Immagine
title

Redazione

Giro100: Fraile show nel giorno di Bartali

Il panorama di Firenze è noto in tutto il mondo, ma a guardarlo dal balcone di piazza Michelangelo riesce ancora a stupire. Questa mattina non c'erano soltanto il Battistero, Santa Maria del Fiore, gli Uffizi e Santa Croce a farsi ammirare, ma anche la carovana rosa del Giro d'Italia, con il palco del foglio firme a fare da trampolino verso l'orizzonte. Uno spettacolo nello spettacolo voluto fortumente nel Giro del Centenario per rendere omaggio ad una figura chiave di Firenze, del Giro, del ciclismo mondiale, a Gino Bartali ovviamente.

Partenza dal belvedere fiorentino, gremito di folla entusiasta per tutti, ma ancora di più per un dispnibilissimo Vincenzo Nibali e per l'ospite a sorpresa: sul foglio firme non c'era il suo nome, ma Mark Cavendish ha voluto ugualmente pedalare sin qui per salutare il pubblico di casa (il velocista britannico vive a 30 chilometri da qui) e il Giro che tante gioie gli ha dato. Il chilometro zero però non è in città, ma a Ponte a Ema, da dove Gino Bartali "iniziò la sua corsa per le strade della vita e dello sport, suscitò entusiasmo e passioni fino a entrare nella leggenda", come sta scritto sulla facciata della casa natale di Ginettaccio, da dove prende il via davvero l'undicesima frazione del Giro100.

Per rendere omaggio a Bartali sono arrivati appassionati da tutto il mondo, gli abitanti di Ponte a Ema e gli amici di Gino hanno imbandierato di rosa tutto il paese. Persino la formazione continental Cycling Academy, capitanata dal namibiano Dan Craven, è arrivata appositamente al Giro, ripercorrendo il percorso sino ad Assisi, lungo il quale Bartali si allenava trasportando documenti falsi per salvare gli ebrei clandestini dalle persecuzioni del regime fascista. La Firenze - Bagno di Romagna d'altronde è una tappa che a Bartali sarebbe piaciuta da morire, qui avrebbe attaccato di certo, aperto la corsa come solo lui sapeva fare.

In gruppo invece è una giornata molto più rilassata. Tutti provano ad entrare in fuga, tanto che ci riescono in 25, con Omar Fraile e Mikel Landa che se ne vanno a cercare di anticiparli già da lontanissimo. Per il gruppone i numeri sono esagerati, e troppi i nomi interessanti davanti: l'inseguimento diventa il classico bagnomaria. Davanti e dietro, tutti alla stessa velocità. Fino a 35 chilometri dall'arrivo, quando Vincenzo Nibali e Thibaut Pinot, o meglio Bahrain - Merida e FdJ, decidono che può bastare. In pochi chilometri il distacco è dimezzato, davanti se ne accorgono e comincia la guerra. Ad avere la meglio sono Pierre Rolland e Omar Fraile, due che il concetto di attacco, di fuga, di spettacolo, ce l'hanno scritto nel DNA, due che il modo per dinamitare la corsa lo pensano già a colazione, due che se fossero clonabili renderebbero il ciclismo lo sport più pazzo del mondo. Due che diventano quattro, quando rientrano Rui Alberto Faria da Costa e Tanel Kangert, numero buono per uno sprint che non c'è, perchè oggi era la giornata di Fraile sin da lontanissimo, e tale resta fino al traguardo. E mentre il gruppo pensa già alle prossime due giornate, due probabili volate per proseguire l'avventura in rosa di Tom Dumoulin, sul podio a stappare lo spumante c'è questo 26enne della provincia di Bilbao, che sarebbe piaciuto un sacco anche a Gino Bartali.


Ordine d'arrivo:
01. Omar Fraile 04h23'14"
02. Rui Alberto Faria da Costa st
03. Pierre Rolland
04. Tanel Kangert
05. Giovanni Visconti
06. Ben Hermans
07. Dario Cataldo
08. Simone Petilli
09. Maxime Monfort a 03"
10. Laurens De Plus st

Classifica generale:
01. Tom Dumoulin 42h57'16"
02. Nairo Quintana a 02'23"
03. Bauke Mollema a 02'38"
04. Thibaut Pinot a 02'40"
05. Vincenzo Nibali a 02'47"
06. Andrey Amador a 03'05"
07. Bob Jungels a 03'56"
08. Tanel Kangert a 03'59"
09. Domenico Pozzovivo a 04'05"
10. Ilnur Zakarin a 04'17"




Filippo Cauz, Firenze
(foto via Giro d'Italia)