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Redazione

Giro100: tris di Gaviria a Reggio Emilia

Blockhaus, cronometro, tappa appenninica, il Giro ha scollinato la sua fase centrale con una classifica stravolta e discretamente delineata (almeno per le ambizioni più alte) e scaldato i cuori con l'omaggio ai primi tra i grandissimi campioni che verranno ricordati da questa edizione centenaria. Ora riposo. Giunta al giro di boa la Corsa Rosa lascia ai molti supersititi il tempo di tirare il fiato, ad eccezione dei velocisti: per due giorni i protagonisti torneranno loro, quelli arrivati sin qui, quelli che tra 48 ore potranno ritirarsi in ordine, più o meno soddisfatti dal risultato raggiunto.

La Forlì - Reggio Emilia, con i suoi 229 chilometri, è la tappa più lunga del Giro. Strano a dirsi, ma questo è il ciclismo odierno e questi sono i suoi chilometraggi, quelli a cui piano piano ci stiamo abituando. Il programma di giornata è già stabilito: via libera da subito alla fuga, appello tra formazioni professional e squadre con meno ambizioni, per gli altri una giornata a farsi compagnia, a ritmi non troppo bassi che nessuno ha voglia di arrivare in albergo tardi. Copione rispettato alla perfezione dai primi chilometri: attacca Sergey Firsanov, un Gazprom naturalmente, lo segue Marco Marcato, li raggiunge Mirco Maestri, uno il cui attacco era quotato uno a uno, vista la tendenza a muoversi e l'opportunità di passare dalle strade di casa.

Dopo cento chilometri, Maestri si infila in autostrada... niente di cui preoccuparsi, il caldo non ha confuso i fuggitivi facendogli sbagliare strada, è proprio il Giro che affronta per la prima volta un tratto autostradale, sul valico appenninico della vecchia A1. Anche all'edizione numero 100 della Corsa Rosa, c'è ancora il tempo per una novità, e forse anche per una piccola e simbolica vendetta delle bici, troppo spesso maltrattate dagli automobilisti sulle strade con esiti ogni giorno più drammatici. Per celebrare il passaggio, l'autostrada è stata chiusa sin dal mattino, lasciando spazio anche a qualche centinaio di amatori che ha potuto divertirsi su strade normalmente proibite. Che sia uno spunto per dare nuova vita ad una strada ormai obsoleta per il traffico veloce?

Gli spunti di giornata si esauriscono qui, unica nota frizzante è lo sprint al GPM dove Omar Fraile batte Jan Polanc sfilandogli la maglia di miglior scalatore. Non resta che attendere che i gregari passistoni facciano il loro dovere e che i treni dei velocisti si organizzano. Il ricongiungimento arriva ai meno undici per Firsanov e Marcato, cinque chilometri più in là per Maestri, che ha provato a prolungare il più possibile l'applauso di amici e parenti. La volata è guidata dai treni di Quick-Step, Orica e Bora: il primo è il più casinista ma il più efficace. Maximiliano Richeze si trova al vento in largo anticipo, ma risolve il problema semplicemente facendo lavoro doppio, e a Fernando Gaviria resta gioco facile. Lanciato alla perfezione, bello, elegante e ciclamino, l'argentino va a prendersi il terzo successo di tappa davanti al salvato (ieri, dai compagni) Jakub Mareczko e al regolarissimo Sam Bennett. Gli altri uomini veloci restano dietro, delusi ma non troppo, per rifarsi basta attendere 24 ore.


Ordine d'arrivo:
01. Fernando Gaviria 05h18'55"
02. Jakub Mareczko st
03. Sam Bennett
04. Phil Bauhaus
05. Maximiliano Richeze
06. Ryan Gibbons
07. Sacha Modolo
08. André Greipel
09. Jasper Stuyven
10. Roberto Ferrari


Classifica generale:
01. Tom Dumoulin 54h41'08"
02. Nairo Quintana a 02'23"
03. Bauke Mollema a 02'38"
04. Thibaut Pinot a 02'40"
05. Vincenzo Nibali a 02'47"
06. Andrey Amador a 03'05"
07. Bob Jungels a 03'56"
08. Tanel Kangert a 03'59"
09. Domenico Pozzovivo a 04'05"
10. Ilnur Zakarin a 04'17"




Filippo Cauz
(foto via Giro d'Italia)