint Thomas, la mazzata subita ai piedi del Blockhaus è tutta da recuperare. L'ultimo è Nairo Quintana, che in rosa è bello come uno sbandieratore medievale.
Come in una giostra, il colombiano ha una giornata per respingere gli attacchi di troppi pretendenti alla sua rosa. Il più accreditato è Tom Dumoulin, che per non farsi mancare nulla decide di non limitarsi a vincere, ma di dominare la prova. Un trionfo reso ancora più sfacciato dal vento che ha deciso di marcare la propria presenza anche oggi, anche dove non ce lo si aspettava. Un vento che si infrange sulle spalle massicce dell'olandese, ma che fa sfarfallare i pesi leggeri come Quintana Thibaut Pinot, entrambi condannati a restituire agli avversari quanto guadagnato nel finale di due giorni fa. Tra i pretendenti al podio milanese, però, chi brilla di più sono Vincenzo Nibali e Bauke Mollema, capaci di una crono ben oltre le aspettative e molto soddisfatto al traguardo. Il siciliano riesce a rientrare nella top10 di una cronometro dopo tre anni. Per gli olandesi, che registrano anche l'eccellente difesa di Steven Kruijswijk, è una giornata di festa.
A Montefalco Dumoulin guadagna 49" su Thomas, 02'07" su Nibali, 02'17" su Mollema, 02'19" su Zakarin, 02'39" su Yates, 02'42" su Pinot, 02'43" su Kruijswijk e ben 02'53" su Quintana. Il campione olandese torna a vestirsi di rosa dopo la magnifica prima metà di Giro di un anno fa, conclusa anzitempo per problemi di salute. Rispetto al 2016 ha una squadra più forte (benchè indebolita dal ritiro di Kelderman) e una preparazione specifica nelle gambe. Ma le crono a metà corsa sono sempre strane, spesso riflettono chiaramente i valori in campo ma altrettante volte sanno sorprendere. Come è naturale che sia per una sfida al tempo.
Ordine d'arrivo:
01. Tom Dumoulin 50'37"
02. Geraint Thomas a 49"
03. Bob Jungels a 56"
04. Luis León Sanchez a 01'40"
05. Vasil Kiryienka a 02'00"
06. Vincenzo Nibali a 02'07"
07. Maxime Monfort a 02'13"
08. Jan Tratnik st
09. Jos Van Emden a 02'15"
10. Andrey Amador a 02'16"
Classifica generale:
01. Tom Dumoulin 42h57'16"
02. Nairo Quintana a 02'23"
03. Bauke Mollema a 02'38"
04. Thibaut Pinot a 02'40"
05. Vincenzo Nibali a 02'47"
06. Bob Jungels a 03'56"
07. Domenico Pozzovivo a 04'05"
08. Ilnur Zakarin a 04'17"
09. Andrey Amador a 04'39"
10. Steven Kruijswijk a 05'19"
Filippo Cauz, Foligno
Tra Foligno e Montefalco si disputa una cronometro che l'organizzazione ha dedicato al Sagrantino, vino locale apprezzato in tutto il mondo, seguendo una tradizione ormai abituale del Giro. Si dedicano le crono a corpose bevute alcooliche, come se fosse una sottolineatura del fatto che per sfidare il tempo stesso bisogna essere almeno un po' alticci. Oppure ebbri di fede, tanto che questa crono si snoda tutta tra borghi e strade medievali, dove un tempo rimbalzavano i canti e le preghieri di frati e monaci: una corsa francescana in cui votare tutto il proprio sudore alla fede, rinunciando a tutto se non alla fatica.
A quella, a dire il vero, ci hanno rinunciato in tanti. Per una buona metà di giornata, la crono del Sagrantino è stato un secondo giorno di riposo, una sgambata di quaranta chilometri che segue quella, breve o equivalente, fatta con i compagni 24 ore prima. E' lo spirito di velocisti, passisti, gregari, militanti del fondo della classifica generale. Lo spirito di chi ha sudato sette camice per arrivare in cima al Blockhaus domenica e altrettante le suderà domani avventurandosi tra gli appennini, di chi ha lussazioni e scorticature da affrontare in difficili sonni, memore di cadute più o meno azzardate di questa prima parte di Corsa Rosa.
E poi ci sono quelli per cui questa corsa contro il tempo è un appuntamento con la vita. Quelli che la tappa la vogliono vincere, e soprattutto quelli che vogliono vincere il Giro tutto. Quelli che partono al massimo sin da prima del chilometro zero: dai rulli, dal bus, dall'attraversamento del centro di Foligno dove pubblico e contendenti si dividono le pietre del liscio lastricato, a suon di fischi e imprecazioni, incitazioni e richieste di "permesso". Il primo a partire con il cronometro tra i denti è Luis León Sanchez, il più agguerrito è Geraint Thomas, la mazzata subita ai piedi del Blockhaus è tutta da recuperare. L'ultimo è Nairo Quintana, che in rosa è bello come uno sbandieratore medievale.
Come in una giostra, il colombiano ha una giornata per respingere gli attacchi di troppi pretendenti alla sua rosa. Il più accreditato è Tom Dumoulin, che per non farsi mancare nulla decide di non limitarsi a vincere, ma di dominare la prova. Un trionfo reso ancora più sfacciato dal vento che ha deciso di marcare la propria presenza anche oggi, anche dove non ce lo si aspettava. Un vento che si infrange sulle spalle massicce dell'olandese, ma che fa sfarfallare i pesi leggeri come Quintana Thibaut Pinot, entrambi condannati a restituire agli avversari quanto guadagnato nel finale di due giorni fa. Tra i pretendenti al podio milanese, però, chi brilla di più sono Vincenzo Nibali e Bauke Mollema, capaci di una crono ben oltre le aspettative e molto soddisfatto al traguardo. Il siciliano riesce a rientrare nella top10 di una cronometro dopo tre anni. Per gli olandesi, che registrano anche l'eccellente difesa di Steven Kruijswijk, è una giornata di festa.
A Montefalco Dumoulin guadagna 49" su Thomas, 02'07" su Nibali, 02'17" su Mollema, 02'19" su Zakarin, 02'39" su Yates, 02'42" su Pinot, 02'43" su Kruijswijk e ben 02'53" su Quintana. Il campione olandese torna a vestirsi di rosa dopo la magnifica prima metà di Giro di un anno fa, conclusa anzitempo per problemi di salute. Rispetto al 2016 ha una squadra più forte (benchè indebolita dal ritiro di Kelderman) e una preparazione specifica nelle gambe. Ma le crono a metà corsa sono sempre strane, spesso riflettono chiaramente i valori in campo ma altrettante volte sanno sorprendere. Come è naturale che sia per una sfida al tempo.
Ordine d'arrivo:
01. Tom Dumoulin 50'37"
02. Geraint Thomas a 49"
03. Bob Jungels a 56"
04. Luis León Sanchez a 01'40"
05. Vasil Kiryienka a 02'00"
06. Vincenzo Nibali a 02'07"
07. Maxime Monfort a 02'13"
08. Jan Tratnik st
09. Jos Van Emden a 02'15"
10. Andrey Amador a 02'16"
Classifica generale:
01. Tom Dumoulin 42h57'16"
02. Nairo Quintana a 02'23"
03. Bauke Mollema a 02'38"
04. Thibaut Pinot a 02'40"
05. Vincenzo Nibali a 02'47"
06. Bob Jungels a 03'56"
07. Domenico Pozzovivo a 04'05"
08. Ilnur Zakarin a 04'17"
09. Andrey Amador a 04'39"
10. Steven Kruijswijk a 05'19"
Filippo Cauz, Foligno