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Giro100: Rolland risplende a Canazei
Il ciclismo è uno sport che non mente. Premia chi fatica, e nelle giornate più gloriose, premia soprattutto chi osa. Non accade ogni giorno, perchè ai coraggiosi è richiesta perseveranza, passione e un discreta percentuale di follia. Una ricetta che nel ciclismo attuale sfornerebbe un corridore su tutti: Pierre Rolland. Il talentuoso francese della Cannondale è uno che la paura non sa nemmeno cosa sia. Da quasi un decennio, Rolland affronta ogni corsa travolto dal nobile spirito dell'avventura, mosso dal solo desiderio di portare la corsa dove da sola non andrebbe, dove vorrebbero vederla arrivare tutti gli appassionati.
Sono pochi i corridori come Rolland, lo riconosce lui stesso, è il motivo per cui ha deciso di non fare nemmeno più classifica: ad attaccare si diverte, specie su montagne che hanno fatto la storia del ciclismo, in corse uniche come il Giro numero 100, con tifosi incredibili come quelli italiani. Quando faceva classifica lo stress lo schiacciava, aveva bisogno tre mesi per riprendersi, oggi invece è l'immagine della felicità, e con lui gioiscono tutti gli appassionati che amano chi attacca, senza fare troppi calcoli, senza paura di saltare.
Alla vittoria Rolland ci è arrivato dopo una maxi-fuga di oltre quaranta corridori. Dentro c'erano attaccanti improvvisati e grandi cacciatori di tappe, rappresentanti di tutti i team al via, in alcuni casi con ampia scelta di compagni di squadra. Situazione ideale per una giornata di riposo in gruppo, o in quel che ne resta, con i fuggitivi che maturano presto un quarto d'ora e Jan Polanc che per poco è addirittura maglia rosa virtuale. E' quest'ultimo particolare che scatena l'inseguimento delle squadre dei piazzati, più che di quelle dei primi.
Il finale in Val di Fassa, con un leggero vento alle spalle e le Dolomiti che si stagliano all'orizzonte, è un cabaret di attacchi individuali e gruppetti che si formano e si disgregano. Un'antologia di scatti che frammenta il gruppo di testa e seleziona i presenti, chilometro dopo chilometro, in base alle gambe e al cuore. Quest'ultimo è la peculiarità di Pierre Rolland, che a otto chilometri dal traguardo individua il momento giusto per scattare, spingere, resistere ed esultare dopo due anni di astinenza. 7'53" dopo arriva un gruppo più massiccio che mai, con in prima fila un Tom Dumoulin felice di godersi un altro giorno in rosa e sereno dopo aver superato i problemi fisici patiti scendendo dallo Stelvio. Sa che domani in gruppo attaccheranno sin dalla prima salita, "magari non i primi tre o i primi cinque", ma in tanti vorranno guadagnare posizioni in classifica, ma è sereno: "la squadra non sarà la più forte ma è forte, e non rifaremo gli errori della Vuelta".
Ordine d'arrivo:
01. Pierre Rolland 05h42'56"
02. Rui Costa a 24"
03. Gorka Izagirre st
04. Rory Sutherland
05. Matteo Busato
06. Dries Devenyns
07. Felix Großschartner
08. Omar Fraile
09. Michael Woods
10. Julien Bernard
Classifica generale:
01. Tom Dumoulin 76h05'38"
02. Nairo Quintana a 31"
03. Vincenzo Nibali a 01'12"
04. Thibaut Pinot a 02'38"
05. Ilnur Zakarin a 02'40"
06. Domenico Pozzovivo a 03'05"
07. Bauke Mollema a 03'49"
08. Bob Jungels a 04'35"
09. Steven Kruijswijk a 06'20"
10. Jan Polanc a 06'33"
Filippo Cauz, Canazei
(foto via Giro d'Italia)
Sono pochi i corridori come Rolland, lo riconosce lui stesso, è il motivo per cui ha deciso di non fare nemmeno più classifica: ad attaccare si diverte, specie su montagne che hanno fatto la storia del ciclismo, in corse uniche come il Giro numero 100, con tifosi incredibili come quelli italiani. Quando faceva classifica lo stress lo schiacciava, aveva bisogno tre mesi per riprendersi, oggi invece è l'immagine della felicità, e con lui gioiscono tutti gli appassionati che amano chi attacca, senza fare troppi calcoli, senza paura di saltare.
Alla vittoria Rolland ci è arrivato dopo una maxi-fuga di oltre quaranta corridori. Dentro c'erano attaccanti improvvisati e grandi cacciatori di tappe, rappresentanti di tutti i team al via, in alcuni casi con ampia scelta di compagni di squadra. Situazione ideale per una giornata di riposo in gruppo, o in quel che ne resta, con i fuggitivi che maturano presto un quarto d'ora e Jan Polanc che per poco è addirittura maglia rosa virtuale. E' quest'ultimo particolare che scatena l'inseguimento delle squadre dei piazzati, più che di quelle dei primi.
Il finale in Val di Fassa, con un leggero vento alle spalle e le Dolomiti che si stagliano all'orizzonte, è un cabaret di attacchi individuali e gruppetti che si formano e si disgregano. Un'antologia di scatti che frammenta il gruppo di testa e seleziona i presenti, chilometro dopo chilometro, in base alle gambe e al cuore. Quest'ultimo è la peculiarità di Pierre Rolland, che a otto chilometri dal traguardo individua il momento giusto per scattare, spingere, resistere ed esultare dopo due anni di astinenza. 7'53" dopo arriva un gruppo più massiccio che mai, con in prima fila un Tom Dumoulin felice di godersi un altro giorno in rosa e sereno dopo aver superato i problemi fisici patiti scendendo dallo Stelvio. Sa che domani in gruppo attaccheranno sin dalla prima salita, "magari non i primi tre o i primi cinque", ma in tanti vorranno guadagnare posizioni in classifica, ma è sereno: "la squadra non sarà la più forte ma è forte, e non rifaremo gli errori della Vuelta".
Ordine d'arrivo:
01. Pierre Rolland 05h42'56"
02. Rui Costa a 24"
03. Gorka Izagirre st
04. Rory Sutherland
05. Matteo Busato
06. Dries Devenyns
07. Felix Großschartner
08. Omar Fraile
09. Michael Woods
10. Julien Bernard
Classifica generale:
01. Tom Dumoulin 76h05'38"
02. Nairo Quintana a 31"
03. Vincenzo Nibali a 01'12"
04. Thibaut Pinot a 02'38"
05. Ilnur Zakarin a 02'40"
06. Domenico Pozzovivo a 03'05"
07. Bauke Mollema a 03'49"
08. Bob Jungels a 04'35"
09. Steven Kruijswijk a 06'20"
10. Jan Polanc a 06'33"
Filippo Cauz, Canazei
(foto via Giro d'Italia)